Tutti noi amiamo i libri capaci di farci evade, ma a volte cerchiamo qualcosa di più: una storia che ci spiazzi, che metta in discussione le nostre certezze, o che semplicemente ci faccia dire: “caspita, questo non l’avevo proprio previsto!”
Libri sorprendenti
In questa selezione, abbiamo raccolto quattro libri che, per la loro originalità, i colpi di scena inaspettati o la struttura narrativa innovativa, sono perfetti per chi è alla ricerca di una lettura davvero diversa dal solito.
Lasciatevi alle spalle i generi convenzionali e preparatevi a immergervi in mondi narrativi che rompono gli schemi. Siete pronti a scoprire il vostro prossimo libro inatteso?
“Come diventai monaca” di César Aira
Questo primo titolo è l’esempio perfetto di ciò che intendiamo per “storie che non ti aspetti”. Fin dalle prime righe, César Aira ci trascina in un universo narrativo dove l’assurdo non è un elemento occasionale, ma la vera e propria forza motrice. La vicenda prende il via con un evento apparentemente banale, ma dalle conseguenze subito estreme: il trasloco di un padre e una bambina in città e l’acquisto del primo gelato per la piccola.
La bambina, entusiasta, sceglie il gusto fragola, ma una volta assaggiato lo trova disgustoso. L’insistenza del padre, e il suo successivo, sdegnato assaggio, culminano in un gesto di violenza improvvisa e inspiegabile: il padre, in un raptus, uccide il gelataio annegandolo nel suo stesso, orrendo gelato. Questo evento, raccontato con una lucidità spiazzante, è solo l’inizio di una caduta nell’onirico e nel surreale.
In seguito all’intossicazione e al trauma, la bambina (che ancora non sa né leggere né scrivere) si rifugia in un mondo interiore ipertrofico. La sua fantasia si popola di visioni perturbanti e al contempo incantevoli: neonati danzanti, nani capaci di compiere miracoli, dentiere rubate durante il carnevale e cieli che si tingono di rosa. È in questo spazio ibrido, dove il ricordo sensibile si fonde con l’immaginazione più sfrenata, che la protagonista modella una realtà alternativa, fatta di mondi “delicati, poetici e meravigliosi”.
Il vero colpo di scena di Aira, che fa di questo libro una lettura diversa dal solito, risiede nella brusca virata narrativa finale. Dopo aver esplorato il regno della fantasia infantile, la storia si sposta su una narrazione completamente differente, che infine chiude il cerchio tornando alla fragola del gelato, eroe o villain di un’atroce vendetta. Un’opera breve ma densissima, che disorienta e affascina, mettendo in discussione la natura stessa della realtà e della narrazione.
“Non buttiamoci giù” di Nick Hornby
Dopo l’assurdità surreale di Aira, ci spostiamo in una dimensione più vicina al reale, ma altrettanto imprevedibile, grazie a Nick Hornby. L’autore, noto per la sua capacità di catturare la verità delle esistenze comuni con leggerezza e profondità, ci regala una storia che prende il via da un presupposto drammatico, ma si evolve in una commedia agrodolce sull’amicizia e sulla seconda possibilità, incarnando alla perfezione il concetto di “romanzo sorprendente”.
La notte di Capodanno, sulla cima di un palazzo londinese famoso per i tentativi di suicidio, quattro sconosciuti si incontrano: sono tutti lì con la stessa, disperata intenzione, accomunati dal desiderio di farla finita, ma diversissimi per storia e motivazioni. C’è Martin, un ex presentatore televisivo caduto in disgrazia e rovinato dalla cattiva reputazione; Maureen, una madre sola e schiacciata da una vita interamente dedicata al figlio disabile; Jess, una giovane sfrontata e irriverente, distrutta da una delusione sentimentale; e JJ, un musicista newyorkese che ha fallito sia in campo professionale che personale, ritrovandosi a lavorare come pizzaiolo.
Il destino, o forse l’ironia, vuole che l’incontro non si risolva in tragedia, ma diventi l’innesco di qualcosa di nuovo. Dopo una discussione surreale e accesa che disinnesca il loro intento, i quattro decidono di scendere dal tetto. Non si lasciano, però: si ritrovano uniti da una complicità immediata e inesplicabile, una sorta di patto di non aggressione esistenziale. Decidono di aiutarsi a vicenda, aspirando a cambiare le loro vite per ritrovare, in qualche modo, un senso nel mondo.
Hornby costruisce un romanzo paradossale, in cui l’umorismo più nero si mescola a momenti di profonda commozione. La forza del libro non sta nella risoluzione miracolosa dei loro problemi, ma nella dinamica inattesa e incredibilmente vera che si crea tra questi aspiranti suicidi. Il lettore viene sorpreso dalla capacità dell’autore di rendere straordinariamente credibili, divertenti e commoventi quattro personaggi così al limite, dimostrando che, a volte, l’aiuto può arrivare dalle persone più improbabili, nei luoghi più impensati.
