Cos’è che rende i libri davvero memorabili? Ve lo diciamo noi: il cambiamento. Una trama statica annoia il lettore, perciò oggi vi proponiamo cinque libri difficili da dimenticare che dimostrano come cambiare sia un atto coraggioso.
5 libri difficili da dimenticare
Può essere il gesto di un’Entità che rinuncia al proprio potere, la ribellione di una ragazza che conquista l’istruzione, il passo incerto verso un amore o un’amicizia più autentici, la scelta di rivedere un’intera esistenza o l’accettazione che il cambiamento, in fondo, è la sostanza stessa della vita…
“Le intermittenze della morte” di José Saramago
Con “Le intermittenze della morte”, Saramago immagina un mondo in cui la Morte, un giorno, decide di fermarsi. Basta, smette di lavorare, non muore più nessuno.
All’inizio la notizia sembra un dono: ospedali pieni di pazienti stabili, famiglie che non devono più affrontare lutti drammatici; ma presto, il rovescio della medaglia si rivela crudele e gli esseri umani si trovano a invocarla, quella Morte tanto odiata.
Malati terminali condannati a un’agonia infinita, un’economia che collassa, un ordine sociale che perde il proprio equilibrio.
In questo caos sospeso, la Morte stessa torna a mettersi in gioco e decide di scendere tra gli uomini, di comprenderli. Scopre così, attraverso l’incontro con un violoncellista, che anche la sua natura può cambiare. Ed è qui che accade la svolta!
La scelta di Saramago è radicale: rendere la Morte un personaggio vulnerabile, capace di compiere l’atto più umano di tutti, rinunciare a se stessa per amore. È un romanzo che dimostra come il coraggio di cambiare possa intaccare persino le leggi assolute.
“L’educazione” di Tara Westover
Dal terreno filosofico e allegorico di Saramago, ci spostiamo alla realtà aspra e concreta di Tara Westover con “L’educazione” . In questo memoir ci viene raccontata la storia vera di una ragazza cresciuta in una famiglia mormone fondamentalista, isolata dal mondo e senza accesso all’istruzione.
Per Tara, il cambiamento inizia come un desiderio indistinto, quasi un tradimento verso i genitori: imparare. Da autodidatta, tra mille ostacoli, riesce a entrare all’università e poi a completare un dottorato a Cambridge. Ma il prezzo è alto: per costruire se stessa deve anche imparare a separarsi dalla famiglia, a sopportare l’accusa di essere “diversa” dagli altri.
Westover racconta il momento in cui il cambiamento diventa più spaventoso della stessa oppressione, eppure l’unico modo per salvarsi.
“Dove sei, mondo bello” di Sally Rooney
Un libro dove il coraggio di cambiare è meno spettacolare e più intimo. Rooney racconta di quattro trentenni alle prese con relazioni, amicizie e il peso delle aspettative – sia personali che sociali.
C’è chi teme l’impegno, chi si rifugia nell’ironia, chi si scontra con la propria fragilità. La scrittura, scandita da e-mail e dialoghi serrati, cattura il momento in cui i personaggi si rendono conto che, per trovare un “mondo bello”, devono prima interrogare il proprio posto in quello reale. Rooney esplora il cambiamento come un processo di aggiustamento continuo, fatto di tentativi, errori e confessioni che scrostano le paure. È un romanzo che mostra come il coraggio possa manifestarsi anche nel semplice atto di restare quando sarebbe più facile fuggire.
“Tre piani”, Eshkol Nevo
Un romanzo che porta il lettore dentro un condominio di Tel Aviv, dove tre appartamenti diventano altrettante storie di crisi e trasformazione.
Nel primo piano, una giovane madre deve affrontare un trauma che la spinge a rivedere il proprio ruolo e il proprio matrimonio. Al secondo, un uomo abbandona una carriera sicura per seguire un impulso che lo porterà lontano dalla famiglia. Al terzo, un’anziana giudice, in pensione, è costretta a guardare indietro alla propria vita e a rimettere in discussione decisioni che credeva definitive.
Il cambiamento qui è un contagio silenzioso: si trasmette da una storia all’altra, come se l’inquietudine di uno diventasse il motore dell’altro. Nevo suggerisce che cambiare non è mai un atto isolato: siamo tutti, in qualche modo, influenzati dalle trasformazioni altrui.
“La vita davanti a sé” di Romain Gary
Pubblicato sotto lo pseudonimo Émile Ajar, porta in scena il cambiamento nella sua forma più tenera e struggente. Momo, un ragazzino arabo, cresce nel quartiere multietnico di Belleville, a Parigi, accudito da Madame Rosa, ex prostituta e sopravvissuta ad Auschwitz.
In questo piccolo appartamento al sesto piano senza ascensore, Momo impara a guardare il mondo con occhi che mescolano ironia e disincanto. Il cambiamento per lui non è una scelta, ma un processo inevitabile: crescere, confrontarsi con la morte, scoprire che la famiglia non è soltanto questione di sangue, ma di cura e protezione reciproca.
Gary ci ricorda che, a volte, il coraggio di cambiare sta nel permettere agli altri di restare con noi fino alla fine.