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5 libri da leggere che vedono protagonisti i Giusti dell’Umanità

Per ricordare che il Bene e la Pace possono partire da ciascuno di noi. Ecco 5 libri da leggere in occasione della Giornata dei Giusti.

Ogni anno il 6 marzo si celebra la Giornata dei Giusti, una ricorrenza indetta dal Parlamento Europeo nel 2012 su proposta di Gariwo, la foresta dei Giusti per commemorare gli uomini e le donne che con il loro impegno si sono spesi per lottare contro la guerra, l’oppressione, le discriminazioni e i totalitarismi.

Si tratta di una commemorazione importante, che mai come oggi risulta attuale. Nel mondo vessato dai conflitti, di cui l’Ucraina e Gaza sono soltanto alcuni dei più efferati esempi, dalle dittature, dallo strapotere delle armi e della violenza, è nostro dovere ricordare che il mondo non può cambiare da solo.

Dobbiamo ripartire dalla pace, dalla gentilezza e dall’impegno. Dagli esempi positivi che ci ricordano come anche solo una goccia nell’oceano è pur sempre una goccia, capace di generare un movimento importante.

5 libri da leggere con protagonisti i Giusti dell’Umanità

In questo articolo ti consigliamo 5 libri che vedono protagonisti alcuni dei Giusti della Memoria. Vieni a scoprirli insieme a noi.

La strada del coraggio” di Ali e Andre McConnon

Gino Bartali, celebre ciclista toscano, è annoverato fra i Giusti tra le nazioni per il suo grande coraggio in difesa delle vittime dell’Olocausto. Se fosse stato in vita, non sarebbe contento di essere sotto i riflettori: era una persona in apparenza schiva, introversa.

Gli addetti ai lavori lo chiamavano “Ginettaccio”. Mai avrebbero pensato che dietro alla maschera si nascondesse un uomo tanto impegnato e innamorato della vita. Questo libro ripercorre la sua storia e lo fa conoscere anche a noi, che non abbiamo avuto la fortuna di vederlo in vita.

Durante il biennio fratricida del Novecento italiano, tra il 1943 e il 1944, Gino Bartali percorre decine di volte il tragitto Firenze-Assisi in sella a una bicicletta che nasconde nel telaio fotografie e documenti di identità contraffatti.

Per gli ebrei rintanati nei conventi dell’Umbria e della Toscana, quel carico rappresenta l’unica possibilità di salvezza dalla persecuzione nazifascista.

Ed è proprio a loro che è destinato, grazie all’attivismo di una rete di soccorso clandestina orchestrata dal cardinale Elia Dalla Costa, amico e guida spirituale di Bartali, allo scopo di favorire l’espatrio degli antifascisti.

Negli stessi mesi Gino – al pari dei suoi colleghi costretto all’inattività dalla guerra, dopo aver vinto il Tour de France a soli ventiquattro anni – offre protezione a una famiglia ebrea, i Goldenberg, nascondendola in una cantina.

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Fermo come un albero, libero come un uomo” di Miriam Giovanzana

La testimonianza dei Giusti ci aiuta a mantenere viva la memoria del bene e ci infonde il coraggio necessario per reagire alle oppressioni e alla violenza. Anche quella contro l’ambiente è violenza. Ce lo ricorda l’attivista Chico Mendes, che ha dato la vita per la libertà e la protezione delle foreste.

Il 22 dicembre 1988 Chico Mendes muore sulla porta di casa, ucciso da un colpo di fucile. A 25 anni da quello sparo, un libro per non dimenticare la storia di chi seppe unire seringueiros, indios, sindacalisti, preti e politici attorno a un’idea rivoluzionaria di foresta: un luogo senza padroni, in cui alberi e uomini possano vivere e crescere insieme, gli uni custodi degli altri.

