Ci sono periodi dell’anno in cui correre di qua e di là per assolvere ai propri doveri diventa ancor più impegnativo: nella stagione fredda, quando fuori è tutto grigio e gelido, la frenesia del quotidiano pesa più che in altri giorni. Se nel fine settimana vorresti leggere dei libri “lenti”, per riuscire ad andare più piano, a prenderti meno sul serio e a riposare oltre che il corpo anche la mente e il cuore, sei nel posto giusto. Ecco cinque libri da leggere nel fine settimana per imparare a rallentare.
5 libri da leggere nel fine settimana per imparare a rallentare
“Intermezzo” di Sally Rooney
Uscito da pochi giorni nelle librerie italiane, “Intermezzo” è l’atteso nuovo romanzo di Sally Rooney, l’autrice contemporanea che riesce ad immagazzinare dentro una scrittura fresca e coinvolgente la fluidità che caratterizza le relazioni di oggi.
Ti suggeriamo questo libro per il fine settimana se hai bisogno di guardare alle difficoltà con occhi diversi: quando ci accade qualcosa di triste e doloroso, sebbene all’inizio sia tutto in salita, possiamo riuscire a trasformare i momenti di buio in un percorso per riscoprire noi stessi, per rallentare e amarci in modo più intenso.
Alla morte del padre, Peter e Ivan vedono sconvolto il precario equilibrio della loro esistenza. Nascono nuovi amori, esplodono vecchie ruggini, si creano inedite alleanze.
E in questo interludio si intravede la vastità potenziale di ogni vita. A parte il fatto di essere fratelli, Peter e Ivan Koubek sembrano avere poco in comune. Peter è un avvocato di Dublino sui trent’anni – affermato, abile e apparentemente irreprensibile. Ma, ora che gli è morto il padre, prende farmaci per dormire e si barcamena con fatica fra due relazioni con donne molto diverse: il primo, imperituro amore, Sylvia, e Naomi, una studentessa universitaria per cui la vita è un’unica lunga barzelletta. Ivan è un campione di scacchi ventiduenne.
Si è sempre considerato uno sfigato, un paria, l’antitesi del suo disinvolto fratello maggiore. Ora, nelle prime settimane dopo la perdita del padre, incontra Margaret, una donna più grande che esce da un passato turbolento, e rapidamente e intensamente le loro vite si intrecciano. Per i due fratelli in lutto, e per le persone da loro amate, si apre un interludio, un periodo di desiderio, disperazione e nuove prospettive – l’opportunità di scoprire quante cose un’unica vita possa contenere senza per questo andare in pezzi.
“La biblioteca dei libri dimenticati” di Nicola Pesce
Se ami la letteratura e hai bisogno di una lettura “lenta” e rasserenante, il nuovo libro di Nicola Pesce ti farà innamorare. Ti ricorderà un po’ “Midnight in Paris”, il film di Woody Allen in cui il protagonista, come in un sogno, si immerge ogni notte nelle atmosfere della Parigi degli anni ‘20 incontrandone i personaggi più celebri.
Leda è una giovane donna che vuole scappare da un remoto paese di provincia per liberarsi dalle insicurezze e dai traumi che la sua famiglia le ha inflitto. Per farlo decide che l’unico modo è quello di provare a realizzare il suo sogno: aprire una piccola libreria a Venezia. Nel frattempo, un gattino nero di nome Erinni si trova sbattuto fuori dall’appartamento dove era nato e deve cominciare la sua esistenza da randagio per le calli veneziane.
Spaesati e soli, Leda ed Erinni sembrano ineluttabilmente destinati a incontrarsi. La piccola libreria, però, non è come le altre, è un luogo protetto, incantato. Infatti un giorno, abbattendo un muro di mattoni, Leda scopre che nel locale è nascosta una biblioteca molto antica e particolare.
