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La Buona Scuola, arriva il decreto che rivoluzionerà la scuola italiana

''Far ripartire l'Italia dalla scuola''. E' quanto affermato da Renzi nel corso dell’evento organizzato all’Auditorium di via Palermo per festeggiare l’anniversario del suo governo e presentare la scuola che verrà, il decreto-legge e la legge delega che promettono di rivoluzionare la scuola italiana...

MILANO – ”Far ripartire l’Italia dalla scuola”. E’ quanto affermato da Renzi nel corso dell’evento organizzato all’Auditorium di via Palermo per festeggiare l’anniversario del suo governo e presentare la scuola che verrà, il decreto-legge e la legge delega che promettono di rivoluzionare la scuola italiana. Ecco i due provvedimenti principali previsti all’interno de ‘La Buona Scuola‘.

 
ASSUNZIONE PRECARI –  La riforma prevede l’abolizione del precariato ‘storico’, il rilancio dell’autonomia scolastica ed il reclutamento di insegnanti 2.0. La cancellazione delle graduatorie ad esaurimento sancirebbe la fine del precariato di lungo corso nella scuola, e al tempo stesso l’apertura a nuove forme di concorso che dovrebbero reclutare insegnanti all’altezza del compito che riserverà loro la scuola del futuro.

CARRIERE DEGLI INSEGNANTI –
Per fare carriera occorrerà valutare i docenti, anche attraverso l’attività di formazione seguita nell’ultimo triennio. E verrà messa sotto la lente di ingrandimento anche la sua attività didattica. Soltanto se promosso l’insegnante verrà considerato meritevole e potrà accedere agli incrementi di stipendio: circa 60 euro al mese netti ogni tre anni.

CURRICULUM STUDENTE – Secondo una risoluzione proposta a Palazzo Madama dalla senatrice del Pd, Francesca Puglisi, nelle classi terminali della scuola superiore  –  gli ultimi due o tre anni  –  gli studenti potranno personalizzarsi il curriculum scegliendo alcune materie opzionali su un ventaglio di discipline offerte dalla scuola.

NUOVI SAPERI – Per puntare sui punti di forza del nostro Paese, in particolare il patrimonio artistico, il governo vuole portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’arte nelle secondarie. Tra le nuove competenze previste c’è l’educazione al pensiero computazionale: i nativi digitali sono tutti i giorni alle prese con smartphone e tablet, ma il futuro è nella programmazione e nella logica computazionale i cui primi elementi verranno introdotti già nei programmi della scuola elementare.

SCUOLA-LAVORO – Altro importante obiettivo delal riforma è quella di avvicinare il mondo della scuola con quello delle aziende ed imprese italiane, due realtà che spesso si sono ‘parlate’ poco, con conseguenze negative dal punto di vista occupazionale.  Per creare un ponte virtuoso tra mercato del lavoro e scuola superiore il decreto si occuperà anche dell’alternanza scuola-lavoro  –  per almeno 200 ore l’anno nell’ultimo triennio degli istituti tecnici e professionali  –  dell’impresa didattica e del potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

 

DALLE PAROLE, AI FATTI – “Una kermesse di slogan e propositi apparentemente validi, ma adesso attendiamo Renzi al varco il prossimo 27 febbraio quando in Consiglio dei ministri approderanno il decreto legge sulle immissioni in ruolo e il disegno di legge delega”. Così la Gilda degli Insegnanti commenta l’evento “La scuola che cambia, cambia l’Italia” che si è svolto ieri mattina a Roma.  “Dal palco della manifestazione il presidente del Consiglio non ha dato alcuna anticipazione dettagliata sui contenuti dei provvedimenti legislativi sulla Buona Scuola – dichiara la Gilda – ma alcuni punti ci lasciano già perplessi, come l’idea di devolvere il 5 per mille alle singole scuole che rischierebbe di mettere gli istituti nelle mani di finanziatori privati. Meglio sarebbe, invece, come da noi proposto più volte, defiscalizzare i contributi volontari delle famiglie. Rimangono le forti perplessità della Gilda su valutazione del merito e carriera perchè non è per nulla chiaro quali saranno i criteri utilizzati per valorizzare la professione docente né  chi giudicherà i valutatori. Confidiamo che su questi temi non ci si limiti a un dibattito a colpi di email e di tweet, come vorrebbe Renzi, ma si apra un dialogo reale con i docenti e i sindacati che li rappresentano. In ogni caso, prima di qualunque discorso sul merito, si rinnovi il contratto nazionale riconoscendo un aumento stipendiale agli insegnanti.  Se, come ci risulta, nel CdM di venerdì si discuterà anche del Regolamento delle nuove classi di concorso, – conclude la Gilda – dobbiamo denunciare il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali su un argomento di grande importanza per i docenti e per tutta l’organizzazione didattica”. 

 

23 febbraio 2015

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