7 libri per curare il burnout

11 Novembre 2025

Il burnout è esaurimento emotivo. Ecco 7 libri, dal saggio ironico alla fuga narrativa, ideali per ritrovare l'energia e il sorriso.

7 libri per curare il burnout

Se ultimamente vi sentite svuotati, emotivamente prosciugati e l’idea di affrontare un altro giorno genera un’apatia profonda, potrebbe non trattarsi di semplice stanchezza, bensì burnout.

Non è una semplice “spossatezza”, ma una vera e propria sindrome da esaurimento – fisica, mentale ed emotiva – che deriva dallo stress cronico mal gestito, spesso legato al contesto lavorativo. Si manifestano cinismo, disconnessione e l’efficacia personale crolla. L’esaurimento emotivo è il sintomo centrale, quella sensazione di aver oltrepassato i propri limiti, di non avere più nulla da dare.

Cosa è davvero necessario quando si è in burnout?

In questo stato, ciò di cui si ha più bisogno è riconnettersi a sé stessi e ricaricare le batterie. Serve una pausa dal fare per tornare all’ essere. È fondamentale trovare:

  • Validazione e comprensione del proprio stato.
  • Strumenti per gestire lo stress e ritrovare la motivazione.
  • Leggerezza e una via di fuga (anche temporanea) dalla pressione.

Ed è qui che entrano in gioco i libri

Leggere può essere un atto di auto-cura: che si desideri un manuale pratico per uscirne, una storia che dia speranza, o semplicemente un’evasione che distragga, è sempre possibile trovare un testo appropriato.

Abbiamo selezionato 7 libri perfetti per ogni fase e sfumatura del burnout. Non è necessario leggerli tutti, è sufficiente scegliere quello che risuona con la propria stanchezza attuale.

Pronti a trovare la prima scintilla di energia?

“But Santa I Love Him” di Hazel Riley, Karim B. (Sperling & Kupfer)

Quando il burnout affligge, l’individuo si ritrova intrappolato in un ciclo di stanchezza e apatia; in questi momenti, la necessità primaria non è un saggio, ma una fuga totale e una iniezione di leggerezza. Questo romanzo natalizio offre proprio tale evasione, presentandosi come un’esperienza di lettura unica nel suo genere: un vero e proprio calendario dell’Avvento narrativo.

Gli autori, Hazel Riley e Karim B., hanno ideato un meccanismo semplice ma geniale: ventiquattro capitoli da scoprire in sequenza non cronologica, seguendo un ordine segreto indicato da caselle nascoste nel volume. Questa struttura trasforma l’atto di leggere in un gioco interattivo e sorprendente, richiedendo al lettore una concentrazione ludica che funge da perfetta distrazione dallo stress cronico.

La storia è ambientata nel vibrante campus della Augustine Hall University, dove l’attesa del Natale funge da sfondo a un’imprevedibile avventura sentimentale. Tra tornei di basket, milkshake e playlist a tema festivo, si snodano le vicende dei protagonisti, ricche di equivoci, confessioni inattese e colpi di scena. Il ritmo serrato e l’atmosfera luminosa sono un antidoto potente al cinismo e all’esaurimento emotivo tipici del burnout.

Scegliere questo titolo significa regalarsi un momento di pura e spensierata evasione, permettendo alla mente di staccarsi dalle pressioni quotidiane per immergersi in un mondo dove l’unica preoccupazione è ricostruire il puzzle narrativo e credere ancora nella magia e nel potere rigenerante dei sentimenti. È una riflessione leggera e sincera sull’amore, ideale per chi cerca di riscoprire il sorriso e la speranza.

“Tutta la stanchezza del mondo” di Enrica Tesio (Bompiani)

Quando il burnout non è solo stanchezza fisica, ma un sovraccarico emotivo e la fatica di vivere nel tempo del multitasking esasperato, si cercano comprensione e validazione. Questo saggio-diario corale, attraverso il tono inconfondibile di Enrica Tesio, offre proprio questo: un ritratto lucidissimo e ironico della condizione moderna.

