Abbiamo già parlato di libri sotto le 100 pagine, piccoli mondi che si schiudono per noi lettori e che, nel breve tempo di un’oretta o poco più, tornano poi a chiudersi, lasciando segni indelebili del loro passaggio. Oggi noi di Libreriamo abbiamo pensati di proporvene altri cinque…
5 libri per fare colazione
Libri diversissimi tra loro per tono e ambientazione, ma accomunati da una stessa caratteristica: l’intensità di un romanzo in miniatura.
“Nella verde gola delle lupe” di Lucrezia Pei
Siamo abituati alle fiabe della Disney, quelle che ci hanno cresciuto con principesse che vengono salvate da principi senza macchia e senza paura; ma “Nella verde gola delle lupe” è un po’ diversa…
Ambientata in un Cinquecento alternativo, la storia ci porta in una selva leggendaria, dove una comunità matriarcale ribelle vive in armonia con le leggi del cielo, lontana dalle ingiustizie del mondo degli uomini.
Qui troviamo troviamo Ana, una delle “selvatiche”, cresciuta senza conoscere il mondo oltre il verde. Ma un incontro inaspettato la spingerà verso un destino diverso, tra lupi parlanti, un misterioso castigo e la consapevolezza che la propria identità è un territorio da difendere e ridefinire.
Pei e Soncini intrecciano nella trama echi distopici e suggestioni allegoriche, affrontando temi complessi come l’identità, il corpo come merce e la pressione del branco. A impreziosire il testo, le tavole di Marco Calvi, che trasformano la narrazione in un’opera visiva.
“Un giorno d’impazienza” di Raffaele La Capria
Divera, ma altrettanto intensa, è l’atmosfera del secondo libro che proponiamo. Siamo a Napoli. È estate. C’è attesa e tensione nell’aria — e no, non stiamo parlando né di noi, né di voi, ma del protagonista di “Un giorno d’impazienza”, pubblicato per la prima volta nel 1952.
È il libro d’esordio di Raffaele La Capria, che parla di un’estate sospesa tra tensione e desiderio.
Il giovane protagonista — senza nome nell’opera — attende qualcosa che possa segnare il passaggio all’età adulta, e crede di trovarlo in Mira, ragazza enigmatica e irraggiungibile. Ma anche quando le circostanze sembrano favorire un incontro, tutto svanisce in un nulla di fatto, lasciando il tempo chiuso in un cerchio perfetto e sterile.
La Capria cattura l’essenza dell’attesa e della delusione, evocando la malinconia di un’epoca della vita in cui ogni istante sembra decisivo e ogni fallimento pesa come un destino.
“Il rovescio della testa” di René Daumal
Se i primi due libri raccontano storie compiute, “Il rovescio della testa” si presenta come una raccolta di dodici brevi scritti che, all’apparenza, sembrano muoversi in direzioni diverse, ma che in realtà seguono una traiettoria precisa: quella della ricerca.
Il tono è leggero ma mai superficiale; l’umorismo si alterna alle osservazioni taglienti, mentre il filo conduttore è una domanda essenziale: “Come cercare la verità senza perdersi in un falso pensare?
Daumal, poeta e filosofo vicino al surrealismo, costruisce un percorso di lampi e intuizioni, che spinge il lettore a interrogarsi su ciò che crede di sapere e sul modo in cui lo pensa. Più che una lettura, è un esercizio di consapevolezza, un invito a smontare le abitudini mentali per vedere oltre le apparenze.
L’autore invita il lettore a guardare il mondo – e se stesso – da prospettive inusuali, come se davvero potessimo osservare “il rovescio” della nostra testa. Non è una lettura consolatoria: al contrario, mette in discussione certezze, smonta illusioni, eppure lo fa con una leggerezza che sorprende.
“Il muro” di Jean-Paul Sartre
Sempre per quanto riguarda il tema dell’esistenza messa a nudo non si può non citare la potenza filosofica di un pensatore come Sartre, di cui spesso abbiamo parlato qui su Libreriamo.
“Il muro”, ambientato durante la guerra civile spagnola, è il racconto che dà il titolo alla raccolta e segue Pablo Ibbieta, prigioniero condannato a morte, nelle sue ultime ore di vita.
Ibbieta si trova in una cella fredda, insieme ad altri due uomini e affronta l’attesa dell’esecuzione: il tempo si deforma, la paura diventa un peso fisico, ogni pensiero si amplifica. Potremmo paragonarlo a “L’ultimo giorno di un condannato a morte” di Victor Hugo, senonché nell’opera Sartre riflette anche sul senso della libertà e sul paradosso di poter scegliere anche quando tutto sembra già deciso.
La tensione della trama si intreccia con la profondità filosofica, in un testo che rimane un caposaldo della letteratura esistenzialista, capace di far sentire il lettore al confine tra la vita e la morte.
“Una storia semplice” di Leonardo Sciascia
Infine, per tingere di giallo il caffè di questa mattina immaginaria, non possiamo non nominare Sciascia.
In questo libricino una telefonata anonima avverte la polizia della presenza di un cadavere in una villa isolata; all’arrivo, la scena sembra quella di un suicidio, ma presto emerge un intreccio di corruzione e menzogne che risale fino alle connessioni più scomode tra potere e criminalità.
Sciascia usa la struttura del poliziesco per smontare illusioni e mostrare il lato oscuro della società siciliana, dove niente è come appare. L’ironia amara del titolo lascia il lettore con la sensazione che, anche in poche pagine, si possa raccontare un’intera rete di complicità e inganni. Ma sarà davvero così?