9 gialli in uscita da non perdere la prossima settimana

18 Ottobre 2025

Nove nuovi gialli in uscita tra thriller psicologici, misteri storici e noir italiani. Indagini, segreti per una settimana ad alta tensione narrativa.

9 gialli in uscita da non perdere la prossima settimana

I gialli restano forse i libri più amati, perché raccontano ciò che temiamo e, allo stesso tempo, ciò che ci tiene vivi: la ricerca della verità, l’adrenalina, il sospetto; per questo non c’è settimana che sugli scaffali delle librerie non ne compaia uno nuovo di zecca — e non c’è settimana che noi di Libreriamo non ne consigliamo almeno un paio.

Questa volta, però, abbiamo deciso di consigliarvene ben nove, tra thriller psicologici, noir d’autore e delitti in piena regola.

Gialli da non perdere

Le uscite di questa settimana offrono un viaggio che attraversa epoche, toni e atmosfere, dalle nebbie dell’Inghilterra ai vicoli d’Italia, otto storie diverse si intrecciano attorno a un’unica ossessione: scoprire cosa si nasconde dietro l’apparenza.

“Strani frutti” di Loriano Macchiavelli

Sarti Antonio non è più in servizio: sospeso dalla questura per aver spinto le sue indagini troppo oltre, il celebre questurino di Bologna ha deciso di rifugiarsi sull’Appennino, nella casa dell’amico Dido, per prendere fiato e allontanarsi da un mondo che gli somiglia sempre meno.

L’Europa che vede rinascere forze di sicurezza dal nome inquietante e un clima di indifferenza crescente lo disgusta; ma la quiete dura poco.

In un gelido mattino d’inverno, Sarti attraversa la piazza di un piccolo paese innevato e nota qualcosa che pende da un ramo di un vecchio acero: un corpo, appeso a testa in giù. Il riferimento alla canzone di Billie Holiday, Strange Fruit, è inevitabile. Ma il “frutto” che ondeggia al vento non è ancora morto: è un ragazzo nero, conosciuto da tutti come “il Somalia”, che lavora al distributore di benzina del paese.

Sarti riesce a salvarlo appena in tempo, ma l’aggressione rivela un’ondata di odio che monta tra le montagne, dove la memoria della Resistenza sembra essersi spenta. Insieme a Dido e alla Biondina, l’ex poliziotto indaga su una serie di crimini che riportano alla luce ferite antiche e tensioni nuove.

In “Strani frutti”, Loriano Macchiavelli intreccia il giallo politico e la denuncia sociale, raccontando un’Italia che ha dimenticato la solidarietà e un uomo che, per la prima volta, dovrà scegliere se continuare a credere nella giustizia o imbracciare un’arma.

“Quella cara vecchietta” di Belton Cobb

Nella quiete di una casa borghese vicino Londra, il capitano Sprague vive con la madre anziana e malata, una cugina invadente e la devota Miss Emma Claypole, dama di compagnia e infermiera della signora.

Emma è una donna timida, pia e di un’onestà quasi dolorosa: anni di servizio silenzioso l’hanno abituata a vivere ai margini, ma anche a osservare tutto. Quando scopre che la sua datrice di lavoro, in segno di riconoscenza, ha deciso di lasciarle un lascito di duemila sterline, il sollievo si mescola all’angoscia: potrà ereditare quella somma solo se sarà ancora alle dipendenze della famiglia al momento della morte della signora Sprague.

Il destino, però, si diverte a complicare la sorte dei deboli. La salute della vecchia precipita, e il medico decide di sostituire Emma con un’infermiera più esperta.

L’espulsione equivale alla rovina. L’idea – fugace, terribile – s’insinua: basterebbe aumentare la dose di morfina, e tutto sarebbe risolto; ma Emma non è capace di un gesto simile. Eppure, quella notte, Mrs. Sprague muore avvelenata dalla morfina. Tutti sanno che solo Emma poteva averla somministrata. Eppure, chi conosce quella “cara vecchietta” stenta a credere che sia un’assassina.

Quella cara vecchietta” di Belton Cobb è un perfetto esempio di giallo psicologico all’inglese, dove l’innocenza diventa sospetto e la rispettabilità di provincia nasconde la ferocia della paura.

“Quattro verità sepolte” di Joy Ellis

Nel cuore fangoso delle Fens, un territorio di paludi e nebbie nell’Inghilterra orientale, una ragazza vaga nella notte inzuppata di pioggia e paura. Dice di essere stata drogata durante una festa e che la sua amica Emily è stata rapita. Ma nessuno sa chi sia Emily: nessuno l’ha vista, nessuno la reclama. Quando il cadavere di un’altra giovane donna riaffiora su una spiaggia solitaria, l’eco di un vecchio incubo torna a scuotere la comunità: dieci anni prima, in quelle stesse terre, una bambina era sparita nel nulla.