“Piccoli suicidi tra amici” di Arto Paasilinna
Arto Paasilinna, maestro della narrativa finlandese con il suo inconfondibile umorismo nero e la sua visione ironica dell’esistenza, ci offre una storia che ribalta ogni aspettativa sul tema del suicidio, rendendola un’opera assolutamente adatta alla nostra selezione di 4 libri sorprendenti. L’autore trasforma l’atto finale in un punto di partenza, dimostrando come la vera evasione non sia solo nella morte, ma in un inatteso viaggio collettivo.
Tutto comincia in un fienile, luogo scelto per l’estremo saluto da due uomini che il caso ha voluto unire: Onni Rellonen, un piccolo imprenditore in crisi e vedovo inconsolabile, ed Hermann Kemppainen, un colonnello in pensione. L’incontro fortuito li interrompe e, dopo una conversazione che smorza il loro intento, decidono di rinunciare al proposito comune. Ma non finisce qui. I due si rendono conto che il loro problema non è affatto isolato e pensano, con una logica tutta nordica, di fondare un’associazione per dare un luogo di confronto a tutti coloro che meditano il suicidio.
Pubblicano così un annuncio sul giornale, e il successo è immediato e travolgente: le adesioni sono oltre seicento, un numero che testimonia una profonda crisi esistenziale collettiva. Di fronte a questa folla di aspiranti suicidi, la missione evolve. Dopo un primo incontro in un ristorante, si decide di non scegliere un luogo, ma di intraprendere un viaggio. Noleggiano un autobus, e così ha inizio un folle tour attraverso la Finlandia, un pellegrinaggio della disperazione che ben presto si trasforma in una riscoperta della vita.
Il bus diventa un microcosmo di umanità, dove i passeggeri, accomunati dal desiderio di morire, finiscono per riscoprire il piacere di ridere, litigare e, soprattutto, di esistere insieme. Paasilinna gestisce il tema con una leggerezza sorprendente, facendo sì che il viaggio sia costellato di situazioni assurde, comiche e profondamente umane. Il lettore è sorpreso dal modo in cui un gruppo di persone destinate alla fine trova invece una nuova e inattesa libertà sulla strada, trasformando il proposito più tragico in un inno alla gioia di vivere.
“I pesci non esistono” di Lulu Miller
L’ultimo titolo della nostra selezione è un saggio narrativo, o forse una biografia atipica, che rompe gli schemi dei generi e ci sorprende per il modo in cui una domanda esistenziale si trasforma in una sconvolgente indagine scientifica e storica. L’autrice, Lulu Miller, conduttrice del podcast di divulgazione scientifica Invisibilia, parte dalla domanda fondamentale: “Che senso ha la vita?”. La risposta insoddisfacente ricevuta in infanzia l’ha spinta a cercare un punto fermo nell’ordine del mondo.
Per trovare questa stabilità, Miller si imbatte nella figura imponente di David Starr Jordan (1851-1931), uno dei tassonomisti più importanti del mondo, l’uomo che ha dedicato la vita a catalogare e classificare migliaia di pesci, convinto di poter imporre un ordine razionale al “grande albero della vita”. La sua dedizione è così maniacale che, quando il terremoto di San Francisco del 1906 distrugge l’intera collezione di esemplari di vetro, Jordan non si perde d’animo: ricompone i frammenti e riprende il lavoro, determinato a non rinunciare al suo obiettivo di dare ordine al mondo attraverso la sistematica ittica.
Tuttavia, Miller scopre che le cose non sono come appaiono. Man mano che scava nella vita di questo “gigante della scienza”, la sua figura inizia a sgretolarsi. Desiderosa di conoscere tutto sull’uomo che ha dato un senso alla sua vita, l’autrice si imbatte non solo nel sospetto di un omicidio a cui Jordan potrebbe essere collegato, ma soprattutto nel suo profondo e cruciale coinvolgimento nella creazione e promozione dell’eugenetica negli Stati Uniti. Una teoria aberrante che ha portato alla prigionia e alla sterilizzazione forzata di migliaia di individui ritenuti “inadatti”.
Il libro è un viaggio che va dalla biografia al giallo, dallo stupore per l’ordine scientifico alla crudeltà umana. La narrazione sorprende il lettore per come, dopo aver demolito la figura del suo eroe e le basi della sua ricerca, l’autrice giunge alla spiegazione del titolo: “I pesci non esistono”. Questa conclusione non è solo un colpo di scena concettuale, ma la dimostrazione finale che la natura, nella sua complessità irriducibile, è riuscita a vendicarsi in modo magistrale di uno scienziato che credeva, con la sua catalogazione forzata, di poterla domare.
