“Un professore” torna con la terza stagione su Rai 1

20 Novembre 2025

Alessandro Gassman ritorna su Rai 1 nei panni di Dante Balestra. "Un Professore", stagione 3 comincia giovedì 20 novembre, alle 21:30. Scopri di più...

"Un professore" torna con la terza stagione su Rai 1

Il ritorno di Dante Balestra (Alessandro Gassmann) non è mai un semplice appuntamento televisivo; è un imperativo filosofico mascherato da fiction popolare. E la terza stagione di “Un Professore”, in onda stasera, giovedì 20 novembre, alle 21:30 su Rai 1, promette di non tradire le aspettative, riconfermando la serie non solo come un successo di ascolti, ma come uno dei prodotti più acuti e stratificati del panorama seriale italiano.

A un primo sguardo, il format potrebbe apparire familiare: il professore geniale e anticonformista che “vede” i suoi studenti laddove la scuola tradizionale fallisce. Ma “Un Professore”, liberamente ispirato alla serie catalana Merlí, ha saputo superare lo stereotipo grazie a un’alchimia rara: l’integrazione organica del pensiero filosofico non come mero orpello didattico, ma come strumento essenziale per la sopravvivenza emotiva dei protagonisti.

Dante Balestra non insegna filosofia, la vive. Il suo metodo, spesso al confine tra l’eccentrico e l’irregolare, trasforma il liceo Leonardo Da Vinci in un laboratorio esistenziale dove Socrate, Nietzsche e Foucault non sono nomi su pagine polverose, ma compagni di viaggio – o di battaglia – in grado di illuminare le incertezze dei sedicenni della 5^ B, e in misura ben maggiore, i drammi irrisolti degli adulti.

Ciò che rende la serie avvincente, stagione dopo stagione, è la sua capacità di tessere una matassa narrativa complessa dove la vita privata del professore si intreccia indissolubilmente con i percorsi formativi dei suoi allievi. La cattedra non è un podio, ma un confessionale, e il dolore di Dante, in particolare la ferita mai rimarginata per la morte del figlio gemello Jacopo, è la lente attraverso cui egli osserva il mondo, spingendolo a dedicare una responsabilità quasi messianica al recupero delle “pecore nere” della classe. La sua umanità, più che la sua erudizione, è il vero motore della serie.

La filosofia come metodo e rivoluzione

La psicologia dei personaggi in “Un Professore” è plasmata direttamente dai principi filosofici che Dante evoca in classe, creando una risonanza che eleva la fiction oltre il melodramma adolescenziale.

Prendiamo il caso di Simone Balestra (Nicolas Maupas), figlio di Dante. Inizialmente rigido, chiuso, quasi soffocato dalla figura paterna ingombrante e assente, Simone rappresenta il principio di autorità che deve essere decostruito. La filosofia, specialmente la lezione sul concetto di “cura di sé” di Michel Foucault (menzionata in relazione alla sua omosessualità) o il nichilismo di Nietzsche, non fa che disorientarlo e al contempo liberarlo.

La sua scoperta della propria omosessualità e l’amore non corrisposto per Manuel sono stati trattati con una delicatezza che ha permesso di esplorare la fragilità maschile e la ricerca di identità, temi complessi raramente affrontati con tale trasparenza nella televisione pubblica. La filosofia qui è un catalizzatore di verità.

Al suo opposto, c’è Manuel Ferro (Damiano Gavino), l’archetipo dell’allievo difficile, ribelle, con un difficile contesto socio-familiare, che pure mostra una spiccata intelligenza e una profonda sensibilità (spesso espressa nell’arte). Manuel è il Socrate di Dante: un ragazzo che non crede di sapere nulla, ma che, se interrogato correttamente, possiede una saggezza innata.

È l’allievo che Dante cerca di salvare per un senso di colpa e forse di espiazione: un figlio che ha perso, un figlio che ritrova, ma che non è il suo. La sua storia, in particolare lo scontro con la criminalità locale (Mimmo e il traffico losco), ha portato la filosofia a confrontarsi con la realtà più cruda, testando il limite tra l’idealismo dell’insegnamento e l’azione etica nel mondo.

La serie interroga costantemente il pensiero epicureo: si può raggiungere la felicità (atarassia) in un mondo pieno di dolore (la perdita di Jacopo, la malattia di Dante, la solitudine di Anita, le incertezze dei ragazzi)? Dante, attraverso i suoi insegnamenti, offre agli studenti gli strumenti per porsi la domanda, ma non la risposta, un approccio critico che restituisce dignità intellettuale al pubblico.

Dalle stagioni precedenti

Per comprendere appieno il terremoto emotivo della terza stagione, è cruciale ripercorrere i nodi irrisolti che hanno dominato il racconto finora.

