Il fantasy e il folklore condividono un terreno comune: quello delle storie che svelano l’invisibile. Attraverso l’oscurità, il mistero e la trasformazione, questi cinque libri ci portano in mondi antichi e contemporanei dove il sovrannaturale è specchio dell’umano. Tra classici riscoperti e nuove uscite da brivido, vi propongo una selezione imperdibile per chi cerca letture gotiche, visionarie o semplicemente fuori dall’ordinario.
Demoni, vampiri, spiriti giapponesi e magie botaniche: questi cinque titoli mescolano mito, orrore e meraviglia per chi ama le narrazioni oscure e immaginifiche.
5 Libri fantasy e folkloristici da recuperare che ti stupiranno
Dal gotico inglese alla mitologia giapponese, dalla distopia grimdark alla demonologia storica: questi cinque titoli dimostrano quanto il fantasy e il folklore siano oggi più vivi che mai. Raccontano mondi “altri” per parlarci del nostro, portano alla luce le nostre paure ancestrali e le nostre domande più profonde.
Sono libri per chi ama il brivido della scoperta, per chi cerca la poesia dentro l’oscurità, per chi sa che, a volte, è proprio tra le spine che fioriscono le storie migliori.
I demoni – Joe Abercrombie
L’Europa è sull’orlo del collasso. Tra peste, fame e un’umanità corrotta fino al midollo, la fine sembra imminente. In questa distopia medievale che puzza di cadaveri e di eresia, Joe Abercrombie riscrive le regole del fantasy epico, tingendole di grottesco, blasfemia e sarcasmo nero pece. I demoni è un fantasy apocalittico che mescola ecclesiologia delirante, satira politica e azione pulp, con un ritmo che alterna momenti di caos barocco a riflessioni spietate sulla fede e il potere.
Al centro di tutto c’è la Cappella segreta della Sacra Convenienza, un manipolo di reietti e condannati riuniti sotto la benedizione occulta della Papessa bambina Benedetta I. Non paladini della giustizia, ma antieroi scalcinati: ladri, assassini, indemoniati, stregoni e falliti, convocati non per salvare il mondo, ma per salvare ciò che resta della sua ipocrisia. E tocca proprio a Fratello Diaz, ex inquisitore, ora disilluso e privo di fede, guidare questa combriccola nella missione di rimettere sul trono una ragazza qualunque, la legittima erede di Troia, sperando così di unificare la Chiesa prima che gli elfi tornino a devastare il continente.
Abercrombie qui si diverte e affonda il coltello. Se nella Trilogia della Prima Legge dominavano le tinte noir e il disincanto, ne I demoni la narrazione diventa sacrilega, teatrale, a tratti picaresca. La sua lingua è tagliente, lo humour nerissimo, e la costruzione del mondo richiama il medioevo sporco e disperato della Storia della bruttezza di Eco, ma con lo spirito corrosivo di Preacher o Good Omens.
La vera forza del romanzo, però, sta nei personaggi: nessuno è “buono”, eppure tutti sono straordinariamente umani. Fratello Diaz, in particolare, incarna il crollo dell’ideologia e della fede: non crede più nella redenzione, ma continua a combattere per una causa che non capisce fino in fondo. E intorno a lui si muovono mostri, martiri e burattini, come in una danza macabra in cui nessuno sa chi guida davvero.
Abercrombie ci regala un’opera folle e visionaria, dove la religione è un’arma, il sacro è corrotto e la salvezza è affidata ai peggiori. Un romanzo sul caos del presente, camuffato da fantasy medievale. E se i demoni che ci governano avessero il volto di chi ci promette la salvezza?
Storia dei vampiri e degli spiriti malefici – Collin de Plancy
Pubblicato originariamente nel XIX secolo, Storia dei vampiri e degli spiriti malefici di Collin de Plancy è uno di quei testi che evocano, fin dalle prime pagine, l’eco di un’epoca in cui la paura non era ancora stata sterilizzata dalla scienza. Scritto da uno spiritista, demonologo e bibliotecario francese affascinato dal soprannaturale, il libro è un compendio cupo e affascinante di leggende, cronache, superstizioni e casi documentati sull’esistenza dei non-morti, raccolti con l’occhio dello studioso e la penna dell’occultista.
De Plancy compone una vera e propria genealogia del vampiro, scavando nelle tradizioni dell’Europa dell’Est, nei processi inquisitoriali e nelle cronache dei monaci del Medioevo. I racconti più noti, come quelli relativi ai vampiri serbi o alle apparizioni nei cimiteri della Moravia, si alternano a storie meno conosciute ma altrettanto agghiaccianti. Il tono è quello del trattato serio, ma non manca una vena gotica e tenebrosa che rende la lettura magnetica. Ogni capitolo è una finestra aperta sul mondo della paura arcaica, dove superstizione e fede si intrecciano fino a diventare dogma.
Lungi dall’essere un semplice libro di storie spaventose, Storia dei vampiri è un’opera che si colloca tra l’enciclopedismo occulto e l’antropologia dell’incubo. De Plancy raccoglie casi, documenti, testimonianze, citazioni bibliche e giudiziarie in una struttura che prefigura gli studi moderni sull’immaginario dell’orrore. Il testo, nella sua versione italiana curata da Luni Editrice, mantiene intatta la gravità e il fascino oscuro dell’originale.
