Questo settembre non ci sono solo gialli, fantasy e YA in uscita: preparatevi per leggere le biografie più interessanti che abbiate richiesto al cosmo, o anche solo sperato potessero esistere.
Arrivano in libreria 5 nuove biografie
Ciascuna mostra come dietro un nome del passato si nasconde un pezzo del nostro presente. Dal peso dei totalitarismi al true crime, dal mito indiscusso all’orrore eterno.
Questo inizio 2025 è dedicato anche alle biografie, opere di non fiction che resteranno nel cuore e nella mente più a lungo del previsto…
“Memoria rossa. La Cina dopo la Rivoluzione culturale” di Tania Branigan
Il libro di Tania Branigan, giornalista del The Guardian, intreccia le voci di chi ha vissuto sulla propria pelle il trauma che ha sconvolto intere generazioni e che a oggi, in Cina, si cerca d’insabbiare: un decennio fantasma il ’66/’76, la cosiddetta “Rivoluzione culturale cinese”.
Nel libro parlano delle voci borderline: un bambino che denunciò la madre, un compositore deportato, una donna privata della giovinezza, il vedovo di una professoressa uccisa dalle sue studentesse. Le loro testimonianze raccontano un mondo in cui innocenza e colpa erano categorie instabili, in cui la fedeltà al pensiero di Mao era l’unica legge.
“Memoria rossa” si pone come obbiettivo quello di non ridurre questi ricordi a storia passata, visioni dimenticate, perché non possono essere insabbiati. Branigan mostra come il presente della Cina di Xi Jinping continui a essere ossessionato dal controllo, sostituendo le delazioni di un tempo con telecamere e software di sorveglianza. E pone la domanda fondamentale: “È possibile costruire il futuro cancellando il passato?”
“Con amore, Freddie. I diari segreti di Freddie Mercury” di Lesley-Ann Jones
Ma passiamo dalle ombre alle icone del ‘900: Freddie Mercury, conosciuto e amato in tutto il mondo. Sembrerebbe sia tornato, anche se non completamente; e non parliamo di isole e complottismi. È Lesley-Ann Jones a portare alla luce un suo tesoro nascosto: diciassette diari manoscritti dall’artista, rimasti segreti per trent’anni.
Questi taccuini, consegnati a una persona fidata poco prima della sua morte e resi pubblici solo oggi, sono il documento più vicino a un’autobiografia che avremo mai di Freddie Mercury. Attraverso quelle pagine intime scopriamo un Freddie fragile e ironico, visionario e malinconico, che annotava paure, desideri e riflessioni sulle sue canzoni.
Jones costruisce un ritratto emozionante: dal bambino nato a Zanzibar all’artista che conquistò Wembley, fino alle ultime settimane segnate dalla malattia. Ciò che colpisce è l’intensità della sua voce: lontana dal mito, ma capace di renderlo ancora più grande. Per i fan, e non solo, è come ascoltare un’ultima, inedita canzone. Siamo certi che commuoverà fino all’ultima riga.
“Casanova” di Stefan Zweig
Accanto a queste ferite ancora aperte, settembre porta anche un ritorno d’autore: Stefan Zweig, l’immancabile. La sua biografia di Casanova, scritta negli anni ’20, torna a oggi con una nuova traduzione di Matteo Galli, per ricordarci gli amori e i segreti del libertino più famoso d’Italia, se non del mondo intero.
Per Zweig, Casanova non è soltanto un seduttore: è “il poeta della sua vita”, un uomo capace di trasformare la propria esistenza in opera d’arte. Nelle sue mani, l’avventura diventa linguaggio, l’eccesso diventa stile, l’amore stesso diventa un esercizio di libertà.
Il ritratto che ne esce è quello di un uomo unico, inimitabile, che attraversa il 1700 come un cometa, incarnando sia il libertinismo più sfrenato sia un moralismo paradossale, perché non fu mai schiavo delle proprie passioni — e, per dirla alla Wilde, vi cedette solo.
“Nascondere Mengele” di Betina Anton
Ma non possiamo non interrogarci anche sulle parti buie della storia. Parliamo questa volta di Josef Mengele, il medico di Auschwitz, che riuscì a sfuggire alla giustizia per oltre trent’anni. Un mistero che con “Nascondere Mengele” di Betina Anton viene affrontato in modo nuovo: uno sguardo infantile, ingenuo, che cozza terribilmente con quello dell’Angelo della morte.
Sono gli occhi della bambina che aveva come maestra una delle donne che lo avevano protetto. È lei a osservare, a raccontare, a spiegare cos’è successo…
Il libro ricostruisce la “Baviera tropicale” di Mengele in Sudamerica, dove poté vivere tra complici e nostalgici del nazismo.
È un racconto agghiacciante di come una rete di silenzi, omertà e connivenze abbia permesso a uno dei più feroci criminali della storia di continuare indisturbato la propria vita.
Anton smonta la leggenda dell’inafferrabile Angelo della morte e mostra come la sua impunità fu resa possibile da un sistema di complicità che attraversava oceani. È un libro che ci obbliga a interrogarci sul rapporto tra memoria, giustizia e responsabilità collettiva, perché la verità è che con l’arrivo degli Alleati e dei Russi, a quei tempi, non si concluse poi molto.
“Predatori. I serial killer che hanno segnato l’America” di Stefano Nazzi
Chiudiamo con un altro viaggio dentro il male: quello firmato da Stefano Nazzi, giornalista che da anni racconta il true crime. In “Predatori” ricostruisce l’“età dell’oro” dei serial killer americani, tra gli anni ‘60 e ‘90, quando il terrore si annidava ovunque: nelle periferie, nei parcheggi, nei volti rassicuranti di padri di famiglia.
Ted Bundy, John Wayne Gacy, Edmund Kemper, Aileen Wuornos: nomi che oggi fanno parte dell’immaginario collettivo, ma che all’epoca terrorizzavano un’intera nazione. Nazzi non si limita a raccontarne i crimini: mostra anche il lavoro pionieristico degli agenti dell’FBI che inventarono il profiling, aprendo la strada ai moderni studi sulla mente criminale.
La forza del libro sta proprio in questo doppio sguardo: da un lato l’orrore di chi uccide, dall’altro la fatica di chi cerca di capire e fermare. È una discesa negli abissi dell’animo umano, ma anche un tributo a chi ha cercato di guardare dentro l’oscurità per portarne fuori un metodo di analisi.