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Docenti precari: la giungla dei concorsi e la situazione in Italia oggi

Una riflessione sulla condizione dei docenti precari in Italia oggi firmata dall'insegnante Maria Laura Chiaretti, la quale ha raccolto pareri e stati d'animo dei colleghi per fare un punto della situazione

Oggi il sistema educativo italiano assomiglia sempre piรน ad una giungla, dove i docenti precari sono trattati come carne da macello e i concorsi pubblici sembrano una rappresentazione del miglior teatro dellโ€™assurdo, dando vita ad un circo che neanche Federico Fellini avrebbe immaginato nei suoi sogni piรน bizzarri. E intanto, i docenti pagano il prezzo di tutto questo.

La situazione dei docenti precari

L’odissea dei docenti precari italiani sembra non avere fine. Nonostante le promesse e i proclami di riforma, la realtร  resta amara e insostenibile per chi cerca di costruirsi una carriera nell’insegnamento.

Tra concorsi banditi ma mai avviati e disuguaglianze tra le varie classi di concorso, la situazione appare sempre piรน caotica e ingiusta.

รˆ ora di riformare questo sistema marcio e obsoleto. Snellite le procedure concorsuali, uniformate i criteri di assunzione e garantite pari opportunitร  a tutti.

Restituite dignitร  e speranza a chi, ogni giorno, nonostante tutto, continua a insegnare con passione e dedizione. Perchรฉ diciamocelo chiaramente: senza i docenti questo paese รจ destinato a rimanere un circo perpetuo, senza futuro e senza speranza.

Concorsi in sospeso e odissee regionali

Partiamo dal primo atto della tragedia: concorsi banditi ma mai iniziati. Ci sono classi di concorso e regioni dove i concorsi sono diventati leggende metropolitane, qualcosa di cui si sente parlare ma che nessuno ha mai visto davvero.

Nel frattempo, migliaia di docenti aspettano, con le vite in sospeso, senza sapere se e quando potranno finalmente stabilizzarsi. Un bel gioco di prestigio, no?

Uno dei principali problemi riguarda i concorsi pubblici per l’assunzione dei docenti. In alcune regioni e per certe classi di concorso, questi concorsi non sono ancora partiti, nonostante siano stati banditi tempo fa.

Questa attesa infinita genera frustrazione e incertezza tra i candidati, che vedono i loro sogni e aspirazioni professionali continuamente rimandati.

Migrazioni forzate e spese assurde

Ma il dramma non finisce qui. Molti docenti (di cui molti a tempo determinato) che hanno presentato domanda in una regione sono stati poi convocati a sostenere le prove in una regione diversa.

Questo comporta ulteriori costi di spostamento e soggiorno, che pesano enormemente sulle tasche giร  vuote dei precari.

Per molti docenti, queste spese extra sono semplicemente insostenibili. La precarietร  economica rende impossibile sostenere ulteriori costi, costringendo molti a rinunciare ai concorsi.

Questa situazione crea una discriminazione di fatto: solo chi ha risorse economiche sufficienti puรฒ permettersi di partecipare, mentre chi รจ giร  in difficoltร  economiche vede sfumare l’opportunitร  di una stabilizzazione.

Viaggi lunghi, spese di alloggio e di vitto, oltre alla lontananza dagli affetti familiari, si sommano ai giร  numerosi sacrifici che i docenti devono affrontare quotidianamente.

Molti insegnanti fanno domanda in una regione e poi, come per magia, si ritrovano a dover sostenere le prove in una regione diversa

Ma cosa importa ai signori del ministero? Loro se ne stanno comodamente seduti dietro le loro scrivanie, mentre i docenti fanno i pendolari da un capo all’altro del paese, come moderni Ulisse senza neanche un’Itaca ad attenderli.

La trappola dei costi

E poi, chi paga tutto questo? Ovviamente, i docenti stessi, che con stipendi da fame devono pure tirare fuori soldi per spostamenti e soggiorni.

Non tutti possono permetterselo, e cosรฌ chi รจ giร  in difficoltร  economiche si trova a dover rinunciare a partecipare ai concorsi.

Una bella selezione naturale all’insegna del “chi ha soldi va avanti, chi non li ha si arrangia”.

Complimenti per la meritocrazia!

Lโ€™Europa che non cโ€™รจ

E mentre noi ci crogioliamo nella nostra inefficienza, il resto d’Europa va avanti. In molti paesi europei, i processi di selezione sono piรน semplici, equi e trasparenti.

In Italia, invece, siamo fermi al medioevo burocratico, con procedure complicate e spesso incomprensibili. Siamo molto indietro rispetto allโ€™Europa, c’รจ poco da dire.

Lโ€™iniquitร  dellโ€™Articolo 59

Come se non bastasse, ad aggravare ulteriormente la situazione, vi รจ l’iniquitร  introdotta dall’articolo 59.

Questo prevede l’assunzione a tempo indeterminato per i docenti di sostegno direttamente dalle GPS (Graduatorie Provinciali per le Supplenze) senza la necessitร  di un concorso.

Una misura che, se da un lato risponde all’esigenza di coprire rapidamente i posti vacanti nel sostegno, dall’altro crea una palese disuguaglianza nei confronti degli insegnanti delle altre classi di concorso.

Questi ultimi, infatti, devono ancora affrontare concorsi spesso complicati e dispendiosi. Una bella lezione di uguaglianza e giustizia, non cโ€™รจ che dire.

Il bisogno di una riforma

รˆ evidente che il sistema di assunzione dei docenti in Italia necessita di una riforma profonda e strutturale.

รˆ inaccettabile che i docenti precari debbano affrontare tali disagi e discriminazioni in un paese che si proclama moderno e avanzato.

Occorre un intervento urgente per snellire le procedure concorsuali, uniformare i criteri di assunzione e garantire pari opportunitร  a tutti i candidati.

Solo cosรฌ si potrร  ridare dignitร  e speranza a migliaia di docenti che ogni giorno, nonostante tutto, continuano a svolgere con passione e dedizione il loro prezioso lavoro.

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