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Rivoluzione scolastica, orario prolungato fino alle 22. Il sabato scuole chiuse per ”crisi”

A scuola, è cominciata la rivoluzione. Mentre la Provincia di Genova annuncia che, per risparmiare, chiuderà tutti gli istituti superiori il sabato. Il Governo Renzi lancia la proposta di estendere l’orario scolastico fino alla 22...

Matteo Renzi lo aveva annunciato nei suoi primi 100 giorni di mandato: si parte dalla scuola. E così è stato. E’ arrivata una vera e propria rivoluzione che terrà gli istituti aperti fino alle 10 di sera, 11 mesi su 12. Mentre a Genova, le scuole chiudono il sabato, a causa della crisi

MILANO –  A scuola, è cominciata la rivoluzione. Mentre la Provincia di Genova annuncia che, per risparmiare, chiuderà tutti gli istituti superiori il sabato, il Governo Renzi lancia la proposta di estendere l’orario scolastico fino alla 22, per 11 mesi su 12. Le polemiche, ovviamente, non hanno tardato ad arrivare.

LA RIVOLUZIONE – Il nuovo piano per la scuola prevede un nuovo contratto di lavoro: più ore per tutti i docenti, 36 a settimana, e aumenti di stipendio a chi si prende responsabilità, offre competenze specifiche. Oggi nelle medie e nelle superiori un docente lavora 18 ore settimanali (più 80 ore l’anno per consigli di classe e d’istituto). Il resto, non è contabilizzato: chi fa zero e chi fa troppo. Il Miur di Giannini-Reggi chiede invece una disponibilità doppia e certa: 36 ore per tutti. La soglia dovrebbe valere per elementari e scuole d’infanzia. Una disponibilità maggiore è richiesta anche sull’arco dell’anno scolastico: la stagione dura 230 giorni, la scuola solo 208. Quei ventidue giorni vanno recuperati a giugno inoltrato. Ecco perché le scuole rimarranno aperte 11 mesi su 12.

A GENOVA – Genova ha deciso: il sabato non si va più a scuola. Gli 88 istituti scolastici rimarranno chiusi a partire dal prossimo anno scolastico, riducendo così le ore di lavoro di docenti e studenti. Un scelta, quella di Genova, che è stata presa per fronteggiare la crisi economica: bisogna risparmiare. E, infatti, chiudere il sabato fa risparmiare a la Provincia circa 1 milione di euro. Ma se da una parte si taglia, dall’altra si aumentano gli orari: fino alle 22, così è stato deciso.

L’IRA DEL SINDACATO –  “Mentre il Miur progetta di tenere aperte le scuole fino alle dieci di sera, con una nota inviata ai dirigenti scolastici, la Provincia di Genova comunica che dal prossimo anno scolastico gli istituti superiori di sua gestione resteranno chiusi il sabato a causa della crisi finanziaria determinata dai tagli agli enti locali. Ecco la dimostrazione che le decisioni politiche riguardanti il mondo dell’istruzione vengono prese da chi di scuola sa e capisce ben poco e non conosce la difficile realtà in cui si trovano a operare la maggior parte delle scuole italiane”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

OLTRE LA REALTA‘ – Nella nota diramata dalla Provincia del capoluogo ligure, si legge che “i tagli impongono decisioni drastiche ma necessarie al fine di contenere al massimo tutti i costi che incidono sul bilancio e tra queste le utenze e i costi di riscaldamento relativi agli istituti provinciali di competenza provinciale. “Se si fatica a garantire lo svolgimento delle attività didattiche durante il sabato, come si può pensare di prolungare l’apertura degli edifici scolastici fino a sera? A chi lancia simili proposte – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – suggeriamo di fare i conti con la realtà e di lavorare per dare risposte concrete ai problemi della scuola italiana”.

ORARI – In sintesi, sono due le misure che aprirebbero una nuova era per l’impiego degli insegnanti nella scuola: le settimane lavorative passerebbero a 36 ore in cattedra, sostanzialmente raddoppiando quelle attuali, con le aule aperte fino a sera entro le 22.

CALENDARIO – Le ulteriori novità che andrebbero a riguardare il lavoro di professori e maestre, sarà quello di essere obbligati a recuperare i 22 giorni di scarto tra i 230 stagionali e i 208 dell’anno scolastico nel mese di giugno.

SUPPLENZE – Novità anche per le supplenze: con la riforma Renzi-Giannini, per ora solo teorica, si dovrebbe ricorrere in maniera massiccia alle chiamate interne rispetto alle esterne, ben più dispendiose per il Ministero dell’Istruzione.

ASSUNZIONI – Novità in vista anche per l’inserimento in ruolo dei tanti ancora in attesa di un posto fisso negli organici della scuola. Priorità sarà quella di svuotare più possibile le graduatorie d’istituto, che ancora vedono parcheggiati oltre 150mila docenti. In aggiunta, verrà previsto un esame per l’abilitazione, propedeutico per accedere ai concorsi a cattedre, con il prossimo appuntamento in programma per la primavera 2015. 

4 luglio 2014

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