I Compiti delle Vacanze sono uno dei tema più dibattuti del mondo della scuola. Inutile dire che ai ragazzi, dalle elementari alle superiori sono contrari con tutto quello che ne consegue: compiti delle vacanze fatti spesso all’ultimo, sicuramente male, forse con l’aiuto dell’intelligenza Artificiale se non copiando dal quaderno dell’amico o dell’amica.
L’incubo però vero è però quello dei genitori, costretti più volte a settimana, a ricordare al figlio o alla figlia il loro dovere. “Hai fatto i compiti per le vacanze? Come sei messo? Quanto ti manca?”. Insomma, mamma e papà sono costretti a fare i”Controllori”, attività stressante e che divide tra chi invece, soprattutto per i ragazzi delle superiori, invita a lasciar schiantare il figlio contro il muro di inizio anno, prendendosi tutte le responsabilità del caso.
Discussioni, caos, ripetizioni (costose e quanto utili?) da organizzare per recuperare e partire al meglio a settembre. Questo ed altro scatenano i compiti delle vacanze su cui però troppo spesso non si ascolta l’opinione dei docenti, dei professori che mandano sul registro elettronico la lista delle cose da fare e dei libri da leggere.
Abbiamo così chiesto a Marcello Bramati, docente di Liceo e scrittore di libri sull’educazione, scuola, giovani, alcuni consigli per capire il perché i compiti delle vacanze siano utili, come farlo e quando.
I 4 consigli per fare bene i compiti delle vacanze
1) Il primo consiglio per affrontarli al meglio è legato ai termini che si usano per definirla. Non sono compiti delle vacanze mapotremmo, anzi, dovremmo definirli “Compiti per settembre”. Questo aiuta a cambiare prospettiva, a pensare che siano un mantenimento di un sapere, di un’abitudine, di un modo di porsi e non un obbligo rovina-ferie. Quelle estive sono vacanze e vacanza significa proprio che, il posto, la sedia ed il banco nella classe è “vacante”, cioè che non c’è il suo titolare.
Quindi c’è la vacanza, perché si è altrove e si fa altro, ma bisogna ricordarsi che non si è in vacanza dalla propria esistenza ed i questo periodo di lontananza dalla scuola vale la pena mantenersi in allenamento in alcuni specifici “saperi”, come italiano, matematica o una lingua straniera, ma anche mantenere un certo ordine nella gestione di un quaderno o di un libro senza dimenticarsi di come si legge ad alta ed a bassa voce, o non perdere confidenza con il suono di una lingua o con la scrittura, con cui i giovani d’oggi hanno un rapporto complicato.
2) Come farli. Distinguere primo da secondo ciclo: per primo ciclo (elementari e medie) servono controllo sulla tabella di marcia (pianificazione iniziale, gestione del tempo nelle giornate e lungimiranza per suggerire che – ad esempio – sarà bene lavorare doppio in quindici giorni routinari per poi non portarsi dietro compiti in un viaggio). Per le scuole superiori, palla ai ragazzi: utile condividere un percorso, fissare un termine, controllare – questo sì!- che non ci si affidi a AI e cose simili, altrimenti è tempo buttato, ripeto, buttato, nè guadagnato e nemmeno impiegato male, è proprio tempo buttato per tutti: studenti, docenti – che correggeranno consegne finte – genitori.
3) Aiutare? Per i bambini e le bambine delle elementari può essere utile affiancare, senza imporre, e senza ansie, per mostrare come si compila sul libro senza pasticciare, ma anche ricordare una formula o una nozione che il bambino conosceva e che necessita solo di una rinfrescata. Per le medie, invece, aiuto al bisogno lasciando però grande responsabilità al giovane (ad esempio, ipotizzando una verifica di avanzamento lavori su ordine e quantità svolta ogni 15 giorni, per non perdere il sonno il 10 settembre).
4) Leggere: consiglio di leggere un libro nuovo con investimento di tempo iniziale: ad esempio, le prime 20-30 pagine in un giorno solo, per entrare nella vicenda. Così la storia prenderà forma! Altrimenti sarà difficile che la storia appassioni e catturi l’interesse dei ragazzi. Vale per un film, per uno sport, così per un libro: arrivare alla rottura dell’equilibrio narrativo e mettersi nella condizione di essere incuriositi e ricercare il libro di lettura