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Daniele Grassucci (Skuola.net), ”Mercato dell’usato, GDO e negozi online per abbattere il Caro libri”

Si parla da ormai vent'anni del caro libri, e ogni anno il fenomeno non accenna a diminuire. Ma del resto, quale bene di consumo negli ultimi vent'anni non è aumentato?

MILANO – Si parla da ormai vent’anni del caro libri, e ogni anno il fenomeno non accenna a diminuire. Ma del resto, quale bene di consumo negli ultimi vent’anni non è aumentato? Dalle case, alla benzina passando per i generi alimentari. Qui tuttavia si tocca un nervo scoperto, perché la scuola, almeno fino al compimento dei 16 anni, è un diritto-dovere, quindi indipendentemente dal reddito bisogna andarci ed è giusto che sia così.

Dal nostro punto di vista le cause di questo fenomeno sono molteplici. Da una parte una normativa non sempre efficace (ne parleremo più avanti), dall’altra una lobby, quella degli editori, che vede nella scolastica una fonte di reddito ancora feconda a dispetto di una crisi generalizzata che è quella di settore. Basti pensare che nel 2013 l’allora Ministro Profumo impose, per l’anno 2014/2015, un abbattimento secco dei tetti di spesa in alcune classi del 20%, elevato a 30% nel cado dell’adozione di tutti libri digitali. Ebbene non mancò il ricorso degli editori al TAR e di li a pochi mesi il suo successore Carrozza emanò un provvedimento più leggero, che non forzava il passaggio al digitale e riduceva i tetti di spesa in misura minore e solo in caso di adozione di tutti libri misti. Tuttavia va anche sottolineato che quest’anno il Miur ha messo sul piatto circa 100 milioni di euro per l’acquisto di libri da fornire in dotazione agli studenti delle scuole secondarie di famiglie meno abbienti. Lo scorso anno erano poco meno della metà.

Dal punto di vista normativo, in Italia si sono fatti dei passi indietro. La la legge n.133/2008 già imponeva che “A partire dall’anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista’. Da allora ogni anno, di fronte all’evidenza della mancata applicazione da parte delle scuole, le normative successive hanno procrastinato l’obbligatorietà del libro digitale fino alla ‘resa’ dell’ultimo decreto Carrozza, che non pone delle deadline ma dà la facoltà ai consigli di classe di adottare libri digitali o in forma mista. Anche sui tetti di spesa c’è molto da fare: sebbene ci sia una normativa chiara che fissa la somma che le scuole possono far spendere alle famiglie in libri di testo (peraltro i tetti sono fermi da due anni), le famiglie e le associazioni di categoria continuano a denunciare un aumento della spesa. Il motivo? I tetti di spesa spesso vengono spesso sforati e non esiste, almeno a quanto ci risulta, un sistema automatico di controllo e sanzione. Nonostante il Miur abbia a disposizione il database AIE con tutte le adozioni e i prezzi di copertina, quindi sarebbe molto semplice rilevare i trasgressori ancor prima dell’inizio delle scuole abbiamo inizio.  Infine molto si potrebbe fare sul digitale: oggi il risparmio medio sull’equivalente cartaceo è del 15%, se si riuscisse a ridurre l’IVA dal 22% al 4%, come nei libri cartacei, il risparmio sarebbe molto più consistente.

Se si è poco propensi a girare per mercatini del libro usato o librerie dove si trovano anche testi di seconda mano, conviene rivolgersi ai grandi player del mercato offline (la grande distribuzione organizzata) e online (Amazon, Ibs, Libraccio, ecc.). Qui è possibile riuscire a risparmiare fino a un 15% sul prezzo di copertina, che è anche il massimo possibile per legge. Ad esempio su Amazon l’operazione 15 e lode garantisce la consegna dei libri a casa con il 15% di sconto.

Daniele Grassucci

(Responsabile delle Relazioni Esterne di Skuola.net)

29 agosto 2014

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