Lucio Corsi ha presentato al Festival di Sanremo 2025 la sua canzone “Volevo essere un duro”, un brano che racconta il desiderio di apparire forti e invincibili, contrapponendolo alla realtà delle proprie insicurezze. Con uno stile poetico e un linguaggio evocativo, il cantautore toscano ci porta in un viaggio interiore fatto di sogni infranti, ironia e accettazione di sé.
Volevo essere un duro di Lucio Corsi
Volevo essere un duro
Che non gli importa del futuro
Un robot
Un lottatore di sumo
Uno spaccino in fuga da un cane lupo
Alla stazione di Bolo
Una gallina dalle uova d’oroPerò non sono nessuno
Non sono nato con la faccia da duro
Ho anche paura del buio
Se faccio a botte le prendo
Così mi truccano gli occhi di nero
Ma non ho mai perso tempo
E lui che mi ha lasciato indietroVivere la vita
E un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhialiVolevo essere un duro
Che non gli importa del futuro no
Un robot
Medaglia d’oro di sputo
Lo scippatore che t’aspetta nel buio
Il Re di Porta Portese
La gazza ladra che ti ruba la fedeVivere la vita
E un gioco da ragazzi
Me lo diceva mamma ed io
Cadevo giù dagli alberi
Quanto è duro il mondo
Per quelli normali
Che hanno poco amore intorno
O troppo sole negli occhialiVolevo essere un duro
Però non sono nessuno
Cintura bianca di Judo
Invece che una stella uno starnutoI girasoli con gli occhiali mi hanno
“Stai attento alla luce”
E che le lune senza buche
Sono fregature
Perché in fondo è inutile fuggire
Dalle tue paureVivere la vita è un gioco da ragazzi
Io
Io volevo essere un duro
Però non sono nessuno
Non sono altro che Lucio
Non sono altro che Lucio
Significato del testo
Il desiderio di essere forti
La canzone si apre con una serie di immagini che evocano diverse figure stereotipate di “duri”: un robot, un lottatore di sumo, uno spacciatore in fuga. L’uso di questi riferimenti suggerisce un senso di distacco emotivo e una maschera che il protagonista vorrebbe indossare per affrontare la vita con sicurezza e spavalderia. Tuttavia, emerge fin da subito una contraddizione: dietro questi modelli di forza si nasconde la consapevolezza di non essere nato con la “faccia da duro”.
La fragilità nascosta dietro la maschera
Nel corso del testo, Corsi ammette di avere paura del buio e di non essere in grado di combattere senza subire sconfitte. L’ironia si fa più evidente con l’immagine degli occhi truccati di nero “non per scelta, ma per i colpi ricevuti”. Questo passaggio diventa una metafora della vita: chi cerca di mostrarsi forte spesso finisce per essere ferito più degli altri.
La durezza del mondo per chi è normale
Uno dei versi più significativi recita: “Quanto è duro il mondo per quelli normali, che hanno poco amore intorno o troppo sole negli occhiali”. Qui il cantautore sottolinea la difficoltà di vivere senza corazze, senza il sostegno di un ambiente che protegge e valorizza. Il riferimento agli “occhiali” potrebbe indicare la difficoltà di vedere la realtà per quella che è, spesso distorta da illusioni o aspettative irraggiungibili.
L’illusione di fuggire dalle proprie paure
Nella parte finale, il protagonista sembra maturare una consapevolezza più profonda: i girasoli con gli occhiali lo avvertono di “stare attento alla luce”, mentre le lune senza buche sono “fregature”. Questo potrebbe rappresentare la consapevolezza che evitare le proprie paure o cercare scorciatoie non porta a una vera crescita personale. La vita, con le sue imperfezioni e le sue difficoltà, deve essere affrontata per quella che è.
L’accettazione di se stessi
Il brano si chiude con una dichiarazione di identità: “Non sono altro che Lucio”. Dopo aver esplorato diversi tentativi di essere qualcun altro, il protagonista accetta la sua vera natura, con tutte le sue fragilità. Questa conclusione è un invito a riconoscere che non serve essere “duri” per affrontare la vita, ma che l’autenticità e la consapevolezza di sé sono ciò che conta davvero.
Un messaggio di autenticità e poesia
Con “Volevo essere un duro”, Lucio Corsi ci regala un brano profondo e sincero, che riflette sulle difficoltà di chi si sente fuori posto in un mondo che premia solo la forza apparente. Il testo, ricco di immagini evocative e metafore, riesce a toccare corde profonde, rendendo questa canzone un piccolo manifesto dell’autenticità.
In un’epoca in cui essere forti e impenetrabili sembra essere un imperativo sociale, Corsi ci ricorda che la vera forza sta nell’accettare le proprie debolezze e nel vivere senza paura di mostrarsi per quello che si è davvero.
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