Fermarsi, respirare, sentire di poter prendere del tempo per sé. Spesso neanche nel fine settimana abbiamo il privilegio di poterlo fare. Ma se il segreto fosse tutto nell’atteggiamento? Se bastasse ritagliarsi qualche minuto ogni giorno per ricongiungerci a noi stessi e alla quiete che tanto desideriamo? Per questo fine settimana vi suggeriamo quattro romanzi perfetti per riconnettersi con se stessi.
4 romanzi per disconnettersi dal mondo
Introspettivi, profondi, illuminanti. Alcuni immersi nella natura. Alcuni onirici e inaspettati. I quattro romanzi che vi suggeriamo di seguito sono preziosi: ci insegnano ad ascoltarci, a prenderci il tempo che occorre per respirare, per contemplare la bellezza che ci circonda, per amare.
“Il linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh
Iniziamo con un caso editoriale di qualche anno fa; un romanzo profondo che racconta una storia di crescita personale con delicatezza e originalità.
Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. Questa lettura è perfetta per ama i romanzi caldi, avvolgenti, in grado di illuminare le giornate e di guidare una riflessione sul proprio modo di vivere la vita.
C’è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: il giardino segreto nel parco pubblico di Potrero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa.
Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo perla misantropia, la rosa bianca per la solitudine.
Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l’infanzia saltando da una famiglia adottiva a un’altra. Fino all’incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l’unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. Grazie a questo magico dono, Victoria ha preso in mano la sua vita…
“Chiamalo sonno” di Henry Roth
Per chi ama i romanzi di formazione e le ambientazioni storiche, invece, suggeriamo un libro che è un vero e proprio capolavoro della letteratura americana contemporanea. Perfetto per disconnettersi dal rumore del quotidiano perché fa immergere il lettore in un mondo lontano, remoto, che ha tratti quasi onirici.
Ambientato nel quartiere ebraico di New York, ha per protagonista il piccolo David Schearl, emigrato nella «Terra dorata» nel 1907 dalla Galizia e cresciuto in una torbida atmosfera famigliare, fra l’oscuro terrore che nutre per il padre e l’amore incondizionato per la madre.
Si può leggere “Chiamalo sonno” come un romanzo di formazione, come un memorabile affresco storico della New York dei primi del secolo, come un’epopea della comunità ebraico-americana, fra esilio e appartenenza.
Ma a farne un classico della letteratura del primo Novecento è la maestria di Roth nel filtrare questi elementi narrativi attraverso lo sguardo sensitivo e incantato di un bambino che si misura con il mistero della vita e scopre Dio, la morte, il sesso e l’amore, l’amicizia e il tradimento in un ineffabile cammino di iniziazione in cui tutto è epifania.
“Chesil beach” di Ian McEwan
Se cercate un romanzo leggero, non banale, introspettivo e delicato per disconnettervi dal mondo e riconnettervi con le vostre emozioni, “Chesil beach” potrebbe fare al caso vostro.
In Inghilterra, secondo Philip Larkin, “i rapporti sessuali incominciarono nel millenovecentosessantatre”, “tra la fine del bando a “Lady Chatterley” e il primo ellepi dei Beatles”. La giovane coppia protagonista del nuovo romanzo di lan McEwan patisce invece gli ultimi fuochi di un clima diffuso di repressione sessuale.
La prima notte di nozze, e prima esperienza sessuale per entrambi, scocca infatti alla vigilia di quell'”annus mirabilis”. Tutto avviene in appena due ore, in un antiquato hotel vicino alla celebre spiaggia di ciottoli di Chesil Beach.
I due sposi stanno cenando in camera, ma già pensano a quello che accadrà più tardi. Edward è un ragazzo di provincia laureato in storia, indeciso se continuare la carriera accademica o lavorare nell’azienda del padre della sposa.
Finalmente farà l’amore con Florence: è piuttosto nervoso e sa, per sentito dire, che deve cercare di controllarsi per non concludere troppo in fretta.
Florence prova una profonda repulsione per il sesso, un misto di opprimente solitudine e vergogna; ma è ben attenta a mantenere le apparenze di un matrimonio felice e perfetto, ansiosa di non deludere Edward. Ma quello che succederà di lì a poco segnerà per sempre il destino di entrambi.
“Canto della pianura” di Kent Haruf
Infine, uno di quei romanzi che spiazzano per la semplicità con cui si leggono. “Canto della pianura” racconta la vita quotidiana degli abitanti di una tranquilla cittadina statunitense: un libro rilassante, capace di ricordare a chi lo legge cosa conta davvero nella vita.
Con “Canto della pianura” si torna a Holt, dove Tom Guthrie insegna storia al liceo e da solo si occupa dei due figli piccoli, mentre la moglie passa le sue giornate al buio, chiusa in una stanza. Intanto Victoria Roubideaux a sedici anni scopre di essere incinta.
Quando la madre la caccia di casa, la ragazza chiede aiuto a un’insegnante della scuola, Maggie Jones, e la sua storia si lega a quella dei vecchi fratelli McPheron, che da sempre vivono in solitudine dedicandosi all’allevamento di mucche e giumente.
Come in “Benedizione”, le vite dei personaggi di Holt si intrecciano le une alle altre in un racconto corale di dignità, di rimpianti e d’amore. In particolare, in questo libro Kent Haruf rivolge la sua parola attenta e misurata al cominciare della vita. E ce la consegna come una gemma, pietra dura sfaccettata e preziosa, ma anche delicato germoglio.
