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8 marzo, il poetico pensiero di Candida Morvillo

Donna sta sul ciglio. Senza neanche saperlo. Spalle verso il vuoto. In bilico su cosa? Per dimostrare che cosa? E ora il ciglio si è fatto corda...

Donna sta sul ciglio. Senza neanche saperlo. Spalle verso il vuoto. In bilico su cosa? Per dimostrare che cosa? E ora il ciglio si è fatto corda. C’è il vuoto davanti e dietro e sotto. Il brivido dell’equilibrista. Lo spirito dei tempi. L’onnipotenza del mondo ai suoi piedi. La cecità di chi può guardare solo diritto davanti a sé.

Donna chiama libertà questa condanna. E non c’è un uomo a raccoglierla, se casca. Rendiamoci conto. Un uomo. Di quelli piccoli, che vedi dall’alto in basso, quando stai lassù, sulla fune.

Il mondo le sussurra “sei il mio tesssoro”. E nel vento di lusinghe, le è impossibile cogliere quella voce, la sua voce, che pure le dice che, per vedere il cielo sopra di sé, l’unica è camminare salda sul terreno, sporcandosi le piante dei piedi, stampando orme nuove tra le orme, riconoscendo in una mano da stringere il dio a cui affidarsi lungo il cammino.

Candida Morvillo

Giornalista e scrittrice, è editorialista di Rizzoli Corriere della Sera Mediagroup e firma su Corriere.it la video rubrica “Pernientecandida”. Ha diretto il settimanale Novella 2000. Ha lavorato ad A, Vanity Fair e prima ancora a Oggi, Il Mattino, Il Golfo di Sorrento e alla Libertà di Piacenza. Ha da poco pubblicato il suo primop romanzo, “Le stelle non sono lontane”.

8 marzo 2014

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