Di recente, abbiamo chiesto ai follower dei nostri canali social quali libri tutti dovrebbero avere nelle proprie case, anche senza averli letti.
Ci sono alcuni titoli, infatti, che risultano preziosi e imprescindibili da possedere. Uno fra tutti? La “Divina Commedia” di Dante Alighieri, che innumerevoli italiani hanno in libreria ma che in pochissimi leggono. Eh sì, perché spesso questi libri, giudicati straordinari e di valore, vengono acquistati ma mai letti, reduci da traumi scolastici, vittime di pregiudizi sulla difficoltà di lettura o semplicemente troppo estesi da poter essere sfogliati nei nostri brevi ritagli di tempo.
I libri che tutti vorrebbero avere in libreria (anche senza averli letti)
“I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni
Il romanzo italiano per eccellenza: il primo a poter fregiarsi di questo titolo. “I Promessi Sposi”, edito per la prima volta come “Fermo e Lucia”, non è semplicemente il capolavoro di Alessandro Manzoni: questo libro, nato da una lunghissima gestazione, dalla volontà di creare un’opera unitaria, comprensibile a qualunque italiano che vi si accostasse, è tutta la vita di Manzoni.
Un romanzo straordinario che incute timore ai più, reduci dalle memorie scolastiche. È fra i libri più presenti nelle nostre case. Merita, senza ombra di dubbio, di essere riscoperto e gustato.
La redazione definitiva dei Promessi sposi uscì tra il 1840 e il 1842. Un romanzo per più aspetti “scandaloso”: in primo luogo per la lingua nuova in cui è scritto, mossa e varia come mosse e varie sono le occasioni della trama, cui il linguaggio si piega senza mai rompere la propria sostanziale unità.
“Scandaloso” è poi tutto il romanzo, con la sua pretesa di far assurgere a protagonisti personaggi anonimi che da sempre la storia trascura e dimentica.
“Scandaloso” infine, questo romanzo cattolico, anche per quella sua maniera di esaminare il mondo ecclesiastico senza indulgenze, di scoprire e rivelare il male anche nei conventi e di dimostrare che un prelato è davvero alto non quando ricopre un’alta carica o discende da una famiglia illustre, ma quando questi privilegi sono messi al servizio degli altri.
“Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij
C’è poi, fra i libri che secondo voi tutti dovrebbero avere in libreria, “Delitto e castigo”, una delle opere meglio riuscite dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij.
La storia di Raskol’nikov, personaggio diviso fra la necessità, la colpa e il desiderio di redenzione, spaventa per la sua mole, è vero, e per la vastità di nomi e nomignoli presenti fra le pagine che fanno spesso desistere chi si approccia per la prima volta al romanzo russo.
Non demordete, però: l’intreccio raccontato da Dostoevskij parla un po’ di ciascuno di noi e del nostro tempo, con una profondità psicologica che lascia stupefatti e che merita di essere scoperta.
“Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas
Ecco un’altra opera che attrae e terrorizza al tempo stesso: con le sue milleduecento pagine (e oltre), “Il Conte di Montecristo” è uno dei romanzi che avete più citato fra le risposte al nostro quesito. Se lo avete già in libreria ma non lo avete ancora letto è perché non vi siete avventurati fra le sue pagine, nemmeno per sfogliarlo: una volta aperto, questo libro è impossibile da lasciare.
La storia è incentrata su un protagonista che, uscito da anni di carcere grazie a un ingegnoso espediente, mette in atto la sua vendetta e ricerca il suo riscatto.
“Don Chisciotte” di Miguel De Cervantes
Un altro classico importantissimo, fondamento della letteratura mondiale, che non ha bisogno di presentazioni, e che tutti dovremmo avere fra i nostri libri.
Don Chisciotte è il simbolo della cieca fede in un ideale che resiste a qualunque oltraggio, il suo scudiero Sancho invece l’allegoria vivente del buon senso, della concretezza anche ingrata del reale.