Prima stagione

La prima stagione ha introdotto Dante Balestra (Alessandro Gassmann) al liceo Leonardo, segnando il suo difficile ritorno a Roma e il tentativo di ristabilire un legame con il figlio Simone, cresciuto nella sua assenza e rigido nei confronti di un padre che vedeva come inaffidabile. Il cuore del dramma era il segreto: la morte di Jacopo, il gemello di Simone, avvenuta anni prima per meningite. Una ferita che Dante aveva celato, fuggendo di fatto dalle proprie responsabilità.

A scuola, l’incontro fondamentale è quello con Manuel Ferro, il più problematico, ma anche il più ricettivo, e con sua madre, Anita (Claudia Pandolfi), donna forte, sola e pragmatica, impegnata in mille lavori per mantenere il figlio. La relazione tra Dante e Anita si sviluppa attraverso attrazione e scontro, complicata dal fatto che Dante ha inizialmente una relazione con l’amica e collega Cecilia. Il climax emotivo arriva quando Simone, innamorato di Manuel, scopre il segreto del fratello gemello. La filosofia di Dante si scontra con la sua ipocrisia personale, ma il pathos del dolore e il bisogno di verità consentono un primo, faticoso, riavvicinamento tra padre e figlio.

Seconda stagione

La seconda stagione ha messo in discussione gli equilibri appena raggiunti. La convivenza tra Dante e Anita nella villa di famiglia viene interrotta dal ritorno di Floriana (Christiane Filangieri), ex moglie di Dante, che crea una scomoda dinamica a tre. Contemporaneamente, nella vita di Anita riappare Nicola (Thomas Trabacchi), padre di Viola e, come si scoprirà in un colpo di scena fondamentale, il padre biologico di Manuel.

Queste figure dal passato hanno agito come detonatori:

  • Il rapporto Simone-Manuel-Mimmo: Simone si avvicina a Mimmo (Domenico Cuomo), un ex studente di Dante in semilibertà dal carcere, coinvolto in circuiti criminali. Questo legame, intriso di pericolo e desiderio di redenzione, ha esplorato temi di amicizia tossica e la lotta tra bene e male, portando Simone a confrontarsi con la morale pragmatica di Machiavelli e l’etica della responsabilità.
  • La crisi di Dante: Il professore deve affrontare una grave malformazione arterio-venosa (AVM) che lo pone davanti a una scelta di vita o morte, un’operazione rischiosa che mina il suo senso di onnipotenza intellettuale. La fragilità fisica lo rende vulnerabile e lo spinge a un gesto di tradimento (un bacio con Floriana), dettato dalla paura e dalla regressione.
  • La verità su Manuel: La scoperta che Nicola è suo padre biologico devasta Manuel, che si sente ingannato e manipolato, portando a una rottura profonda e dolorosa con Anita.

La stagione si è chiusa con Dante che, dopo l’operazione, si riconcilia con Anita, ma i fantasmi della gelosia, del tradimento e delle verità non dette hanno lasciato una traccia corrosiva. L’epilogo, benché apparentemente di speranza, nascondeva già le crepe che vediamo esplodere all’inizio della terza stagione: la separazione tra Dante e Anita.

Shakespeare e la maturità

Il titolo del primo episodio, “Shakespeare e la maturità”, non è casuale. La Maturità è qui intesa non solo come esame di Stato, ma come inevitabile rito di passaggio verso l’età adulta, un momento shakespeariano in cui i protagonisti si trovano di fronte a bivi radicali, a commedie d’errori e a tragedie private.

Come rivelano gli screen e le prime anticipazioni, il nuovo anno scolastico al Da Vinci porta con sé un ribaltamento degli equilibri domestici e professionali.

Dante e Anita

Dante e Anita, la cui unione era basata sul caos e sulla reciproca attrazione magnetica, sono ora separati. Dante e Simone si trasferiscono, mentre Anita, Manuel e Viola (la figlia di Nicola, ora legata a Manuel e Anita) vivono in una nuova casa. Questa separazione è il fulcro emotivo della stagione: la dimostrazione che nemmeno l’amore filosofico e passionale è immune dalle fatiche della convivenza e dai pesi del passato.

La crisi sentimentale di Dante coincide con l’arrivo di due figure destinate a scuotere le sue certezze:

  • Irene Alessi (Nicole Grimaudo): La nuova Preside. L’attrazione tra Dante e questa donna affascinante scatta immediatamente, per poi trasformarsi in sorpresa e, inevitabilmente, in conflitto/seduzione professionale. Irene non è solo una rivale sentimentale di Anita, ma una figura di autorità accademica. Sarà in grado di tenere a bada l’anarchia metodologica di Dante? Sarà lei a costringerlo ad affrontare il tema dell’etica professionale e dei limiti dell’insegnamento?
  • Leone Rocci (Dario Aita): Il nuovo professore di Fisica. Leone ha un passato legato a Dante, essendo stato un suo ex alunno. Questo déjà vu è un espediente narrativo affascinante: Dante si trova ad essere il mentore che deve confrontarsi con la versione adulta, formata e potenzialmente critica, del suo Io studente. La fisica (scienza della materia) contro la filosofia (scienza del pensiero) sarà un altro, fertile, campo di scontro intellettuale.

