“Anatomia della fantascienza”: perché il genere che parla del futuro racconta meglio il nostro presente

29 Dicembre 2025

Un viaggio dentro "Anatomia della fantascienza" di Angela Bernardoni e Andrea Viscusi: un saggio che esplora il genere sci-fi tra immaginario, politica e critica sociale, spiegando perché la fantascienza continua a parlarci del mondo reale.

Anatomia della fantascienza: perché il genere che parla del futuro racconta meglio il nostro presente

Per molti lettori la fantascienza è ancora sinonimo di astronavi, robot e mondi lontani. Un genere di evasione, spesso considerato “minore”, utile a intrattenere ma non a spiegare il reale. “Anatomia della fantascienza” nasce proprio per smontare questo pregiudizio e ribaltarlo: la fantascienza, ci spiegano Angela Bernardoni e Andrea Viscusi, è uno dei linguaggi più potenti per leggere il presente, interrogare il potere, analizzare le strutture sociali e immaginare alternative possibili.

Pubblicato da Lumen, il volume si propone come una vera e propria mappa critica per orientarsi nel labirinto dei sottogeneri sci-fi, ma anche come un manifesto culturale: capire la fantascienza significa capire come una società pensa se stessa, i propri limiti, le proprie paure e i propri desideri.

“Anatomia della fantascienza”: un saggio per leggere e scrivere il genere con consapevolezza

Il cuore del libro è un’operazione tanto ambiziosa quanto necessaria: ricostruire la fantascienza come sistema complesso, stratificato, vivo. Bernardoni e Viscusi accompagnano il lettore in un percorso che attraversa le origini storiche del genere, le sue trasformazioni, le etichette critiche, i topoi narrativi e le grandi domande che lo attraversano.

Il testo non si limita a elencare correnti o sottogeneri, ma li mette in relazione con i contesti storici, politici e sociali che li hanno generati. La fantascienza diventa così uno specchio deformante, ma estremamente rivelatore, del mondo terreno: ogni futuro immaginato è, in realtà, una diagnosi del presente.

Perché la fantascienza è importante e lo è sempre stata. La fantascienza è critica del potere

Uno dei punti di forza di “Anatomia della fantascienza” è l’insistenza sul valore politico del genere. Dalle distopie classiche alle narrazioni post-apocalittiche, la fantascienza ha sempre interrogato i meccanismi di controllo, sorveglianza, sfruttamento e disuguaglianza. Non racconta mondi impossibili, ma estremizza dinamiche già esistenti per renderle visibili.

In questo senso, la fantascienza non predice il futuro: lo smaschera.

Fantascienza e società: cosa denuncia del nostro mondo

Il saggio mostra come i grandi temi sci-fi – tecnologia, corpo, identità, intelligenza artificiale, catastrofe climatica, siano in realtà strumenti per parlare di alienazione, capitalismo, colonialismo, patriarcato e crisi ecologica. Il futuro diventa un campo di prova in cui osservare le conseguenze delle scelte presenti.

Bernardoni e Viscusi sottolineano come la fantascienza contemporanea sia sempre più attenta alle marginalità, alle prospettive femministe e intersezionali, alle voci non egemoni. Non a caso, oggi il genere è uno dei luoghi privilegiati per raccontare identità fluide, corpi non normativi e società alternative.

Perché la fantascienza piace da sempre

La fantascienza seduce perché offre distanza. Spostando l’azione nello spazio o nel futuro, consente di guardare il presente senza le difese emotive che spesso attiviamo di fronte alla realtà. È una lente critica travestita da intrattenimento.

Come spiegano gli autori, il lettore di fantascienza non cerca solo meraviglia, ma riconoscimento: dietro ogni androide, pianeta o civiltà aliena, si nasconde una domanda profondamente umana.

Una letteratura che educa all’immaginazione critica

Un altro nodo centrale del libro è l’idea che la fantascienza alleni il pensiero critico. Imparare a leggere il genere significa imparare a riconoscere strutture narrative, ideologie implicite, modelli di società. È una palestra di immaginazione politica.

Non a caso, Anatomia della fantascienza si rivolge anche a chi scrive: il volume offre strumenti concreti per approcciare il genere in modo consapevole, evitando cliché e ripetizioni, e costruendo storie che dialoghino davvero con il presente.

Una mappa per non perdersi nel multiverso sci-fi

Uno degli aspetti più riusciti del libro è il tono: chiaro, inclusivo, mai accademico in senso sterile. Anche i lettori non specialisti vengono guidati senza semplificazioni eccessive, in un percorso che valorizza la complessità senza renderla opaca.

La fantascienza viene smontata e ricomposta come un organismo vivente, capace di mutare e adattarsi, proprio come le società che racconta.

“Anatomia della fantascienza” è molto più di un saggio di genere: è un invito a guardare il mondo con occhi diversi. In un’epoca segnata da crisi ambientali, tecnologiche e sociali, la fantascienza non è una fuga, ma uno strumento di comprensione.

Bernardoni e Viscusi ci ricordano che immaginare futuri possibili, o impossibili, è un atto profondamente politico. E che forse, per capire dove stiamo andando, dobbiamo prima imparare a leggere davvero le storie che raccontiamo sul domani.

Un libro fondamentale per chi ama la fantascienza, ma soprattutto per chi vuole capire il presente.

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