Ma il romanzo di Cervantes si presenta come opera ben più stratificata e complessa, impossibile da costringere nei limiti di questa stilizzazione unilaterale: è insieme una galleria dei generi letterari del suo tempo, dalla poesia d’amore al romanzo picaresco alla novella pastorale; lo specchio del controverso passaggio dagli ideali di armonia e misura rinascimentali alla follia inventiva del Barocco; ma anche e soprattutto una riflessione senza tempo sulla natura umana e sulle sue ineliminabili contraddizioni.
“Furore” di John Steinbeck
A chi ha avuto la fortuna di conoscerlo fra i banchi di scuola, deve essere sembrato un romanzo mastodontico, straripante di descrizioni di paesaggi e di giornate di lavoro infinite.
Le digressioni presenti in “Furore” sono tante, è vero, ma sono anche preziose. Il romanzo, ritenuto il più bello scritto da Steinbeck, racconta l’odissea della famiglia Joad, costretta a lasciare la propria casa e il proprio paese per trovare fortuna in California. Un viaggio disperato, emozionante e paurosamente attuale.
“1984” di George Orwell
Un altro fra i libri più desiderati nelle nostre librerie è il capolavoro di George Orwell, uno dei romanzi distopici più belli di sempre, che ancora oggi trova importanti punti di contatto con l’attualità.
È il 1984 e a Londra, “vasta e rovinosa, una città di un milione di pattumiere”, l’ordine è mantenuto da una psicopolizia che interviene alla minima situazione di dissenso e le case sono provviste per legge di televisori-telecamere.
Sono strumenti per controllare le vite dei cittadini, e di essi si serve il Partito, sistema di governo al cui vertice si trova Big Brother, misteriosa figura che nessuno ha mai visto di persona, sebbene le sue immagini campeggino su ogni muro per ricordare agli abitanti che sono osservati.
In questo scenario si muove Winston Smith, oscuro funzionario di basso livello del Partito, impiegato al Ministero della Verità con il compito di riscrivere la storia per allinearla all’attuale pensiero politico. Ma la sua propensione per una condotta morale e un certo interesse per la verità lo porteranno su una strada che, se scoperta, verrebbe considerata “ribelle”.
“Se questo è un uomo” di Primo Levi
Primo Levi, chimico di origini ebraiche mandato in campo di concentramento, si scopre scrittore per sopravvivere alle atrocità del regime, per metabolizzare l’indicibile sofferenza in cui è stato immerso. Il suo “Se questo è un uomo” è un diario di memorie che tutti dovremmo avere fra i libri di casa e che ciascuno di noi dovrebbe leggere.
“Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcìa Marquez
Da José Arcadio ad Aureliano Babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro Melquíades finalmente decifrate: cent’anni di solitudine della grande famiglia Buendía, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile.
Con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da un’inarrestabile fantasia, Gabriel García Márquez ha saputo rifondare la realtà e, attraverso Macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell’esistenza umana. È uno dei libri che avete citato più volte nelle risposte al nostro quesito.
“Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar
Con “Memorie di Adriano”, Marguerite Yourcenar ha ricostruito con dovizia di particolari la vita dell’imperatore romano con una forza emotiva impressionante. Pubblicato nel 1951 e scritto sotto forma di epistola, il romanzo tocca temi personali e universali con toni inimitabili.
“I Miserabili” di Victor Hugo
Infine, uno dei libri più significativi della letteratura francese. Con “I Miserabili”, Victor Hugo ottiene un successo stratosferico già poco dopo l’uscita. La mastodontica opera, che spaventa per la mole delle pagine ma anche per la complessità apparente della trama, merita di essere posseduta nelle proprie librerie e di essere letta almeno una volta nella vita: una grandiosa commedia umana attraverso cui Hugo tratteggia l’epoca e i costumi a lui contemporanei.