5 libri difficili da leggere almeno una volta nella vita

6 Febbraio 2025

Avete mai avuto difficoltà a leggere o terminare un libro? Ve lo abbiamo chiesto. Ecco cinque fra i libri più difficili secondo la vostra opinione.

5 libri difficili da leggere almeno una volta nella vita

Ci sono libri difficili per il contenuto che trattano, e libri difficili per la forma e lo stile con cui sono stati scritti. Sui nostri canali social vi abbiamo chiesto, nei giorni scorsi, quale sia il libro più difficile che abbiate mai letto. Fra le risposte, alcuni libri appaiono citati più e più volte. Scopriamoli insieme in questo articolo, dedicato ai cinque libri da leggere almeno una volta nella vita nonostante la difficoltà.

Cinque libri difficili da leggere assolutamente

Ulisse” di James Joyce

Di gran lunga il più citato fra i libri presenti all’interno dei vostri commenti ma anche il più pensato ogni volta che si riflette sulla difficoltà di lettura di alcuni romanzi.

“Ulisse” è il risultato di un’attenta e innovativa sperimentazione linguistica. È difficile da leggere perché manca la punteggiatura, perché i registri più disparati vi si alternano senza sosta, perché la scrittura vuole andare al passo con il flusso dei pensieri del protagonista. Senza ombra di dubbio, è uno di quei libri da leggere almeno una volta nella vita, una pietra miliare della letteratura del Novecento.

Dublino, 16 giugno 1904, uno dei giorni più importanti sul calendario della letteratura mondiale. È la data scelta da James Joyce per immortalare in poco meno di ventiquattr’ore la vita di Leopold Bloom, di sua moglie Molly e di Stephen Dedalus, realizzando un’opera destinata a rivoluzionare il romanzo.

È l’odissea quotidiana dell’uomo moderno, protagonista non di peregrinazioni mitiche e straordinarie, ma di una vita normale che però riserva – se osservata da vicino – non minori emozioni, colpi di scena, imprevisti e avventure del decennale viaggio dell’eroe omerico.

Il pendolo di Foucault” di Umberto Eco

Ecco un altro fra i più citati quando si parla di “libri difficili”: fra i vostri commenti, le opere di Umberto Eco ricorrono più e più volte. Dal più noto – anche per via dei numerosi adattamenti cinematografici e televisivi – “Il nome della rosa” al meno celebre “Il Cimitero di Praga”.

In diversi hanno citato “Il pendolo di Foucault”, un libro misterioso e intrigante che risulta difficile da leggere soprattutto all’inizio della narrazione, per via delle numerose descrizioni e dello stile senza dubbio complesso che è proprio di Umberto Eco.

Questo romanzo si svolge dall’inizio degli anni sessanta al 1984 tra una casa editrice milanese e un museo parigino dove è esposto il pendolo di Foucault.

Si svolge dal 1943 al 1945 in un paesino tra Langhe e Monferrato. Si svolge tra il 1344 e il 2000 lungo il percorso del piano dei Templari e dei Rosa-Croce per la conquista del mondo. Si svolge interamente la notte del 23 giugno 1984, prima in piedi nella garitta del periscopio, poi in piedi nella garitta della statua della Libertà al Conservatoire des Arts et Métiers di Parigi.

Si svolge la notte tra il 26 e il 27 giugno dello stesso anno nella stessa casa di campagna che Jacopo Belbo, il protagonista, ha ereditato da suo zio Carlo, mentre Pim rievoca le sequenze temporali di cui si è detto sopra. In sintesi: tre redattori editoriali, a Milano, dopo avere frequentato troppo a lungo autori “a proprie spese” che si dilettano di scienze occulte, società segrete e complotti cosmici, decidono di inventare, senza alcun senso di responsabilità, un Piano. Ma qualcuno li prende sul serio.

Il giuoco delle perle di vetro” di Hermann Hesse

Fra i libri che avete trovato di difficile lettura figura anche “Il giuoco delle perle di vetro”, un’opera in cui Hermann Hesse riprende i temi a lui cari sin da “Siddharta”, che risulta difficile da leggere non per la scrittura, che invece è fluida e intensa, ma per i temi affrontati.

Concepito negli anni bui del nazismo, “Il giuoco delle perle di vetro” è il romanzo più vasto e ambizioso di Hermann Hesse, un libro di estrema attualità intellettuale in cui una vicenda fantastica fa da sfondo alla visione utopistica di una comunità spirituale che unisce pratica ascetica e vita attiva.

Hesse riprende dunque un tema che gli è caro fin dai tempi di Siddharta : la necessità per l’uomo moderno di scendere dalle regioni dello spirito assoluto per immergersi nel flusso della vita. Per la rilevanza delle questioni etiche affrontate l’uscita dell’opera fu accompagnata da un vivo e acceso dibattito, che consacrò lo scrittore come uno degli interpreti più acuti della crisi del secondo dopoguerra.

Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov

Ecco un altro dei libri più citati fra i vostri commenti dedicati alle letture più difficili da intraprendere. In effetti, non sono mancati i titoli di romanzi russi fra cui “Anna Karenina”, “Guerra e pace”, “I fratelli Karamazov” e diversi altri.

Il romanzo russofono, in effetti, può essere più complesso di altri non solo per l’estensione – di solito sono molto lunghi – ma anche per la presenza di nomi, nomignoli, patronimici e diminutivi che richiedono un notevole impegno per evitare di perdersi e di non riconoscere qualcuno dei personaggi che si sono incontrati in precedenza.

“Il Maestro e Margherita”, in particolare, aggiunge a questa difficoltà la complessità di una trama che mescola attualità e soprannaturale, umorismo nero e filosofia.

Nella Mosca staliniana, un luogo popolato da burocrati mediocri e privilegiati corrotti, in cui truffa, ipocrisia e delazione sono all’ordine del giorno, giunge Satana in persona sotto le spoglie di Woland, un mago esperto di magia nera, e il suo stravagante seguito di diavoli.

La sua presenza scatena bizzarri e tragicomici eventi che sconvolgono la routine di piccoli funzionari e esponenti della Mosca letteraria e teatrale. Nel caos che ne deriva, solo due anime sfortunate riescono a trovare un barlume di speranza. Il Maestro, uno scrittore emarginato e incompreso, si è visto rifiutare la pubblicazione del suo romanzo su Ponzio Pilato, e la sua vita è crollata. La sua amata, Margherita, si batte disperatamente per aiutarlo.

Nel mare ci sono i coccodrilli” di Fabio Geda

Infine, un libro presente fra i vostri commenti non per complessità di stile o scrittura, bensì per la difficoltà generata dal trattare – e leggere – un argomento così delicato, pesante, doloroso e, purtroppo, attuale. “Nel mare ci sono i coccodrilli” è una storia vera. Questo, in chi legge, suscita ancora più commozione. Non è semplice approcciarsi a quest’opera. Tuttavia, è assolutamente necessario.

Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento.

Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo.

Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso.

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