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6 classici da leggere per gli amanti del romanzo psicologico

Ami il romanzo psicologico? In questo articolo ti raccontiamo sei classici della letteratura mondiale che potresti adorare.

Ami il romanzo psicologico e non riesci a fare a meno dei classici della letteratura? Sei nel posto giusto al momento giusto. In questo articolo, infatti, ti suggeriamo sei classici perfetti da leggere per gli amanti del romanzo psicologico.

Sei classici della letteratura che hanno anticipato il romanzo psicologico

Il romanzo psicologico nasce quando la letteratura comincia a volgere lo sguardo all’interno, preferendo il tumulto dell’anima al fragore degli eventi.

È un genere che non si accontenta di raccontare ciò che accade, ma vuole mostrare come un personaggio lo vive, lo sente, lo trasforma nel profondo. I pensieri più taciuti, le emozioni contraddittorie, i dilemmi morali, il peso del ricordo, la voce della coscienza: tutto ciò diventa materia narrativa.

Se il romanzo d’avventura si nutre di azioni, e quello sociale di contesti, il romanzo psicologico si costruisce attorno al cuore e alla mente, inseguendo le sfumature più impercettibili dell’animo umano.

I suoi tratti distintivi sono l’introspezione, la predilezione per una narrazione soggettiva, l’attenzione al tempo della coscienza che spesso sovrasta quello della realtà e, infine, una spiccata presenza del conflitto interiore.

In questi classici che ti presentiamo oggi sono presenti alcuni dei tratti distintivi del romanzo psicologico. Scopriamoli insieme.

 

Medea” di Euripide

Fra gli antesignani del romanzo psicologico non possiamo non citare la tragedia della Grecia Antica, con particolare riferimento alle opere di Euripide, che nella sua produzione ha indagato gli abissi dell’animo umano. La sua “Medea” è uno dei maggiori classici della letteratura mondiale.

Figura demoniaca di maga barbara e crudele, Medea è uno dei personaggi più noti, estremi e coinvolgenti del teatro antico.

Lucida e determinata nel compiere una vendetta atroce, l’assassinio dei figli, che la colpirà con violenza devastante, Medea appare perfettamente consapevole delle conseguenze del suo gesto estremo.

Ma alla tensione emotiva (“capisco quali dolori dovrò sostenere, ma più forte dei miei propositi è la passione”) si unisce un’assoluta autonomia intellettuale, fino ad allora sconosciuta in una donna nel mondo greco.

 

La principessa di Clèves” di Mme de la Fayette

È il 1678 quando Mme de la Fayette pubblica il suo capolavoro, “La principessa di Clèves”, un romanzo ambientato alla corte di Enrico II e di Caterina de Medici che conquista immediatamente il favore del pubblico e che, ancora oggi, viene ritenuto uno dei più illustri archetipi del romanzo psicologico moderno.

A Parigi, nel momento più fulgido della Renaissance francese, Mlle de Chartres sposata al principe di Clèves si innamora dell’affascinante duca di Nemours. Legata al marito da profonda stima e affetto, decide di confessargli i propri sentimenti.

Narrato in una scena tra le più celebri della letteratura francese, questo gesto si rivela gravido di conseguenze per tutti i personaggi…

Scritto da una dama della corte del Re Sole, colta e raffinata, amica di La Rochefoucauld e di Mme de Sévigné, e pubblicato anonimo nel 1678, “La principessa di Clèves” segna una tappa importante nella storia della narrativa occidentale.

In nome della verosimiglianza della trama, della verità dei personaggi, dell’eleganza degli strumenti espressivi, La principessa di Clèves rompe con le inutili lungaggini del romanzo barocco, ed è considerato il primo romanzo psicologico.

 

Vita e opinioni di Tristam Shandy” di Lawrence Sterne

Circa un secolo dopo viene dato alle stampe “Vita e opinioni di Trastam Shandy”, uno dei classici nati dalla penna sapiente di Lawrence Sterne, che qui si adopera con ironia e narrazione frammentata per raccontare una vita.

Il titolo può indurre in errore. Nel romanzo di Tristram Shandy si parla poco. Bisogna arrivare fino alla metà del libro per vederlo nascere e alla fine è ancora solo un bambino.

Si parla invece molto del padre Walter, un bizzarro personaggio ossessionato dal tempo e dalle tradizioni, un po’ meno della madre, dolce, gentile e un po’ ottusa, molto dello zio Toby, ex ufficiale dell’esercito, del valletto Trim, progettista di fortezze ideali, della vedova Waldman, che ama Toby e studia tutti gli stratagemmi per farsi riamare, del parroco Yorick, sincero, nemico della gravità, scherzoso ma inesperto della vita che a causa di ciò si fa molti nemici.

 

La Certosa di Parma” di Stendhal

Fra i classici della letteratura che hanno anticipato il romanzo psicologico non può mancare uno dei capolavori di Stendhal. “La Certosa di Parma” racchiude una profonda analisi psicologica, in cui l’ambizione e la passione sono protagoniste assolute.

Stendhal fu un profondo conoscitore e ammiratore dell’Italia. Vi frequentò principi, militari, dame famose, poeti e artisti.

Questo romanzo, il più tipico dei suoi, racconta il nostro paese attraverso le vicende del giovane Fabrizio del Dongo, incerto tra sogni d’amore e di gloria. Sono gli anni di Napoleone, di fermenti ideali e di passioni trascinanti: Fabrizio va alla guerra ma torna presto in Italia dove comincia per lui una lunga stagione di incredibili avventure.

Famosi gli episodi della battaglia di Waterloo, le descrizioni degli intrighi di Corte e della prigionia: Stendhal riesce a raccontare l’amore, l’eroismo e l’astuzia coinvolgendo i lettori e nello stesso tempo assistendo con animo distaccato allo svolgersi degli eventi, proprio lui che in questo romanzo ha trasfuso ogni sua autentica esperienza di vita.

 

Padri e figli” di Ivan Turgenev

Ci spostiamo in territorio slavo per il quinto dei classici che ti suggeriamo se ami il romanzo psicologico. Qui, insieme all’analisi interiore, è centrale anche il tema del conflitto intergenerazionale.

Nella grande Russia conservatrice e patriarcale dei latifondi e dei primi timidi moti liberali, il rapporto conflittuale tra tradizione e rinnovamento trova una rappresentazione esemplare in “Padri e figli”, pubblicato nel 1862.

È la vicenda di due amici appena usciti dall’università di Pietroburgo: Arkadij Kirsanov, figlio di un proprietario terriero, e Evgenij Bazarov, il giovane medico che crede soltanto nelle scienze sperimentali, il nichilista, campione di una società di tecnici, che non è ancora nata. Sarà una passione non corrisposta ad avviarlo a un destino emblematico dei turbamenti di un’intera generazione.

 

Fame” di Hamsun Knut

Arriviamo quasi ai nostri giorni con “Fame” di Hamsun Knut, forse il primo esempio di romanzo scritto con flusso di coscienza, un’opera nordica che, uscita nel 1890, destò scalpore e originò riflessioni e ondate di cambiamento nella letteratura europea.

Parlando in prima persona, il protagonista di “Fame” alterna strazianti depressioni a squilibrate euforie, momenti in cui schernisce gli altri a momenti in cui diventa egli stesso vittima dei torti altrui, sentendosi così ancor più discriminato.

Durante il suo errare per la città, incontra altri personaggi, ma tutti entrano ed escono velocemente dalla sua esistenza, lasciando il posto a un’unica costante compagna: la fame.

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