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Addio al Premio Nobel Nadine Gordimer, la scrittrice sudafricana amica di Mandela

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Il mondo della letteratura, oggi, dice addio a Nadine Gordimer morta a 90 anni per un tumore al pancreas. Vincitrice del Booker Prize nel 1974 e del Premio Nobel per la letteratura nel 1991. Nel gennaio 2007 le venne assegnato il Premio Grinzane Cavour per la Lettura

MILANO – Il mondo della letteratura è in lutto per la perdita, ieri, di Nadine Gordimer, scrittrice sudafricana morta all’età di 90 anni, a Johannesburg. Oltre ai tantissimi riconoscimenti (BookePrize nel 1974, Premio Nobel nel 1991 e Premio Grinzane Cavour nel 2007), la scrittrice è ricordata per essere stata una delle più importanti voci contro l’apartheid.

NADINE GORDIMER – Nasce a Springs, centro minerario nell’area urbana a est di Johannesburg (East Rand) nella provincia del Gauteng, da Isidore e Nan Gordimer. I suoi genitori sono entrambi immigranti ebrei: il padre si era trasferito in Sudafrica dalla Lettonia, la madre da Londra. Vive a Johannesburg. Durante la gioventù riceve un’educazione di stampo cattolico; la madre la spinge sin da piccola a leggere e a interessarsi al mondo che la circonda: comincia così a scoprire il razzismo di cui è permeata la società in cui vive. Si iscrive alla University of Witwatersrand dove segue i corsi del primo anno, ma interrompe gli studi senza diplomarsi; qui tocca con mano le barriere esistenti fra i giovani studenti bianchi e i neri anche nell’istruzione universitaria. In questi anni entra in contatto con l’African National Congress e inizia la sua lotta contro la discriminazione razziale.

LA LOTTA PER I DIRITTI UMANI – Negli anni sessanta e settanta insegna in alcune università degli Stati Uniti. Si batte affinché il Sudafrica riesamini e ritratti la pluridecennale politica di apartheid. Molte delle sue opere affrontano la questione delle tensioni morali e psicologiche dovute alla segregazione razziale in atto nella sua patria. La sua prima pubblicazione è un breve racconto per bambini, The Quest for Seen Gold, apparso sul Children’s Sunday Express nel 1937. La sua prima raccolta, Face to Face (Faccia a faccia), è pubblicata nel 1949. Il primo romanzo The Lying Days, è pubblicato nel 1953. Fra i membri fondatori del Congress of South African Writers, Gordimer è stata premiata con numerosi titoli onorifici, dalla laurea Honoris Causa all’università di Lovanio, in Belgio (prima in ordine di tempo) al titolo di Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres.

L’AMICIZIA CON NELSON MANDELA – Nadin Gordimer conobbe Madiba (così i sudafricani chiamano Nelson Mandela) grazie Anthony Sampson, un giornalista inglese che aveva fondato Drum, la prima pubblicazione realizzata dai neri di Johannesburg. Lui conosceva Mandela e il giorno della sentenza al processo di Rivonia, fu invitata. Mandela aveva grande rispetto per la scrittrice, tanto che mentre era detenuto alla prigione di Robben Island riuscì ad avere una novella della Gordimer, “Burger’s Daughter”, che racconta la storia di una famiglia in cui la politica veniva prima di tutto. In vecchie interviste, la scrittrice confesso che Nelson Mandela, dopo averlo letto, le aveva inviato una lunga lettera piena di elogi che lei non aveva mai mostrato a nessuno perché privata.

L’ANNUNCIO DELLA MALATTIA – Il 20 marzo 2014 in un’intervista a La Repubblica , per l’uscita italiana del suo romanzo Racconti di una vita, rivela d’essere malata di cancro al pancreas e l’intenzione di smettere di scrivere per le poche energie che la malattia le lascia.

14 luglio 2014

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