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Perchè lo studio della Storia dell’Arte deve cominciare fin dalle scuole elementari

Da qualche tempo è in corso in Italia – che possiede il più ricco patrimonio storico e artistico del mondo – un interessante dibattito politico e culturale sul ruolo che esso può avere nella società futura...

Da qualche tempo è in corso in Italia – che possiede il più ricco patrimonio storico e artistico del mondo – un interessante dibattito politico e culturale sul ruolo che esso può avere nella società futura, per una sua adeguata valorizzazione, data la sua enorme rilevanza formativa nel settore scolastico e lavorativo in generale.

Il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini in un recente incontro con gli Stati Generali della scuola ha dichiarato di avere in programma la reintroduzione della Storia dell’Arte in tutte le scuole italiane e di avere un budget di 25 milioni di euro l’anno, somma ritenuta sufficiente per un differente numero di ore della materia. Il programma segna una svolta rispetto alla politica del passato e mira a un fine ambizioso: l’alternanza scuola-lavoro.

Naturalmente – tenuto conto delle finalità del progetto – c’è bisogno di  una profonda revisione dei vigenti programmi di studio delle scuole italiane che negli ultimi anni hanno visto ridimensionare le ore di insegnamento nonché dello sviluppo del lavoro nel settore culturale-artistico. Infatti, in un paese come il nostro – con una tradizione artistica capillarmente diffusa – la Storia dell’Arte ha un’importanza fondamentale per cui il settore umanistico non può essere considerato un hobby.

L’obiettivo, dunque, è il rilancio del settore artistico e culturale, inteso a dare uno sbocco professionale e lavorativo a docenti e tecnici dei beni culturali. Per realizzarlo però è necessario – secondo gli esperti – che lo studio della Storia dell’Arte deve cominciare fin dalle scuole elementari. Spiega, infatti, Maria Pia Donato – una dei quaranta docenti universitari di Storia dell’Arte che hanno lanciato una petizione per sostenere la proposta: “I programmi delle elementari oltre all’insegnamento della storia prevedono la scoperta del territorio, facendo attenzione alla tutela del patrimonio, quindi storia e storia dell’arte faranno scoprire il paesaggio”. In questa prospettiva centrale è il ruolo dell’insegnante quale punto di riferimento dei bambini perché deve essere in grado di accompagnare gli allievi durante il percorso scolastico.

Per una buona informazione scolastica della storia dell’arte, dunque, oltre a una migliore estensione temporale e di approfondimento dell’insegnamento nel curriculum degli studenti è indispensabile potenziare la formazione storica e artistica dei futuri docenti. Non si tratta, infatti, solo di «insegnare la storia dell’arte ai bambini, ma di dare vita alle indicazioni ministeriali che prevedono una fortissima interconnessione tra lo studio della storia e della scoperta del patrimonio». E’ da segnalare a tal fine che dal prossimo settembre i quaranta docenti universitari firmatari daranno il via a una serie di iniziative per richiamare l’attenzione sulla problematica e “per creare forme di sperimentazioni attraverso legami tra gli esperti delle diverse discipline e tra l’università e il mondo della scuola, con esperti di materie psicopedagogiche”. In concreto, solo facendo maturare nelle future generazioni una nuova conoscenza del proprio patrimonio storico-artistico si possono realizzare una formazione culturale più elevata rispetto all’attuale e  un maggior senso civico, che si sviluppa appunto a partire dalla conoscenza e dal conseguente rispetto per dei valori territoriali, ambientali, storici e artistici, in una parola dalla cultura. In effetti, “se non s’impara la storia dei luoghi e dei monumenti che ci circondano, come si potrà capire chi siamo e maturare il rispetto per i luoghi e gli spazi comuni”?

Giuseppe Sangregorio

11 luglio 2014

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