Se oggi i vampiri sono diventati eroi romantici, Collin de Plancy ce li restituisce nella loro forma più sinistra: agenti della peste e della dannazione, creature di confine tra la morte e l’inferno. Non si tratta solo di un’opera per appassionati del gotico o dell’horror, ma di un documento raro e prezioso per chiunque voglia comprendere come la figura del vampiro sia stata costruita culturalmente, molto prima di Dracula.
Consigliato a chi ama la storia dell’occulto e la demonologia, cerca un testo che coniughi cultura gotica e rigore documentario, vuole riscoprire il vampiro come archetipo del male e non solo come simbolo erotico-romantico
Il libro di fiori e di spine – Hester Fox
Due donne, un potere invisibile e una guerra pronta a inghiottirle. Un romanzo gotico di amore, magia e sopravvivenza.
Con Il libro di fiori e di spine, Hester Fox firma un romanzo intenso, romantico e oscuro, che intreccia storia e incanto, spiritualità e desiderio, in un’Europa ferita e in fermento. Ambientato nel 1815, tra i campi insanguinati della battaglia di Waterloo e le eleganti ma fragili corti di Bruxelles, questo romanzo gotico riscrive le regole del mystery con una sensibilità profondamente femminile e queer.
Cornelia, naturalista inglese in fuga da un passato doloroso, nasconde un dono pericoloso: sa comprendere la lingua segreta dei fiori, ascoltarne le voci, sentire ciò che nessun altro percepisce. Inviata tra le file della Grande Armée napoleonica, finisce per essere travolta dagli eventi proprio durante la battaglia, quando il dolore e l’amore si intrecciano al suo potere in modo violento e incontrollabile.
Dall’altro lato del fronte c’è Lijsbeth, giovane fioraia di Bruxelles, segnata da traumi e silenzi, che scopre un’affinità istintiva con i fiori e con una voce che la guida, misteriosa, verso un destino che non sa di condividere con un’altra donna. La connessione tra loro nasce in modo invisibile, mistico, come un filo rosso teso tra due anime segnate ma ancora capaci di amare.
La grande forza del romanzo sta nell’unione tra due registri opposti: la bellezza evocativa del linguaggio floreale e la brutalità della guerra. Fox riesce a raccontare la delicatezza della sorellanza e la passione dell’amore in un contesto in cui le donne sono schiacciate da sospetti, accuse di stregoneria e regole sociali che vogliono domare ogni forma di potere femminile. Il romanzo è anche un grande inno all’intuizione, alla conoscenza nascosta, alla magia della natura che diventa resistenza. I fiori non sono decorazione, ma strumenti narrativi, simbolici, narranti: portano segreti, guidano i passi, proteggono e rivelano. L’amore che nasce tra Cornelia e Lijsbeth è tratteggiato con grazia, ma anche con la forza di ciò che resiste alle convenzioni. In un mondo che le vuole silenziose e obbedienti, le due protagoniste imparano a farsi ascoltare, a fidarsi l’una dell’altra, e soprattutto a custodire il proprio potere senza più vergognarsene.
Consigliato a chi ama: Il gotico storico con elementi magici, le storie di donne ribelli e sensibili, i romanzi queer dove la tenerezza e il dolore convivono e i misteri che parlano attraverso il linguaggio segreto della natura
I divisi – Brian Catling
Autore visionario e artista poliedrico, Brian Catling costruisce in questo romanzo una distopia onirica, cruda e potentissima. I divisi è ambientato in un mondo tropicale e ancestrale, popolato da creature ibride, magie dimenticate e visioni allucinatorie. Ma è anche una riflessione feroce sul colonialismo, la separazione razziale e il potere che corrompe.
Il romanzo, illustrato da Gianluigi Toccafondo, mescola pittura, prosa poetica, horror esistenziale e mitologia inventata. L’effetto è straniante, a tratti disturbante, ma sempre ipnotico. Ogni pagina è una ferita che pulsa, ogni frase sembra scolpita nella pietra.
Catling non scrive per compiacere, ma per spingere il lettore oltre i confini della forma e della percezione. I divisi è una lettura impegnativa, ma per chi ama il fantasy più sperimentale, è un’esperienza indimenticabile.
Racconti del folklore giapponese – Lafcadio Hearn
Tradotti e curati con delicatezza da Maria Gaia Belli, questi racconti raccolgono alcune delle più celebri storie del Giappone tradizionale: volpi mutaforma, spiriti vendicativi, fantasmi d’acqua e leggende di templi sperduti. Il tutto introdotto dalla bellissima prefazione di Laura Imai Messina.
Hearn, scrittore irlandese naturalizzato giapponese alla fine dell’Ottocento, è stato uno dei primi a raccogliere e rielaborare i miti nipponici per un pubblico occidentale, e lo ha fatto con amore, rispetto e una straordinaria capacità narrativa. Questi racconti, brevi e suggestivi, sono finestre su un immaginario dove l’invisibile e il quotidiano convivono con grazia.
In un’epoca in cui il folklore giapponese ha influenzato manga, anime e cultura pop globale, tornare alla fonte è un atto di consapevolezza. E questo volume è un piccolo scrigno perfetto per farlo.