MILANO – Non tutti reagiscono allo stesso modo di fronte ad un disastro ambientale. Dal libro scritto dalla giornalista Alessandra Zavatta intitolato “Tsunami. Ho cavalcato l’onda assassina” emerge quella che è stata la differente reazione allo Tzunami del 26 dicembre 2004 nello Sri Lanka da parte delle popolazioni locali, rispetto ai turisti o agli abitanti di origine europea. “Di fronte al disastro naturale, la gente del posto non è riuscita a reagire prontamente, è sembrata essere rassegnata e passiva di fronte a certe calamità. I turisti o gli abitanti di origini europee, invece, si sono dimostrate subito pronte a reagire, come dimostra uno dei testimoni protagonista nel mio libro, il surfista romano Marco Tartaglia, che ha subito cercato di mettere in salvo le persone che si trovavano in mare insieme a lui”.
Una differente reazione che, secondo la giornalista de “Il Tempo”, è dovuta a differenze di tipo culturale. “La diversa risposta a queste calamità naturali da parte di queste popolazioni locali dipende anche dal fatto che in quasi tutto il Sud Est Asiatico, tranne che in Giappone, dove sono più abituati a tali calamità, molte popolazioni non hanno un’organizzazione civile che possa far fronte tempestivamente a tali sciagure, e quindi non sono abituati a reagire tempestivamente e in modo organizzato”.
31 maggio 2012