Un caso mai risolto, che da allora tormenta la madre e divide gli abitanti del villaggio. L’ispettore Rowan Jackman e la sergente Marie Evans si trovano di fronte a un’indagine che odora di passato.

Ogni pista conduce a un muro di silenzi, a un segreto condiviso e occultato con troppa cura. Dietro la calma apparente delle Fens si nasconde un labirinto di bugie: un club clandestino, uomini che adescano adolescenti, un ex ospedale — il Windrush — dove qualcosa di indicibile sembra essersi ripetuto per anni.

Mentre le vittime si moltiplicano e il tempo scorre, la squadra deve ricomporre quattro versioni della verità, ciascuna sepolta in chi la racconta. “Quattro verità sepolte” è un thriller atmosferico e ossessivo, dove il paesaggio diventa complice e ogni silenzio pesa come una confessione mancata.

“Morte in ascensore” di Alan Thomas

Nel pieno della sua fama, un celebre criminologo riceve una missiva che odora di sfida. Il mittente si firma “Cappello Rosso” e lo convoca il giorno seguente, alle 15.25, davanti all’ascensore della stazione di Hyde Park Corner. L’uomo, abituato a smascherare delitti impossibili, accetta senza esitazione: sarà l’ennesimo enigma da risolvere. Ma quando le porte della cabina scorrono e l’ascensore inizia la discesa, il suo appuntamento con la ragione si trasforma in un appuntamento con la morte. Poco dopo, viene ritrovato riverso, pugnalato alla schiena. Nessuno era con lui nella cabina; nessuno lo aspettava al piano di sopra; in banchina, solo due persone, entrambe distanti e apparentemente incapaci di avvicinarsi alla vittima. Un delitto “a tenuta stagna”.

Scotland Yard eredita un caso che sembra violare le leggi dello spazio e del tempo. Gli investigatori smontano la scena con pazienza chirurgica: cronometri, itinerari, angoli ciechi, la meccanica dell’ascensore, il traffico del pomeriggio londinese. Ogni dettaglio genera una pista: chi si nasconde dietro il soprannome? Perché attirare proprio lì la vittima? Esiste un complice invisibile, o l’assassino ha trasformato la cabina in un palcoscenico perfetto, sfruttando un trucco di precisione quasi ingegneristica?

Mentre i sospetti serpeggiano tra colleghi invidiosi, figure equivoche del sottobosco cittadino e insospettabili frequentatori della metropolitana, l’indagine si gioca su quel sottile crinale che separa l’alibi dalla messinscena. Il finale, rigorosamente “fair play”, richiama tutti sul luogo del crimine: un’ultima, vertiginosa ricostruzione che svela come si possa uccidere in un ascensore… senza essere mai visti. Un classico enigma alla camera chiusa che fa della logica il suo coltello più affilato.

“Il male che gli uomini fanno” di Sandrone Dazieri

Trent’anni fa Itala Caruso, poliziotta dal temperamento feroce e un passato torbido, aveva fatto la scelta sbagliata. Allora la chiamavano “la Regina”, temuta e rispettata nei corridoi del potere, ma coinvolta in un giro di corruzione che le impose compromessi morali e scelte dolorose. Tra queste, l’incarico di incastrare un uomo accusato di aver ucciso tre adolescenti: il Persico. Le prove erano fragili, ma Itala non poteva rifiutare.

Oggi, un nuovo orrore risveglia il passato. Una ragazza di sedici anni, Amala Cavalcante, viene rapita da uno sconosciuto dai capelli bianchi e rinchiusa nei sotterranei di un edificio abbandonato. Mentre la giovane lotta per sopravvivere, sua zia Francesca – avvocata che trent’anni prima aveva difeso l’uomo accusato di essere il Persico – capisce che il vero assassino è ancora libero. E che forse è tornato per completare il suo disegno.

Tra false identità, corruzione, segreti familiari e un misterioso turista israeliano disposto a uccidere pur di salvare la ragazza, il caso riapre ferite mai rimarginate. “Il male che gli uomini fanno” è un noir potente e spietato, che affonda nel lato oscuro della giustizia e nella memoria collettiva di un Paese dove il male, come la verità, raramente muore.

“I Kill Killers” di S. T. Ashman Leah

Nachtenebel è una pianista di fama mondiale, un’artista raffinata e impeccabile che incanta le platee di tutto il mondo. Ma quando cala il sipario e il pubblico scompare, Leah cambia volto: abbandona i tasti del pianoforte per imbracciare la vendetta. Di notte, è una giustiziera spietata che dà la caccia ai killer sfuggiti alla legge, spinta da un istinto ferino e da un passato che non smette di perseguitarla.