Il testo dà voce alle “dodici fatiche” che definiscono la quotidianità di chi non può permettersi di fermarsi, di chi è costantemente in bilico tra lavoro, famiglia e la necessità di essere sempre connesso.

L’autrice prende spunto da un evento emblematico – le dimissioni di un Papa motivate dalla stanchezza – per riconoscere e dare dignità a quella stessa fatica universale. Tesio definisce la condizione come “multistanching”, descrivendo madri esauste, lavoratori in apnea e relazioni mantenute in vita da notifiche. Lungi dall’essere un lamento sterile, il libro si configura come un piccolo manuale di sopravvivenza emotiva.

Alternando aneddoti e riflessioni dolenti ma brillanti, l’autrice mostra come la vulnerabilità e la condivisione della fatica possano essere la chiave per riconnettersi con la propria umanità. Si tratta di una lettura essenziale per chi ha bisogno di sentirsi compreso, ritrovando nello humour e nella tenerezza l’invito a concedersi una carezza e a restare umani nel rumore e nella frenesia del mondo contemporaneo.

“Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi” di Michela Murgia (Mondadori)

Quando il burnout si manifesta come una vera e propria crisi esistenziale, un momento in cui l’individuo sente che “la vita che conosceva è finita,” è necessario un testo che offra una chiave di lettura e un rito per attraversare il cambiamento. Questo mosaico di racconti firmato da Michela Murgia affronta le zone di fragilità e trasformazione dell’esistenza attraverso le storie di uomini e donne comuni spiazzati dalla malattia, dalla perdita o dal fallimento.

I protagonisti sono costretti a fare i conti con la fine di un ordine stabilito, reinventando nuove forme di sopravvivenza emotiva. Il titolo, “Tre ciotole“, allude a un gesto simbolico di accoglienza per ciò che resta quando tutto sembra crollare. Murgia trasforma il dolore in rito e la perdita in possibilità di conoscenza, offrendo al lettore una lucidità poetica per affrontare il proprio crollo.

Non si tratta di un fallimento, ma di un passaggio obbligato: la linea invisibile che separa l’essere che eravamo da chi siamo chiamati a diventare. Attraverso un linguaggio misurato e intensamente umano, il libro invita a riconoscere che la vita, per rinascere, deve imparare a cambiare forma. È una lettura di grande coraggio e cura, essenziale per chi vive la stanchezza come il sintomo di una profonda necessità di rinnovamento.

“La musica che gira intorno. Cose spiegate bene” (Iperborea / Il Post)

Quando la mente è sopraffatta dalla stanchezza cronica, è essenziale trovare letture che stimolino la curiosità e permettano una disconnessione intellettuale piacevole. Questo volume della collana “Cose spiegate bene” offre un viaggio completo nel mondo della musica, intesa come linguaggio universale e memoria collettiva.

Il testo mescola divulgazione accessibile e curiosità, risultando perfetto anche per chi non è un esperto del settore.
Il lettore viene guidato attraverso grandi eventi storici – dal mito di Woodstock all’impatto della rivoluzione digitale e dello streaming – e piccoli aneddoti che raccontano l’evoluzione dell’industria. Viene esplorato il meccanismo dietro la creazione musicale: come nascono gli strumenti, l’evoluzione delle case discografiche e l’importanza della musica dal vivo.

Il volume, firmato dalla redazione de Il Post con autorevoli collaborazioni, riflette sul nostro modo di rapportarci ai suoni, sul perché ascoltiamo determinate cose e su cosa resta nella memoria collettiva. L’opera celebra la musica come un ecosistema in continua trasformazione, offrendo un rifugio sonoro e culturale.

È la scelta ideale per riattivare la mente con contenuti limpidi e affascinanti, trasformando la pausa in un momento di arricchimento leggero e coinvolgente.

“Chiuso per noia”  di Ennio Flaiano (Adelphi Editore)

Per chi è affetto da esaurimento e ha sviluppato un cinismo verso la banalità quotidiana, la scrittura lucida e caustica di Ennio Flaiano offre un antidoto intellettuale prezioso. Questa raccolta, che celebra il meglio della sua scrittura critica e cinematografica, è l’ideale per riattivare la mente con una prosa elegante e disincantata.

