Ottobre stupisce in continuazione e i libri non fanno che comparire sugli scaffali delle librerie. Noi di Libreriamo cerchiamo di scoprire quale magia c’è dietro alla spooky season, ma ancora non lo abbiamo capito; sta di fatto che non abbiamo intenzione di mollare ed eccoci ancora qui con qualche consiglio, dopo aver spulciato i cataloghi delle case editrici!
7 libri interessanti da leggere il prima possibile
Dalla letteratura storica più raffinata alle distopie politiche, dal noir brillante alla riflessione filosofica, passando per l’epica del potere e i drammi interiori dell’animo umano: sono storie che esplorano le ombre del passato e le inquietudini del presente, la fragilità e la resistenza, l’ironia e il mistero.
“Gli schiavi di Satana” di “Kurniawan”, “Paramaditha” e “Prasad”
Un tributo dichiarato allo scrittore cult Abdullah Harahap, “Gli schiavi di Satana” riporta l’horror indonesiano alle sue radici pulp e lo spinge in territori più inquieti, dove il soprannaturale diventa la lingua capace di dire traumi sociali, ipocrisie religiose e desideri censurati.
Nel primo racconto, “Salimah” – celebre danzatrice di dangdut – scopre che il successo ha un prezzo: è il bersaglio del desiderio maschile e delle morali a orologeria. Umiliata e perseguitata, orchestra una vendetta che sfigura per sempre il villaggio, trasformando il corpo femminile da oggetto di consumo a strumento di rivalsa.
In un altro episodio, “Nancy”, proprietaria di un salone di bellezza, viene assassinata: ma il suo fantasma non cerca pace. Torna, ostinato, a perseguitare i carnefici in un crescendo di apparizioni e orrore che svela cosa si nasconde sotto il trucco del benessere urbano. Infine, “Iskandar” entra in possesso del frammento di una maschera antica: il manufatto lo trascina in un vortice di delirio, culti demoniaci e rituali cannibalistici, dove modernità e superstizione collidono come due versioni inconciliabili dello stesso Paese.
In tutte le storie, la casa si fa trappola, la città promessa infranta; e il desiderio – sessuale, sociale, politico – sembra potersi compiere solo oltre il limite, nell’aldilà o attraverso un patto indicibile. Tra citazioni pop, realismo magico e riflessioni post-coloniali, questa antologia è un viaggio perturbante e raffinatissimo nella cultura indonesiana contemporanea, per lettori che amano l’horror quando graffia il presente.
“Edimburgo” di Alexander Chee
Il libro trasforma una ferita in canto: la storia di Fee, dodicenne del Maine con radici coreane e un talento per il coro maschile, comincia quando la scoperta della propria voce coincide con l’irruzione dell’abuso.
Durante un ritiro, il direttore del coro rivolge attenzioni perverse ad alcuni ragazzi; Fee ammutolisce, schiacciato dalla vergogna e dal timore di non essere creduto.
Il silenzio, che all’inizio gli pare protezione, diventa una gabbia: lo separa dagli amici, soprattutto da Peter – l’amico del cuore, luce e rifugio – e continua a perseguitarlo anche dopo l’arresto del colpevole, perché le conseguenze del trauma arrivano quando la cronaca ha già voltato pagina.
Anni dopo, Fee è un insegnante in una scuola privata, vive un amore adulto e pacificato, ma basta l’ingresso in classe di Warden – allievo che ricorda inquietantemente Peter – per riaprire i corridoi della memoria.
Chee scrive una formazione queer di rara finezza, in bilico tra mito e quotidiano, dove le leggende coreane, gli animali fantastici e le fiabe che popolavano l’immaginazione del ragazzo diventano metafore del dolore e, insieme, della possibilità di redenzione.
La domanda che il romanzo pone non è come dimenticare, bensì come attraversare: quale linguaggio, quale ascolto, quale perdono possono restituire il respiro a chi l’ha perduto. Lirico, pudico e potentissimo, “Edimburgo” è un libro sul peso del silenzio e sulla sua liberazione, scritto per restare.
“Magia nera” di Marjorie Bowen
“Magia nera” (1909) è il romanzo più audace di Marjorie Bowen: un gotico storico che rilegge la leggenda della papessa Giovanna e la trascina in un vortice di streghe, fantasmi, riti proibiti e apparizioni demoniache.
Al centro c’è Dirk Renswoude, enigmatico studioso delle arti occulte: dalle nebbie delle Fiandre ai chiostri di Basilea, fino agli intrighi di corte a Francoforte, la sua ascesa verso il potere piega a piacere i confini dell’identità – morale e di genere – e minaccia di sovvertire l’ordine del mondo. Intorno a lui ruotano figure memorabili: il volubile Theirry, la malinconica Jacobea, l’imperatrice Ysabeau, il pomposo margravio Balthasar. Bowen mescola melodramma, horror e cronaca medioevale con una prosa barocca e visionaria, costruendo un cast di “grigi morali” ante litteram e un’atmosfera incantatoria che non molla la presa.
Non stupisce che alla prima edizione qualcuno lo definisse “il romanzo più queer in lingua inglese”: anticipa temi di desiderio, ambizione e metamorfosi che oggi suonano attualissimi. Nuova traduzione e prefazione di Valentina Pinzuti per un classico oscuro da riscoprire.
