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Aldo Cazzullo, “Ecco perché le donne sono migliori degli uomini”

Torna in libreria Aldo Cazzullo con un nuovo libro, "Le donne erediteranno la terra. Il nostro sarà il secolo del sorpasso", pubblicato da Mondadori.

MILANO – Torna in libreria Aldo Cazzullo con un nuovo libro, “Le donne erediteranno la terra. Il nostro sarà il secolo del sorpasso“, pubblicato da Mondadori nella collana Strade Blu. Un saggio appassionato e argomentato su uno dei più grandi cambiamenti che ci aspettano e a cui, in parte, stiamo già assistendo: la conquista da parte delle donne dei più importanti ruoli di potere. Ecco la nostra intervista all’autore.

Quali qualità delle donne le rendono migliori degli uomini?

E’ sempre sbagliato generalizzare, ma mi pare che le donne abbiano delle qualità adatte a governare il tempo in cui viviamo, che è un tempo grandioso e terribile. La clonazione e l’intelligenza artificiale ci hanno fatto entrare nell’era della riproducibilità tecnica della vita: l’uomo crea l’uomo. Questa fase, ricca di opportunità ma anche di rischi, credo sia meglio che la governino le donne, che da sempre maneggiano la vita e la morte.  La donna è colei che resta, che si sacrifica, che guarda lontano, che si prende cura. E la terra e l’uomo hanno molto bisogno di cura perché abbiamo capito che l’uomo e il mondo non sono immortali. Come racconto nel libro, il mondo fu creato dalla dea Cura, che impasta il fango e plasma una creatura e chiede a Giove di insufflarli l’anima. Poi scoppia una discussione per capire quale nome dare a questa creatura, perché sia Cura, sia Giove, sia la Terra pretendono di imporre il proprio. Allora è chiamato a fare da arbitro Saturno, che decide così: dopo la morte l’anima della creatura andrà a Giove e il corpo alla Terra, ma finché vivrà apparterrà a Cura. La donna ha una sua particolare forma di genialità, fatta di intuizione, capacità di prendersi cura degli altri. La bellezza di una donna non è data solo dall’aspetto fisico, ma dalla sua forza morale, dall’intelligenza. Per questo io dico: “Meglio un sorriso di un lifting”. Credo che le donne debbano avere più fiducia in loro stesse. Non ho mai sentito negli spogliatoi parlare di Kate Moss, o di altre donne di carta, ma li ho sempre sentiti parlare delle loro vicine di banco o di scrivania, di donne vere, in carne e ossa.

Perché quando viene detto alle donne che saranno loro a comandare il mondo alcune di esse sono scettiche?

Perché l’Italia è ancora un paese maschilista. Se pensiamo alla Merkel o a Hilary Clinton, il mondo è avanti mentre l’Italia resta indietro. Il problema è che il maschilismo è di solito insegnato dalle madri ai figli maschi. Però abbiamo già fatto enormi passi in avanti, basti pensare che la prima donna ministro l’abbiamo avuta solo nel 1976: per 30 anni la democrazia italiana ha creduto di poter fare a meno delle donne. Oggi sono donne il sindaco della capitale e di Torino, sono donne i direttori delle principali carceri, sono donne la maggioranza dei giovani magistrati e dei giovani medici (campi riservati da secoli agli uomini). Il 60% dei giovani laureati sono donne. C’è ancora un divario da colmare, ma la storia ormai si è messa in moto. Per le ragazzine, a cui il libro è dedicato – il libro è dedicato a mia figlia Rossana che ha sedici anni e alle ragazze della sua generazione -, per le ragazzine di oggi sarà del tutto normale che il capo dello stato sia una donna. Non si guarderà più se è bella o brutta, se ha o no la cellulite, si guarderà invece se è onesta o non lo è, se è brava o non lo è, se è competente o non lo è. E io penso che le donne siano più difficili da corrompere degli uomini, non che non esiste una donna corrotta ma oggettivamente le donne sono meno corrotte degli uomini.

Dicevi che le madri sono loro stesse a insegnare ai figli a essere maschilisti. Perché ciò accade?

Perché la nostra è una mentalità un po’ antica. Fino al 1975 la legge era dalla parte del maschio, riconosceva la potestà maritale e una sentenza della cassazione sancì che poteva essere esercitata anche con mezzi coercitivi: insomma, picchiare la donna non era reato. Il maschio si imponeva, e la violenza è il mezzo con cui i deboli dissimulano un senso di inferiorità nei confronti della donna.

E’ proprio di questi giorni un dibattito sul maschilismo, quanto sia esistito in passato in letteratura e quanto esista adesso. Una riflessione di un noto editore in merito al fatto che molti premi letterari sono stati vinti soprattutto da uomini, eppure – guardando il mercato libraio – 6 libri venduti su 10 sono scritti da donne. Qual è il suo pensiero al riguardo?

In parte ti smentisco perché poco tempo fa mi è capitato di vedere una donna vincere un premio letterario. Sono il presidente del “Premio Giulietta. Scrivere per amore”, che è stato assegnato lunedì scorso a Verona Mariapia Veladiano, che ha sconfitto in finale due scrittori maschi, per altro bravissimi. Quindi non è sempre così, però è vero quello che dici: lo Strega tende a premiare di più gli uomini. Per esempio io ho apprezzato tantissimo il libro di Elena Stancanelli, è un’ottima scrittrice che credo avrebbe meritato lo Strega. Più in generale considera che le sorelle Bronte pubblicano nello stesso anno tre grandi romanzi (“Jane Eyre”, “Cime tempestose” e “La signora di Wildfell Hall”) e tutte e tre firmano con un nome maschile, perché era inconcepibile che una donna potesse scrivere un libro. Emily Dickinson muore senza aver pubblicato una poesia ma, quando li trova la sorella e le dà alle stampe, la Dickinson diventa la più grande poetessa americana. Detto questo, le donne non perdono la speranza, le donne salvano. A testimonianza di ciò, nel libro racconto la storia di una ragazzina che abbraccia il padre che aveva già il cappio al collo e lo sostiene fino a quando non arrivano i soccorsi.

A quale donna del passato non viene secondo te riconosciuto il giusto valore?

Quando racconto la storia di Rosa Parks, i ragazzi nelle scuole sgranano gli occhi perché non l’hanno mai sentita nominare. Per me lei è uno dei giganti del XX secolo. Mi raccontava Rita Levi Montalcini, che quando era andata in America rimase di sasso nel vedere le donne nere che si alzavano in piedi sull’autobus per far sedere gli uomini bianchi, fino a quando una di loro, Rosa Parks, una donna delle pulizie dell’Alabama, ha rifiutato di alzarsi in piedi ed è cominciata così una delle tante rivoluzioni dei diritti civili cominciate dalle donne. I nostri giovani devono conoscere questa storia perché i diritti delle donne non sono caduti dal cielo ma sono il frutto di secoli di battaglie e di conquiste. Per questo bisogna essere molto fermi nel difendere questi diritti, anche dalla mentalità che alcuni dei nuovi italiani hanno. Chi viene in Italia deve rispettare la nostra idea della donna. Le donne italiane ci hanno messo secoli a potersi togliere il velo e non capisco perché debbano rimetterselo adesso. Penso all’aggressione di Colonia, che è stata un’aggressione alla nostra civiltà, alla libertà della donna di uscire con chi voleva, di vestirsi come voleva. Bisogna tener conto che l’uomo ha sempre avuto paura della donna e della sua libertà, in particolare di quella sessuale. La violenza nasce anche dall’incapacità dell’uomo di accettare un abbandono.

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