Flaiano, protagonista del cinema italiano del Novecento, osserva l’arte da una doppia prospettiva, unendo l’occhio dell’artista alla penna dell’irriverente giornalista.

Le sue recensioni sono piccoli capolavori di intelligenza critica, capaci di smascherare la superficialità e la mancanza di rischio nel cinema dell’epoca con battute sottili e definitive. Attraverso il suo stile asciutto e sferzante, l’autore rivela la propria insofferenza verso l’arte che non inquieta e che non accende la fantasia, entusiasta invece di fronte al “marchio semplice e raro del genio”.

Chiuso per noia” trascende la semplice critica; è un autoritratto in filigrana di un anticonformista autentico. La sua ironia tagliente, applicata anche alla noia, trasforma la stanchezza in un segno di lucidità. È la lettura perfetta per chi desidera una pausa colta, un testo che stimoli il pensiero critico e offra un umorismo sofisticato, distogliendo dalla pesantezza emotiva della condizione di burnout.

“Non desiderare la vita d’altri. Riposo per cuori inquieti” di Costanza Miriano (Sonzogno Editore)

Il burnout è spesso alimentato dal confronto costante e dalla convinzione di non essere mai abbastanza, una sensazione esacerbata dall’era digitale. Per i cuori inquieti che si sentono stanchi e inadeguati, questo libro propone un percorso di guarigione del desiderio e di profonda riconciliazione con la propria realtà.

Con uno stile affilato e profondamente umano, Costanza Miriano affronta l’inquietudine che deriva dal guardare le vite scintillanti degli altri, invitando a riflettere su cosa si desidera realmente e cosa è, invece, effettivamente necessario.

L’autrice accompagna il lettore attraverso storie comuni e figure straordinarie, mostrando come ogni circostanza – anche la più dolorosa o frustrante – sia parte di un disegno che forgia l’individuo. Il testo è un invito esplicito a smettere di inseguire modelli esterni e a riscoprire il valore trasformativo del limite come spazio di crescita. Miriano suggerisce che è spesso nel vuoto e nella mancanza che si spalanca la possibilità di un incontro autentico con ciò che può davvero colmare l’animo.

Il libro, lungi dall’essere un semplice manuale di autoaiuto, è un esercizio di verità, offrendo un vero e proprio “riposo” mentale. Aiuta a riconoscere che la libertà più grande risiede nell’accettazione di sé e nel trasformare l’incessante desiderio di ciò che non si ha in un cammino di consapevolezza e gratitudine.

“Scongeliamo i cervelli, non i ghiacciai” di Matteo Motterlini (Solferino)

Dopo aver affrontato la stanchezza personale, è utile dedicarsi a una lettura che offra una prospettiva più ampia e analiticasulle dinamiche che paralizzano la volontà. Questo volume, scritto dal filosofo della mente Matteo Motterlini, analizza il cambiamento climatico non come un problema puramente politico o economico, ma come un fallimento cognitivo. L’autore sostiene che il vero ostacolo all’azione risiede nel nostro cervello, che, essendo progettato per la sopravvivenza immediata, fatica ad affrontare crisi lente e complesse.

Motterlini spiega come la mente umana costruisca le proprie trappole – dall’illusione di avere tempo al fatalismo rassegnato – in un’epoca dominata dal “capitalismo limbico”, che privilegia la gratificazione immediata a discapito della visione a lungo termine. Intrecciando neuroscienze, economia comportamentale e psicologia, il libro chiarisce come il cambiamento climatico sia lo specchio di un disequilibrio cognitivo più profondo.

L’opera è un manuale per il risveglio mentale che non propone soluzioni ecologiche semplificate, ma offre strategie concrete per allenare lo sguardo critico. È un invito urgente a disinnescare i bias cognitivi e a trasformare l’inazione in pensiero responsabile, offrendo al lettore in burnout un potente stimolo per riattivare le proprie capacità analitiche e costruttive.

 

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