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5 consigli per aspiranti scrittori

Scrivere non è facile. Ma dopotutto non è nemmeno impossibile. Servono pazienza, predisposizione, idee, tempo e volontà. Per venire incontro a tutti gli scrittori emergenti che ci seguono...

Per tutti quelli che non vedono l’ora di cimentarsi nell’arte della scrittura, ecco alcune linee guida indispensabili. Forse non vi faranno diventare il nuovo Stephen King o l’erede di Andrea Camilleri… ma di certo non vi faranno male

 
MILANO – Scrivere non è facile. Ma dopotutto non è nemmeno impossibile. Servono pazienza, predisposizione, idee, tempo e volontà. Per venire incontro a tutti gli scrittori emergenti che ci seguono, abbiamo redatto questo piccolo prontuario con qualche utile consiglio per affinare lo stile e acquisire una maggiore padronanza dei mezzi. Forse non sarà sufficiente a trasformarvi nei futuri top-sellers, ma siamo sicuri che potrà fornirvi qualche spunto utile.

 
Ecco i nostri cinque consigli destinati a tutti gli aspiranti scrittori.

 

 
1 – Leggere, rileggere, strarileggere. E ancora rileggere
Non bisogna rileggere solo per la sistematica traccia al refuso. Il vostro romanzo va letto, riletto e straletto, preferibilmente ad alta voce. Solo così potete rendervi conto di cosa funziona e di cosa necessita di revisioni. Uno scrittore non deve farsi scrupoli di tagliare, snellire, sintetizzare. Sappiamo che è difficile rinunciare alle frasi partorite dalle vostre menti, ma spesso alcune di queste risultano superflue. Scrivete, mettete da parte, lasciate fermentare e dopo un po’ rileggete: cambierete idea su moltissime questioni! Leggere, rileggere, fare leggere a terzi: tutto ciò vi aiuterà moltissimo a migliorare il vostro lavoro.

 
2 – Evitare gli stereotipi!
Siate creativi e fantasiosi! Non ripercorrete strade e personaggi stravisti e strasentiti, osate! Informatevi, fate ricerche, cercate di sapere sempre di cosa state parlando. Non c’è niente di più fastidioso di leggere un romanzo con personaggi e situazioni approssimativi. Evitate la banalità, l’ovvietà, tutto quanto è già stato stra-abusato. Argomentate! Ingegnatevi! L’originalità non paga sempre. Ma spesso… serve comunque controllo!

 
3 – Non trascurate la storia…
Un libro deve raccontare qualcosa. La storia è la ragione stessa per cui si scrive. Può essere più o meno complessa e a secondo di questo grado di complessità può piacere a pubblici diversi. Ma comunque un libro deve raccontare qualcosa. Che sia la descrizione di un viaggio, degli stati d’animo dei personaggi, una sequenza irrefrenabile di eventi da cardiopalma. Ma fate succedere qualcosa, descrivete i personaggi, contestualizzate la storia, predisponete il cambiamento che volete descrivere e analizzatelo. Scrivete un libro in cui non succede niente e saranno pochissimo – forse nessuno! – ad arrivare fino in fondo!

 
4 – …e non trascurate nemmeno il linguaggio!
Ok, avete deciso cosa raccontare? Ecco, raccontatelo bene! Non basta una bella storia per fare un bel libro. Occorre anche una bella scrittura e questa è fatta di semplicità e fantasia: cercate di variare il lessico, di usare metafore – anche qui, occhio agli estremi “banale” e “esagerata” -, di evitare ripetizioni, di essere intriganti e originali, ma pur sempre – soprattutto! – comprensibili. Evitate la rindondanza. Tenete sempre conto che non state scrivendo per voi, ma per chi vi leggerà. Ancora una volta, leggere ad alta voce vi aiuterà a trovare la via.

 
5 – Conoscere le regole. E leggete, dannazione!
Innanzitutto la grammatica. Una lingua approssimativa e farcita di errori grammaticali contribuirà ad abbattere la vostra credibilità autoriale. Evitate di sbagliare accenti, apostrofi, tempi verbali. Non fatevi intimorire dal congiuntivo. Scrivere un testo con degli errori – errori del quale magari non siete consapevoli, e quindi potrebbero essere reiterati – svelerà un’altra vostra debolezza: una scarsa attitudine alla lettura. Non esiste uno scrittore che non sia un divoratore seriale di libri. E un divoratore seriale di libri determinate problematiche grammaticali le impara anche solo per osmosi, per via della lunga e radicata consuetudine alla lettura.

 

 
18 gennaio 2015

 
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