Libri e serie tv: due mondi in comunicazione, capaci di farci sognare, di regalarci momenti di leggerezza e di commozione unici. I k-drama costituiscono ormai una delle categorie più amate dagli spettatori di serie tv in tutto il mondo. Coinvolgenti, poetici ed emozionanti, i prodotti seriali sudcoreani si distinguono nel panorama dell’audiovisivo per gli intrecci appassionanti, per la voce poetica, per una delicatezza che incanta, insieme alle ambientazioni e alle colonne sonore. Se anche tu adori i k-drama e vorresti sperimentare le stesse atmosfere e le stesse emozioni all’interno di una lettura, continua a leggere il nostro articolo: ecco cinque libri da leggere perfetti per gli appasionati di k-drama.
Cinque libri per chi ama i k-drama
Fra epoche passate, ambientazioni asiatiche e coinvolgenti storie di formazione, i cinque libri che abbiamo selezionato nascondono un’anima poetica che aiuta a guardare alla vita da una prospettiva nuova, con la consapevolezza che nulla avviene per caso e che tutti i pezzi del puzzle, alla fine, giungono a combaciare.
“Come un seme sepolto dal tempo” di Fang Fang
Il primo dei libri che suggeriamo a chi ama i k-drama è uno straordinario romanzo di formazione cinese, pubblicato nel 2016 e in breve tempo divenuto vittima di censura.
Tra Ding Zitao e il suo passato corre un fiume della provincia cinese del Sichuan orientale. Dalle sue acque turbolente l’avevano ripescata, esanime, nella primavera del 1952, mentre la Riforma agraria voluta da Mao Zedong seminava violenza.
A quel tempo lei era una giovane donna ferita in fuga, e inconsapevolmente lo è ancora, ormai anziana e segnata dalla scelta compiuta decenni prima di seppellire nel silenzio le vicende dolorose a cui aveva assistito.
Certi giorni, i segreti che porta con sé tentano di riaffiorare e uno scintillio pizzica i suoi occhi opachi e persi nel vuoto.
Ora le pagine di un vecchio diario incoraggiano suo figlio Qinglin a sollevare il velo su quel pezzo di vita; ad affrontare la storia dimenticata di sua madre, in cui si riflette un dramma collettivo.
“L’infinito mare dei vent’anni” di Sok-Yong Hwang
Passiamo a un libro sudcoreano che, ambientato negli anni ‘60, racconta le contraddizioni di un’epoca e la crescita personale con uno sguardo poetico e delicato. “L’infinito mare dei vent’anni” è un romanzo corale che emoziona e coinvolge pagina dopo pagina.
Nella Corea del Sud degli anni Sessanta, Chun, in procinto di partire per il Vietnam a combattere una guerra che non lo riguarda, ripensa alla giovinezza a cui sta per dire addio.
Attraverso una serie di flashback incrociati, dove la voce di Chun si alterna a quella dei suoi amici più stretti, ripercorriamo il suo abbandono della scuola, il viaggio iniziatico per il Paese in compagnia di Inho, le aspirazioni letterarie, le prime esperienze amorose, l’arresto in seguito a una protesta studentesca e l’incontro con il “Capitano” che gli farà da guida nel mondo del proletariato.
Attingendo a piene mani dalla propria esperienza autobiografica, Hwang Sŏk-yŏng esprime il disagio e l’insofferenza di una generazione inquieta e smarrita di fronte a una società autoritaria e a un sistema educativo repressivo e fortemente competitivo.
“La casa delle belle addormentate” di Kawabata Yasunari
Una delle caratteristiche più interessanti dei k-drama e in generale delle produzioni di ambientazione asiatica è la delicatezza con cui temi come l’amore, la sessualità e le relazioni interpersonale vengono trattate. Se è questa una delle ragioni per cui ami le serie sudcoreane, ti piacerà sicuramente il romanzo giapponese “La casa delle belle addormentate”.
“La casa delle belle addormentate” è un raffinato racconto erotico centrato sulle visite del vecchio Eguchi a un inconsueto postribolo in cui gli ospiti possono passare la notte con giovanissime donne addormentate da un narcotico.
Il regolamento vieta di svegliarle, esaltando il fascino quasi magico emanato dalle fanciulle, e permette a Eguchi, attraverso una delicata rapsodia di sensazioni e di ricordi, di riappacificarsi con se stesso in un viaggio tra i più misteriosi recessi della psiche, evocati con segni incredibilmente semplici, rarefatti e luminosi.
“Real world” di Natsuo Kirino
Se ami i k-drama e i libri gialli, “Real world” potrebbe proprio fare al caso tuo: è un’opera che segue i passi di un gruppo di adolescenti coinvolti in un crimine.
In un affollato quartiere residenziale di Tokyo quattro studentesse trascorrono unestate caldissima e soffocante preparandosi ad affrontare gli esami per l’ammissione alluniversità.
Sono molto diverse tra loro: Toshi è affidabile e sicura, Y_zan riservata e malinconica, Terauchi ha un grande talento per gli studi, Kirarin occulta dietro la sua dolcezza un’attrazione morbosa per i comportamenti piú estremi.
Un rumore inconsueto che proviene da un appartamento stravolge improvvisamente il loro destino: il vicino di casa, un liceale che le quattro amiche chiamano il Vermiciattolo, ha ucciso la madre ed è scappato con la bici e il cellulare di una di loro.
In fuga dalla polizia, il giovane assassino inizia a contemplare affascinato il proprio volto riprodotto in fotografie e servizi televisivi, assapora l’improvvisa visibilità mediatica, il racconto della sua vita riscritto da giornalisti e reporter, e asseconda l’ossessiva curiosità collettiva intorno alle ragioni che lo hanno spinto a uccidere.
“La grande traversata” di Miura Shion
Infine, fra i libri perfetti da leggere per chi ama i k-drama, non potevamo non includere “La grande traversata”, il poetico romanzo di Miura Shion che intreccia legami umani e amore per la lingua.
Dopo oltre trent’anni di lavoro in una redazione Araki Kohei riesce ancora a stupirsi di fronte a un termine raro. Ritirarsi e passare il testimone è il suo ultimo compito, e forse il più duro. Majime Mitsuya è timido, trasandato, la testa costantemente tra le nuvole.
Araki però vede in lui il suo successore naturale. Del resto, Majime ha una sola passione, la lingua giapponese. O almeno così è stato fino a quando, complice Tora, il suo gatto e unico amico, non ha conosciuto Kaguya, la nipote della sua padrona di casa.
Da allora, non fa che pensare a lei, al punto da indirizzarle una lettera d’amore: la più goffa mai scritta, ma anche la più toccante.