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5 classici della letteratura brevi da leggere in un fine settimana

Se per i prossimi giorni hai voglia di leggere un romanzo indimenticabile ma breve, ecco cinque classici della letteratura da leggere in un fine settimana.

Non superano le trecento pagine, e sono dei classici intramontabili della letteratura mondiale. Se per il prossimo fine settimana hai voglia di una lettura iconica e indimenticabile, da gustare in pochi giorni, qui troverai alcuni suggerimenti interessanti. Ecco cinque classici della letteratura brevi da leggere in un fine settimana.

Cinque classici della letteratura brevi da leggere nel fine settimana

La morte di Ivan Il’ic” di Lev Tolstoj

Brevissimo ma anche incredibilmente intenso, “La morte di Ivan Il’ic” è il modo perfetto per iniziare a scoprire la produzione di Tolstoj in modo meno ostico. Il romanzo induce a profonde riflessioni esistenziali, e stupisce per la sua fluidità.

Pubblicato nel 1886, questo racconto descrive la vita di Ivan Il’ic, un borghese di buona famiglia, di discreta intelligenza e qualità mondane, costantemente preoccupato del parere dei superiori, che con le loro azioni potrebbero agevolarne la scalata sociale.

Anche il matrimonio sembra confacersi alla pratica di vita da lui perseguita nella vita professionale: ha sposato la moglie più per convenienza d’affetto e sociale che per reale innamoramento. Tutto procede per il meglio, fin quando il protagonista non subisce un banale incidente domestico.

Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway

Fa riflettere tantissimo anche il capolavoro di Ernest Hemingway, che si concentra particolarmente sul rapporto fra l’interiorità dell’uomo e la natura.

Per ottantaquattro giorni non è riuscito a pescare nulla: eppure, il vecchio Santiago raccoglie le forze e riprende il mare per una nuova battuta di pesca che ha il sapore di un’iniziazione.

Nella disperata caccia a un enorme marlin, che per due giorni e due notti trascina la sua barca nell’oceano; nella lotta quasi a mani nude contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione finalmente sconfitta, Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura.

Il giovane Holden” di J.D. Salinger

Anche “Il giovane Holden”, uno dei più bei romanzi di formazione di sempre, nonché fra i classici della letteratura più amati, si presta ad una lettura breve ed intensa.

Sono passati più di sessant’anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell’aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e tutto quello che gli è cascato addosso dal giorno in cui lasciò l’Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi.

La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena.

La camera azzurra” di Georges Simenon

Per gli amanti della suspense, un classico della letteratura intramontabile, che racconta una passione assoluta, che non si ferma nemmeno davanti al crimine.

“Sei così bello” gli aveva detto un giorno Andrée “che mi piacerebbe fare l’amore con te davanti a tutti…”. Quella volta Tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei. Solo quando il marito di Andrée era morto in circostanze non del tutto chiare, e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura.

La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne

Infine, un classico della letteratura americana davvero appassionante, ma anche impegnativo dal punto di vista emotivo.

Pubblicato nel 1850, “La lettera scarlatta” è uno dei più importanti romanzi nordamericani dell’Ottocento. Nelle intenzioni dell’autore esso doveva rappresentare al meglio lo spirito puritano dell’epoca coloniale americana.

Nella società puritana la libertà dell’individuo coincideva con il bene della comunità, che doveva essere purificata da ogni elemento estraneo, considerato al soldo di Satana. Per questa ragione le autorità imponevano stili di vita improntati a un inflessibile rigore morale. E chi infrangeva gravemente le regole poteva incorrere persino nella pena di morte.

Nel libro una giovane sposa, amante del pastore Arthur Dimmesdale, manifesta fisicamente i segni della sua relazione extraconiugale con il predicatore. Nulla riesce a farla confessare, nemmeno le minacce, e per questo viene schivata da tutti, e infine condannata a portare sul petto una fiammante lettera A, che la additi allo sguardo pubblico come un’adultera.

Intorno a questa vicenda si dipana il progressivo insinuarsi nei personaggi di un tormentato lavorio psichico, che li spingerà, in taluni casi, sull’orlo della pazzia.

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