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Io, Felicia” di Mari Albanese e Angelo Sicilia

Nella categoria dei Giusti che hanno lottato contro la Mafia si contraddistingue Felicia Impastato, donna e madre coraggiosa che abbiamo l’occasione di conoscere attraverso il libro intervista di Albanese e Sicilia.

Nell’estate del 2002 Felicia Bartolotta, la madre di Peppino Impastato, si racconta a due giovani attivisti, Angelo Sicilia e Mari Albanese, tra gli animatori del primo Forum Sociale Antimafia di Cinisi.

Sono conversazioni intime e toccanti: “Mamma Felicia” racconta del suo passato, del rapporto conflittuale col marito, del grande amore per suo figlio Peppino, della sua scelta, alla morte violenta di quest’ultimo, di aprire le porte della sua casa a tutti i giovani, per coltivare la memoria e spargere semi di consapevolezza per il futuro.

Nelle parole di Felicia, che appoggiò e sostenne suo figlio nel suo opporsi alla mafia, trovano posto la voglia di giustizia di una donna indomita e insieme la tenerezza di una madre che ricorda aneddoti dell’infanzia di Peppino, della sua giovinezza dedita alla militanza politica, della sua tragica fine.

Felicia racconta la sua paura, i suoi timori, il suo dolore, ma con lo sguardo al futuro e alle nuove generazioni: le sue parole diventano prassi, agire quotidiano, dialogo incessante, ma soprattutto un messaggio attualissimo di speranza per il futuro.

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Solo se sono libera” di Ágnes Heller

Una delle più importanti filosofe del secolo scorso. Una donna forte, impegnata, che ha fatto della ricerca filosofica una potente arma contro i totalitarismi. Ágnes Heller è ancora troppo poco conosciuta in Occidente, e merita senz’altro di essere riscoperta. È annoverata fra i Giusti che hanno lottato per la libertà dei popoli dell’est. Il suo è un saggio che indaga il concetto di libertà.

Àgnes Heller ripercorre alcuni degli eventi più significativi della sua vita con uno sguardo all’attualità europea.

In questo dialogo vibrante, la riflessione si snoda seguendo il filo della relazione tra filosofia e politica a partire dal concetto di libertà.

“Libertà” non significa solo assenza di abusi e violenze, ma anche la possibilità di essere cittadini responsabili e attivi, godere di un’uguaglianza effettiva, essere padroni della propria vita e delle proprie scelte. In questa prospettiva, la libertà diventa la cornice imprescindibile di qualsiasi impresa individuale o collettiva.

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I giusti” di Jan Brokken

La sinossi de “I giusti” è molto più eloquente di qualsiasi altra parola. Un romanzo che tutti dovremmo leggere una volta nella vita.

1940, l’Europa è travolta dall’avanzata di Hitler. Ondate di ebrei cechi e polacchi cercano rifugio in Lituania, l’unico Paese della regione che accoglie ancora i profughi – ma è funestamente conteso tra il Reich e l’Unione Sovietica.

Nel clima di crescente precarietà l’olandese Jan Zwartendijk, direttore della filiale lituana della Philips e nuovo console onorario a Kaunas, riesce ad aprire agli ebrei un’ultima, insperata via di fuga dall’Europa nazista.

In una febbrile lotta contro il tempo, operando da solo e di nascosto da tutti, Zwartendijk lavora giorno e notte per tre settimane rilasciando visti per Curnao, nelle Indie olandesi, mentre il collega Sugihara, console giapponese, firma i visti di transito per il Giappone.

Senza conoscersi né incontrarsi mai, uniti dall’imperativo morale di agire, i due diplomatici danno così inizio a una straordinaria impresa clandestina che salverà migliaia di vite, ma rimarrà a lungo ignota.

Rintracciando fonti e testimonianze in giro per il mondo, accompagnato dai ricordi dei tre figli di Zwartendijk, Jan Brokken ricostruisce la storia dell’«Angelo di Curagao», come lo chiamavano i profughi, che solo dopo la morte è stato riconosciuto tra i Giusti fra le Nazioni.

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