Il caos della 5^ B

La classe, ora proiettata verso la maturità, accoglie nuovi volti: Greta, Thomas e Zeno, che portano con sé nuove dinamiche e nuovi drammi giovanili, integrandosi con i volti noti di Simone, Manuel, Luna e Nina. Simone e Manuel, il cui legame omoerotico e fraterno ha definito in gran parte le prime stagioni, dovranno affrontare le scelte definitive per il loro futuro, sentimentale e lavorativo, in un momento in cui le rispettive vite familiari sono state nuovamente destabilizzate.

La trama del primo episodio, “Shakespeare e la maturità,” vede i personaggi navigare in questo nuovo assetto: la tensione in casa Balestra/Ferro, l’incontro esplosivo tra Dante e Irene in palestra, l’arrivo di Leone, e l’inaspettata presenza di Anita come supplente d’inglese (una forzatura narrativa che garantisce un alto tasso di interazione/conflitto tra Dante e Anita nel contesto scolastico).

La vera maturità sarà per tutti: per gli studenti chiamati a scegliere il loro percorso, e per gli adulti chiamati a scegliere tra la nostalgia e la possibilità di una nuova felicità.

Psicologia dei protagonisti

La profondità di “Un Professore” risiede nella sua meticolosa, seppur a tratti romanzata, esplorazione della psiche.

  • Dante Balestra: La sua psicologia è dominata dal lutto non elaborato e dal senso di colpa. Il suo savoir-faire da donnaiolo e il suo anticonformismo sono maschere per la sua incapacità di sostenere un legame emotivo stabile. Dante è, essenzialmente, un fuggitivo che trova rifugio e autenticità solo nell’atto didattico. In classe, la filosofia lo salva, fornendogli un linguaggio per il dolore e un modo per connettersi empaticamente con i ragazzi. Il suo tradimento e la sua malattia nella seconda stagione non sono solo espedienti narrativi, ma manifestazioni di un uomo che, pur predicando la conoscenza di sé, non riesce a sostenere il peso della propria fragilità.
  • Anita Ferro: Anita incarna la forza matriarcale moderna, costretta al sacrificio economico ed emotivo. La sua psicologia è definita dalla maternità totalizzante e dalla diffidenza verso l’amore. Manuel è il suo centro di gravità; per lui, rinuncia a tutto. La sua relazione con Dante è stata un rischio, un’apertura, e la separazione in S3 è il suo modo di ristabilire un confine protettivo. La sua scelta di tornare a scuola come supplente non è solo una necessità economica, ma un tentativo di riprendersi la sua identità professionale, in un ambiente che è al tempo stesso casa e campo di battaglia emotivo.
  • Simone Balestra: La sua evoluzione è la più drammatica. Parte come l’adolescente-modello, rigido e arrabbiato, e si trasforma in un giovane uomo consapevole della propria identità sessuale e affettiva. Il suo scontro-attrazione con Manuel e l’amicizia pericolosa con Mimmo lo hanno costretto a rompere le sue regole interne, a confrontarsi con il “super-io” (il padre, la morale borghese) e ad accettare la sua autentica natura. La sua lotta è il cuore della rappresentazione adolescenziale della serie: la difficoltà di definirsi in un mondo che offre etichette troppo strette.
  • Manuel Ferro: Dietro la facciata di spacconeria, Manuel nasconde una profonda necessità di stabilità e di un modello paterno. La sua storia è un costante tiro alla fune tra la ribellione (i guai, l’arte di strada, il rifiuto delle regole) e il bisogno di essere “visto” e amato. Dante gli offre il linguaggio per la sua intelligenza emotiva; Anita gli offre l’amore incondizionato. La scoperta del padre biologico ha scatenato la sua paura più grande: l’instabilità delle sue origini e il timore di essere perennemente in balia del destino.

Gli Attori

La credibilità di una serie che poggia così tanto sulla dinamica relazionale e sulla retorica filosofica è interamente sulle spalle del cast.

Alessandro Gassmann in Dante Balestra non recita, incarna. Il suo physique du rôle, il carisma sottile e la capacità di passare in un attimo dalla battuta leggera all’espressione di un dolore lacerante, sono il pilastro portante dello show. Dante è il professore che tutti avremmo voluto e, nel contempo, l’adulto imperfetto che tutti, in fondo, siamo.