I suoi scaffali ospitano i libri dimenticati, quelli perduti e gli “pseudobiblion”. Sono le opere che i grandi scrittori e le grandi scrittrici del passato hanno anche solo sognato ma non hanno mai scritto: come il seguito delle Anime morte di Gogol, il secondo libro della Poetica di Aristotele o le Odi perdute di Baudelaire.
Tuttavia, la libreria non nasconde soltanto questi volumi unici e preziosi. Una sera, infatti, Leda scopre che la stanza segreta è anche un portale che le permette, notte dopo notte, di fare incontri straordinari: di passeggiare con Fëdor Dostoevskij nelle vie innevate della San Pietroburgo dell’epoca o con Giacomo Leopardi tra le stradine arroccate della Recanati di inizio Ottocento.
“Fermati e respira” di Daniel Lumera
Se invece hai proprio bisogno di fermarti e di ritrovare la serenità perduta attraverso consigli pratici, forse non è un romanzo ciò di cui hai necessità.
In questo breve saggio, Daniel Lumera fa scoprire ai suoi lettori il valore della meditazione per ritrovare se stessi e non perdersi più. Il titolo racconta già le intenzioni con cui nasce quest’opera: fermati e respira. Accogli tutto ciò che è dentro e fuori di te. Accettalo e fallo tuo.
Daniel Lumera ha abbracciato la via della meditazione oltre trent’anni fa e, da allora, ne è diventato un autorevole punto di riferimento internazionale, nella convinzione che rappresenti una chiave di lettura rivoluzionaria non solo della sfera personale, ma anche di quella relazionale e sociale.
Ma quali sono i reali benefici che genera in termini di salute e qualità della vita? E in che modo è in grado di modificare il nostro cervello? Come fa a rallentare i processi di invecchiamento e infiammazione? In che modo potenzia le nostre abilità cognitive e ci aiuta nella gestione dello stress?
E che cosa sono gli stati superiori di coscienza? Lo spiega questo libro che ci introduce agli otto passaggi fondamentali dell’antica tradizione indovedica e ci porta all’unione della nostra individualità con la coscienza che contiene l’intero universo.
“Il senso della vita” di Irvin Yalom
Sulla stessa scia, ti suggeriamo una lettura particolare, in cui lo psichiatra Irvin Yalom racconta alcuni dei casi in cui si è imbattuto nel corso della sua carriera per accompagnarci in un percorso di guarigione che interessa anche noi che leggiamo.
Riflettere su di noi e iniziare a guarire le ferite attraverso le esperienze altrui è possibile. E questo libro, un autentico viaggio emozionale, lo dimostra. Perfetto per prendersi del tempo per sé e per rallentare.
Yalom conduce il lettore lungo i sentieri delle emozioni umane, così come si rivelano nell’affascinante e complessa relazione tra paziente e psichiatra.
E, attraverso una scrittura capace di affrontare con levità i temi del lutto, del dolore e della perdita, ma anche quelli del coraggio, della guarigione e dell’autoconsapevolezza, tesse, come Oliver Sacks, i labirintici fili della coscienza in un arazzo molto più ricco e solenne.
“Basta un caffè per essere felici” di Toshikazu Kawaguchi
Infine, un gioiellino della narrativa contemporanea giapponese. La letteratura orientale, in generale, riesce più di quella occidentale a entrare in relazione intima con il lettore.
È la formula corale, ma è anche quella delicatezza, quasi magica e surreale, con cui vengono affrontati i temi esistenziali. Sono libri scorrevoli e caldi, che infondono pace e serenità, e aiutano a prendere la vita con più calma. Oggi ti consigliamo “Basta un caffè per essere felici”.
Accomodati a un tavolino. Gusta il tuo caffè. Lasciati sorprendere dalla vita. L’aroma dolce del caffè aleggia nell’aria fin dalle prime ore del mattino.
Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un’esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l’esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata.
Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro. È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno.
Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto. Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l’unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.