“Buio americano” di Mario Del Pero
È un saggio tagliente che mette a fuoco l’“era Trump” come sintomo, più che come eccezione. Del Pero parte da un dato semplice: alla Casa Bianca non è arrivata solo una figura divisiva, ma l’esito di una lunga crisi identitaria statunitense. Da qui la sua analisi, che intreccia politica interna e politica estera: il linguaggio brutale e neo-imperiale, l’assalto all’equilibrio fra i poteri, l’uso sistematico della polarizzazione come metodo di governo e, sullo sfondo, le faglie storiche di disuguaglianza economica e fratture razziali.
L’autore mostra come “America First” non sia un lampo isolato, bensì l’ultimo atto di un processo di ridefinizione dell’interesse nazionale: un Paese che non accetta la parola “declino” ma ne subisce le conseguenze, dentro e fuori i confini. Con una prosa limpida e una robusta cornice storica, Del Pero smonta miti, ordina i fatti, collega Capitol Hill ai campi di battaglia diplomatici, e consegna uno strumento per capire presente e futuro degli Stati Uniti. Perfetto per chi vuole superare slogan e tifoserie e leggere la politica americana con lucidità.
“Miss Merkel e l’omicidio in alto mare” di David Safier
In pensione da star della politica internazionale, Angela Merkel teme la noia dell’Uckermark: dopo due indagini andate a buon fine, nel suo tranquillo angolo dell’Est tedesco gli omicidi latitano. Per non arrugginire, prenota una crociera nel Mar Baltico con una particolarità irresistibile: a bordo c’è un’intera comitiva di scrittori di gialli, primedonne dell’ego e del marketing editoriale. L’idea è confrontarsi con delitti di carta… finché la realtà non bussa alla porta: un famosissimo autore muore all’improvviso.
Tutto parla di incidente, ma l’istinto di Angela — affinato da anni di diplomazia e da due casi reali — dice altro. Nella claustrofobia scintillante della nave, tra cabine lussuose e retroscena di festival letterari, Miss Merkel setaccia alibi, rivalità, contratti, ghostwriter e rancori antichi, trasformando la crociera in un elegante gioco a incastri.
Con il suo aplomb imperturbabile e una formidabile ironia, ricompone il puzzle pezzo dopo pezzo, fino a svelare un movente che ha il sapore del successo e della vendetta. Un cozy-crime brillante, sospeso tra suspense e sorriso.
“Gli irresponsabili. Chi ha portato Hitler al potere” di Johann Chapoutot
Il libro ricostruisce gli ultimi anni della Repubblica di Weimar per rispondere a una domanda scomoda: chi rese possibile l’ascesa di Hitler?
Chapoutot scava negli archivi e segue il filo dei compromessi con cui le élite politiche, economiche e mediatiche tedesche, spaventate da crisi economica, mobilitazione sociale e perdita di consenso, decisero di affidarsi all’estrema destra per conservare privilegi e ordine. Industriali, grandi proprietari, banchieri, vertici dell’esercito, gerarchie conservatrici e una parte della stampa vedono nel nazionalsocialismo un utile argine al socialismo e alla democrazia parlamentare: lo finanziano, lo sdoganano, credono di poterlo “normalizzare” e controllare attraverso governi di coalizione e manovre di palazzo.
Il racconto passa per i governi presidenziali, l’uso spregiudicato dei decreti d’emergenza, la propaganda che costruisce il “male minore”, fino alla nomina del 30 gennaio 1933 e al rapido consolidamento del potere tramite la violenza di partito e la legalità piegata (dal rogo del Reichstag alla Legge dei Pieni Poteri).
“Gli irresponsabili” del titolo non sono solo coloro che favorirono Hitler, ma anche chi negò poi la propria responsabilità, scaricandola sulla “marea nera” del tempo. Con uno sguardo teso all’oggi, Chapoutot mostra come l’alleanza opportunistica tra centro-liberalismo e estrema destra possa riattivarsi ogni volta che la democrazia appare ingestibile, trasformando la paura in strumento di potere.
“Nemesi” di Wilbur Smith con Tom Harper
“Nemesi” è un capitolo della saga dei Courtney ambientato tra fine Settecento e inizio Ottocento: nel 1794, durante il Terrore, il giovane Paul Courtney assiste all’esecuzione della madre a Parigi e, deciso a sopravvivere a ogni costo, si arruola nell’esercito di Napoleone, finendo nella campagna d’Egitto.
Dodici anni dopo, nel 1806 a Città del Capo, il marinaio Adam Courtney, figlio dell’ammiraglio Robert, rientra a Nativity Bay e trova la tenuta devastata e la famiglia sterminata; il padre, in fin di vita, gli affida la spada di Nettuno e il giuramento di ottenere giustizia.
Da qui parte una lunga caccia che lo conduce da Città del Capo a Calcutta, tra tradimenti, battaglie navali e rivelazioni: il nemico potrebbe essere molto più vicino di quanto sembri. Sullo sfondo, un’epoca tumultuosa europea e africana, con i temi tipici della serie—onore, destino, vendetta—e l’avventura “alla Wilbur Smith” che intreccia azione, paesaggi selvaggi e dilemmi morali.