Claudia Pandolfi è la controparte necessaria. La sua Anita è terrena, concreta, un contraltare solido all’idealismo a volte astratto di Dante. Il suo sguardo, tra la stanchezza della madre single e la scintilla della donna passionale, conferisce un realismo cruciale alla loro relazione. La chimica tra Gassmann e Pandolfi è l’elemento che ha fatto innamorare il pubblico, poiché la loro è una storia d’amore adulta, fatta di complicazioni, egoismi, ma anche di una profonda e reciproca comprensione.

Il successo della serie è indissolubilmente legato anche alle performance del cast giovane, in particolare Nicolas Maupas (Simone) e Damiano Gavino (Manuel). La loro complessa dinamica, che mescola rivalità, amore omosessuale non corrisposto e profonda amicizia, è stata gestita con sfumature che hanno evitato il cliché, offrendo un ritratto autentico dell’adolescenza contemporanea.

I nuovi ingressi sono stati scelti per destabilizzare e ampliare il campo di gioco. Nicole Grimaudo (Irene Alessi) è un’attrice di grande presenza scenica, e il suo ruolo di Preside/rivale promette un duello intellettuale e seduttivo di alto livello. Similmente, Dario Aita (Leone) non è solo un nuovo professore, ma un potenziale specchio critico per Dante, aggiungendo un livello di profondità al dibattito generazionale e professionale.

“Prima che tutto abbia inizio”: il romanzo

Un elemento distintivo nel fenomeno “Un Professore” è la pubblicazione, per Rai Libri, del romanzo prequel “Un Professore”: Prima che tutto abbia inizio, scritto da Anna Cherubini. Questo non è un semplice tie-in o una fedele trascrizione della serie; è un’operazione editoriale che cerca di conferire densità e retroterra psicologico al mondo narrativo, espandendone l’universo emotivo.

La scelta di ambientare il romanzo un anno prima dell’inizio della serie è brillante. Invece di riscrivere ciò che il pubblico ha già visto, Cherubini esplora il “prima,” il momento esatto in cui le esistenze dei quattro protagonisti principali erano ancora distanti eppure già orientate verso un inevitabile incontro.

Il libro ci mostra un Dante Balestra ancora più errante, in fuga da Roma e dal fantasma di Jacopo, intento a insegnare a Torre del Greco. In questo contesto a rischio criminalità, Dante mette la filosofia al servizio della comunità, dimostrando che il suo metodo non è un capriccio romano, ma una vocazione etica profonda. Il romanzo approfondisce la sua solitudine e la sua incapacità di scegliere un futuro, preferendo relazioni fugaci.

Parallelamente, seguiamo le fatiche di Anita a Roma: i suoi lavori precari, il sacrificio di aver venduto la macchina per pagare un corso di traduzione, la sua disillusione amorosa che l’ha portata a rendere Manuel il suo unico centro. La narrazione letteraria offre una camera d’eco per il suo dolore, giustificando meglio la sua vulnerabilità e la sua successiva, seppur complessa, apertura verso Dante.

Anche Simone e Manuel sono ritratti nel loro stato di tensione pre-incontro: Simone scontroso e impacciato, Manuel spaccone ma insicuro. Il libro esplora la genesi della loro rivalità che, come si legge, sembra essere «si odino da sempre», preparandoci alla complessa dinamica che diventerà il vero motore giovanile della serie.

Questo romanzo funge da ponte psicologico, fornendo al lettore (e allo spettatore) una profonda comprensione del bagaglio emotivo che i personaggi portano con sé nel momento in cui varcano la soglia del liceo Leonardo Da Vinci. È la dimostrazione che il successo di “Un Professore” non è effimero, ma poggia sulla ricchezza del suo backstory e sulla potenza dei suoi personaggi.

Oltre il cliché

La terza stagione di “Un Professore”, con i suoi 18 episodi, si apre con una sfida evidente: la maturità (l’esame finale) per i ragazzi e la maturità (la gestione del fallimento) per gli adulti.

La serie ha saputo conquistare il pubblico perché non ha paura di affrontare l’irrisolto. Non offre risposte facili, ma pone le domande giuste, proprio come la filosofia di Dante. L’elemento critico risiede nella sua capacità di usare il dramma familiare e relazionale per veicolare un dibattito sociale e intellettuale. I temi trattati – la salute mentale, l’omosessualità, l’immigrazione, la crisi climatica (come suggerito dal cast in alcune interviste), la giustizia sociale – sono affrontati con il filtro dei grandi pensatori, elevando il livello della conversazione pubblica.

E stasera, mentre Dante Balestra torna in cattedra, non ci resta che attenderci un nuovo capitolo dove la fragilità umana, l’amore imperfetto e l’insegnamento anticonvenzionale continueranno a disegnare una delle fiction Rai più necessarie degli ultimi anni. La filosofia, in fondo, non serve a capire la vita, ma a imparare a viverla. E Dante Balestra, in questo, resta il nostro professore preferito.

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