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5 romanzi classici della letteratura italiana da leggere almeno una volta nella vita

Sono alcuni fra i romanzi più famosi e amati al mondo, e sono tutti italiani. Ecco cinque titoli da leggere almeno una volta nella vita.

A volte reputiamo che sia stato abbastanza studiarli a scuola. Altre ci spaventano per la loro complessità. La letteratura italiana è ricca di romanzi meravigliosi, classici senza tempo che andrebbero letti e riletti per bellezza, contenuti e valori trasmessi. In questo articolo ne riscopriamo cinque davvero imperdibili.

Cinque romanzi classici della letteratura italiana

I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni

Un’opera straordinaria, quella che ha occupato più di vent’anni di vita per Alessandro Manzoni. “I Promessi Sposi” è, fra i romanzi che vi suggeriamo oggi, quello più importante dal punto di vista socio-politico: è un’opera che nasce per unire l’Italia. Un romanzo storico accuratissimo che racconta l’eterna lotta fra gli umili e i potenti, l’esistenza della provvidenza e il valore degli ideali.

Immaginate di immergervi in un’epoca dove l’amore sfida le convenzioni, la giustizia combatte contro l’oppressione e la fede guida attraverso le tempeste della vita. “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni non è solo un romanzo, ma un viaggio mozzafiato nella Lombardia del XVII secolo, che vi terrà incollati pagina dopo pagina con la sua trama avvincente, personaggi indimenticabili e profondi messaggi umanistici.

Questa epopea, considerata uno dei massimi capolavori della letteratura italiana, racconta la storia di Renzo e Lucia, due giovani innamorati le cui nozze vengono brutalmente interrotte dalle oscure macchinazioni del signorotto locale, don Rodrigo.

Ma il loro amore, puro e indomabile, diventa il faro che li guida attraverso una serie di avventure straordinarie, popolate da un cast di personaggi così vividi da sembrare saltare fuori dalle pagine: il saggio e coraggioso Padre Cristoforo, l’enigmatico Innominato e il benevolo cardinale Federigo Borromeo, solo per citarne alcuni.

La storia” di Elsa Morante

Esce nel 1974 ed è uno splendido romanzo corale. Con “La storia”, Elsa Morante riesce nell’impresa di raccontare uno dei periodi più difficili del nostro Paese attraverso gli occhi della popolazione ferita.

A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita “dentro la Storia” quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da “L’isola di Arturo” a “Menzogna e sortilegio”. La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti.

I Malavoglia” di Giovanni Verga

“I Malavoglia” è uno dei romanzi che si studiano a scuola. Per tale ragione, forse, non siamo più portati a rileggerlo, a riscoprirlo da lettori adulti. L’opera di Verga è davvero preziosa. Significativa non soltanto per il valore contenutistico e stilistico, ma anche per il percorso che vi si cela, che origina direttamente dal Naturalismo francese.

Quella dei Toscano è una famiglia di pescatori che vive ad Aci Trezza e che, nonostante la laboriosità, è nota col soprannome di “Malavoglia”. Il capofamiglia è padron ‘Ntoni; insieme a lui vivono nella casa il figlio Bastiano, detto Bastianazzo, con la moglie Maruzza, e i loro cinque figli: ‘Ntoni, Luca, Filomena, Alessio e Rosalia.

L’unica fonte di guadagno per la famiglia è la pesca e dunque la “Provvidenza”, la loro vecchia barca. Dopo la partenza del nipote ‘Ntoni per il servizio militare il nonno, al fine di sopperire alla mancanza di una così importante risorsa per la famiglia, decide di prendere a credito un carico di lupini da rivendere al mercato di Riposto.

Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati

Ecco il romanzo che ha cambiato la carriera di Dino Buzzati rendendolo famoso in tutto il mondo. Con “Il deserto dei Tartari”, l’autore ha raccontato il tema della “fuga dal tempo” in un modo che rimane ancora unico nel suo genere.

Ai limiti del deserto, immersa in una sorta di stregata immobilità, sorge la Fortezza Bastiani, ultimo avamposto dell’Impero affacciato sulla frontiera con il grande Nord. È lì che il tenente Drogo consuma la propria esistenza nella vana attesa del nemico invasore. Che arriverà, ma troppo tardi per lui.

Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Fra i romanzi della letteratura italiana più conosciuti, tradotti e amati all’estero, “Il Gattopardo” è uno dei più importanti. Una lettura maestosa, elegante, che travolge e dispensa grandi insegnamenti validi ancora oggi.

Con lo sbarco dei Mille a Marsala, le forze della rivoluzione annunciano la fine di un’epoca e sconvolgono gli equilibri che da sempre governano l’isola.

È in questo teatro di eventi che si profila la figura statuaria del principe Fabrizio Salina, capofamiglia di una delle principali casate della più alta aristocrazia siciliana, che al tramonto del regno borbonico oppone un leonino rifiuto, ergendosi come spartiacque tra il vecchio mondo e il nuovo.

Ma la storia avanza inesorabile. Persino il nipote prediletto del principe, Tancredi, partecipa alla campagna militare tra le file delle camicie rosse, e con la vittoria dei piemontesi il nuovo ceto borghese acquista per la prima volta un rilievo considerevole. Nel tentativo di tenere in piedi la reputazione e il potere della sua famiglia, il principe si troverà a dover incrociare il destino dei Salina con quello della bellissima borghese Angelica.

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