Dietro la sua mente brillante e la disciplina da concertista, si nasconde una donna ossessionata dal concetto di giustizia. Ma quando il suo ultimo bersaglio riporta alla luce un legame con un trauma mai risolto, il fragile equilibrio della sua doppia vita inizia a incrinarsi. A complicare tutto c’è un agente dell’FBI che la tallona con metodo e ostinazione, deciso a smascherarla, e un serial killer che sembra conoscerla fin troppo bene.

I Kill Killers” è un thriller adrenalinico che esplora il confine sottile tra bene e male, vittima e carnefice. Leah è una protagonista fuori dagli schemi: colta, carismatica, letale. In lei convivono la grazia dell’artista e la ferocia della cacciatrice, in una storia che mescola vendetta, ossessione e il brivido costante di essere scoperti.

“La belva nel labirinto” di Hans Tuzzi

Estate 1987, Milano. Una città che freme tra modernità e oscuri segreti diventa teatro di una serie di delitti tanto efferati quanto indecifrabili. Le vittime non sembrano avere nulla in comune: un sacerdote di frontiera, un travestito solitario, un brillante studente universitario; eppure, su ogni scena del crimine compare lo stesso inquietante segno — un Arcano dei tarocchi e una scritta enigmatica, tracciata con cura dall’assassino.

Il vicequestore Norberto Melis, figura razionale ma dotata di profonda sensibilità, viene chiamato a indagare su quella scia di morte che sembra intrecciarsi con un mondo di simboli esoterici, retaggi nazisti e manovre dei Servizi segreti. È solo follia individuale, o dietro quegli omicidi si cela un disegno più grande, un labirinto morale e politico da cui è impossibile uscire indenni?

Con pazienza e rigore, Melis affronta un’indagine che è anche un viaggio nell’abisso della mente umana, tra superstizione e fanatismo, fede e giustizia. La belva nel labirinto conferma Hans Tuzzi come una delle voci più raffinate del noir italiano: un romanzo denso di atmosfere, colto e inquietante, dove la verità non è mai un punto d’arrivo, ma un fragile equilibrio tra luce e ombra.

“L’apprendista” di Bruno di Marco

Un thriller storico dalle tinte dark che intreccia arte, astrologia e spionaggio sullo sfondo dell’Italia rinascimentale. Martino e Clarizia, due giovani cresciuti nel fasto del Palazzo di Urbino, sono stati addestrati per una missione segreta che può decidere le sorti del ducato. Devono interpretare due identità: quella di Raphael Urbinas, il pittore prodigio destinato a conquistare le corti italiane, e quella dello Scorpio Major, una spia letale, maestra nei travestimenti e nelle arti dell’assassinio.

A guidarli è Messer Ludovico Odasio, primo consigliere del duca Guidobaldo, uomo di scienza e di ombre, che ha introdotto i due apprendisti a una disciplina esoterica: un tipo di astrologia riscoperta tra gli antichi testi mesopotamici e perfezionata grazie agli studi di Niccolò Copernico. Questa scienza proibita sarebbe in grado di prevedere con esattezza la data e le circostanze della morte di ogni individuo.

Quando il ducato viene minacciato dalle mire di Cesare Borgia e dal genio militare di Leonardo da Vinci, Martino e Clarizia devono mettere in gioco la loro stessa vita, muovendosi tra intrighi, segreti e simboli nascosti. “L’apprendista” è un viaggio nell’oscurità del Rinascimento, dove l’arte diventa maschera, la scienza sfida il destino e il sapere si tinge di sangue

“L’altro fratello” di Mary Higgins Clark & Alafair Burke

Simon ed Ethan sono fratelli gemelli identici, affascinanti, intelligenti e popolari: perfetti, almeno in apparenza. Ma tutto cambia in una scioccante notte d’estate, durante la festa di laurea, quando i loro genitori vengono assassinati a sangue freddo. I sospetti cadono su uno dei due: ma chi era presente sulla scena del crimine? E se, invece, avessero orchestrato insieme il delitto perfetto? Dieci anni dopo, quel mistero resta irrisolto.

Ora Simon ed Ethan hanno vite parallele: entrambi sposati, con figli, divisi da rancori segreti e accuse sottili. Ognuno cerca di dimostrare la propria innocenza a discapito dell’altro, in un gioco doloroso e crudele. Frankie, la sorella minore, decide di riaprire il caso e si rivolge a Laurie Moran, produttrice di un programma investigativo televisivo, per far luce sulle ombre che hanno consumato la loro famiglia. Ma più il team si avvicina alla verità, più i segreti taciuti emergono — ricordi sbiaditi, alibi fragili, oscuri legami che sembravano dissolti tornano a essere presenza minacciosa.

Mistero, tensione psicologica e un intreccio di relazioni familiari si uniscono in un thriller che esplora la fragilità dell’identità e il peso del sospetto. A ogni pagina, il lettore è chiamato a chiedersi: fino a che punto conosciamo chi ci sta accanto?

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