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Abbandonare un libro a metà non sempre è la scelta sbagliata

Nell'epoca dell'ereader, abbandonare un libro che non si è finito di leggere non è mai stato così facile. Non c'è neppure bisogno poi, di andare a cercarne uno nuovo tra gli scaffali – di solito se ne hanno molti accumulati sul proprio device. Eppure scegliere di rompere prematuramente la relazione con un libro resta doloroso, è una decisione che si accompagna a un forte senso di colpa...
L’ereader favorisce la tendenza a interrompere un libro prima di averlo terminato per passare subito a un altro nuovo. Ma se tendiamo a sentirci in colpa nel farlo, in un articolo del Wall Street Journal gli esperti ci spiegano che, a volte, abbandonare una lettura è la decisione migliore per il lettore
 
MILANO – Nell’epoca dell’ereader, abbandonare un libro che non si è finito di leggere non è mai stato così facile. Non c’è neppure bisogno poi, di andare a cercarne uno nuovo tra gli scaffali – di solito se ne hanno molti accumulati sul proprio device. Eppure scegliere di "rompere prematuramente la relazione" con un libro resta doloroso, è una decisione che si accompagna a un forte senso di colpa. Dell’argomento si è occupata in questi giorni la giornalista Heidi Mitchell sul Wall Street Journal, spiegando con l’aiuto dello psicologo clinico Matthew Wilhelm il perché di questi sentimenti di colpevolezza.
 
IL PARERE DELL’ESPERTO – “Abbandonare un libro prima di averlo terminato va contro come siamo costruiti”, afferma loWilhelm. “Noi abbiamo la tendenza a percepire ciascun oggetto come se fosse un tutt’uno, un ‘intero’ indivisibile, anche se in realtà non lo è. Quest’attitudine è molto forte e aiuta a spiegare l’ansia che nasce in noi quando si interrompono determibnate attività non portate a termine”. L’idea di "fermarsi a metà" genera stress, eppure lo facciamo molto spesso. E talvolta non lo nascondiamo. Goodreads, una community di lettori on line che è stata recentemente acquistata da Amazon.com, ha invitato i suoi 18 milioni di utenti a indicare i libri iniziati ma mai finiti, per stilare una classifica di quelli più frequentemente abbandonati. Hanno votato 7300 membri, e in vetta alla lista è risultato "Comma 22" di Joseph Heller, un classico della letteratura americana. Poco più in basso, i libri della serie del "Signore degli anelli".
 
L’EREADER HA CAMBIATO IL NOSTRO STILE DI LETTURA – Secondo una ricerca condotta dal Pew Research Center, i lettori dai 16 anni in su leggono fino a 17 libri l’anno, con una media di 8 libri all’anno. Un lettore che rientra in questa media dichiara di arrivare a leggere con le nuove teconologie fino a 31 libri all’anno. Di solito infatti ha una decina di libri pronti da leggere sul suo ereader: dopo aver letto qualche pagina di uno, può passare in pochi secondi a un altro. I lettori di ebook abbandonano i libri a metà molto frequentemente. Ma questo non è necessariamente un male. Sara Nelson, direttore editoriale di libri e ebook presso Amazon.com, sostiene che gli ereaders abbiano aperto ai consumatori accaniti non tanto la possibilità di interrompere una lettura a metà, quanto quella di “entrare” ed “uscire” dai testi a seconda del loro umore. “Così come puoi fermarti a metà strada, puoi anche molto facilmente tornare al libro precedente”.
 
LIBERTA’ DI SCELTA AL LETTORE –  Alcuni bibliotecari, come Mary Wilkes Towner, docente presso la Graduate School of Library and Information Science della University of Illinois, consigliano ai lettori di interrompere un libro in qualsiasi momento lo desiderino, per sfatare l’associazione, tipica dell’infanzia, lettura uguale obbligo. “Ho avuto modo di osservare che le persone si sentono costrette a portare a termine una lettura, proprio come erano obbligati durante l’infanzia a finire tutto ciò che avevano nel piatto. Se vuoi essere un letterato, finisci!" – questo è l’imperativo, spiega Mary Wilkes Towner. "Tutti invece dovremmo sentirci autorizzati a interrompere la lettura quando più lo desideriamo.” Un’ex redattrice, la signora Haber, afferma che quando trova un libro editorialmente poco curato non va oltre pagina 25, e altrettanto fanno suoi amici e colleghi. Ma anche loro ammettono che poi si sentono in colpa. 
 

LE STRATEGIE DEL LETTORE – Il nostro consiglio, allora, è di imparare a discriminare i libri che vale veramente la pena di leggere, e che magari abbandoniamo solo per pigrizia, perché "troppo difficili", da quelli che lasciamo a metà perché effettivamente non sono le letture adatte a noi. Se nel primo caso possiamo sfruttare il senso di colpa come un buono stimolo per spingerci a proseguire nell’impresa, nel secondo meglio mettersi il cuore in pace e combattere il fastidio ripetendosi che un lettore ha diritto di scegliere! Quanto alle lettura più impegnative, gli psicologi, come riportato dal Wall Street Journal, suggeriscono alcune strategie per aiutarsi ad affrontarle. La psicologa infantile Meena Dasari, per esempio, sottolinea che “Se tu dici ‘Non sono sufficientemente intelligente’, allora è molto probabile che rinuncerai a terminare la tua lettura. Ma se dici ‘Questo è un testo complicato’, è molto più probabile che riuscirai ad arrivare alla fine". Inoltre, se nel gruppo dei coetanei gli amici hanno letto il libro, questo può servire a spronare e portare a termine il proprio intento. Per questo può essere utile far parte di un gruppo di lettura. Ci sono poi i libri veramente troppo difficili, e altri che aspettano semplicemente il proprio momento. Per questi, prescriviamo un po’ di pazienza e tanto esercizio alla lettura!

 
14 giugno 2013
 
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