“The Ugly Step Sister”: il lato oscuro delle fiabe e l’ossessione per la bellezza

8 Novembre 2025

"The Ugly Step Sister" è una fiaba dark, grottesca e body horror che ribalta il mito di Cenerentola. Tra chirurgia sadica, femminilità tossica e sogni infranti, un film feroce e attuale che racconta il prezzo della bellezza.

“The Ugly Step Sister”: il lato oscuro delle fiabe e l’ossessione per la bellezza

No, stavolta no. A rubare la scena non è la fanciulla gentile e paziente che perde la scarpetta al ballo, ma la sorellastra bruttina, disperata e determinata, protagonista di una delle più graffianti e disturbanti rivisitazioni della fiaba classica che il cinema abbia proposto negli ultimi anni.

“The Ugly Step Sister” è molto più di una commedia nera o di una semplice parodia: è un body horror psicologico travestito da film di Natale, una satira feroce sul culto della bellezza, sulle dinamiche di potere nelle relazioni uomo-donna e, soprattutto, sull’infelicità sistemica delle donne che non rientrano nei canoni imposti.

“The Ugly step sister”: il lato oscuro di Cenerentola

“The Ugly Step Sister” è una di quelle pellicole che ti fanno ridere amaro, che iniziano come una commedia natalizia e si trasformano lentamente in un incubo estetico con risvolti umanissimi. È una critica spietata alle aspettative imposte alle donne, una riflessione sottile sul corpo, sul potere, sull’identità e sulle eredità tossiche delle fiabe. Non serve credere alle principesse per capire quanto sia attuale il messaggio: essere “belle” non basta. Anzi, può distruggerti.

La favola al contrario

Tutto comincia come in una fiaba. O almeno così sembra. La vedova Rebekka si trasferisce, con le figlie Elvira e Alma, nel palazzo del nobile vedovo Otto, che sposa. Ma il matrimonio dura poco: Otto muore e lascia solo debiti, rovesciando le aspettative di Rebekka che sperava in un futuro agiato.

Ecco allora che si prepara il piano B: far sposare la bella Elvira con il principe Julian, fresco di poesia e pronto a scegliere una moglie al gran ballo. Il problema? Elvira non è bella abbastanza. O almeno non lo è secondo gli standard feroci del regno.

Parte così una trasformazione grottesca e allucinata, tra lezioni di portamento, interventi chirurgici rudimentali e trattamenti da brivido firmati dottor Esthétique, un personaggio che pare uscito da un film di Cronenberg sotto acido natalizio.

La bellezza come maledizione

È proprio qui che il film colpisce più duro. Con un tono che oscilla tra la satira, il gotico e il body horror, “The Ugly Step Sister” mette in scena la metamorfosi mostruosa e autodistruttiva di Elvira, che pur di farsi accettare dal principe, sottopone il suo corpo a torture fisiche e morali.

Vermi da ingerire per dimagrire, trattamenti violenti, chirurgia che lascia cicatrici più profonde nell’anima che sulla pelle. Il corpo diventa campo di battaglia, prigione, spettacolo: la femminilità come costruzione sociale e violenza interiorizzata.

Ma la colpa non è tutta di Elvira. La madre Rebekka, pronta a vendere l’anima (e le figlie) per sopravvivere socialmente, è una figura tragicomica, lucida e disperata. Il sistema patriarcale? Invisibile ma onnipresente. Le donne combattono tra loro per ottenere l’amore di un uomo che non amano nemmeno, perché è l’unico modo per “valere qualcosa”.

Alma, la voce fuori dal coro

C’è però un cuore pulsante e fiero nel film: Alma, la sorella minore. Lei osserva tutto con stupore, disgusto, empatia. Non partecipa al gioco, non vuole trasformarsi, eppure non giudica la sorella maggiore.

La ama, la comprende, la accompagna nel disastro con una tenerezza silenziosa che fa da contraltare alla crudeltà del mondo attorno. Alma è il personaggio che rompe la quarta parete emotiva con lo spettatore: è lo sguardo critico ma affettuoso che invita a riflettere senza moralismi.

In un mondo dove la sorellastra è “brutta” e la protagonista deve essere “bella”, Alma ci ricorda che la vera rivoluzione è restare sé stesse.

 Una favola nera, feroce e attuale

Sotto i lustrini del ballo, i sorrisi affettati e le rose profumate, The Ugly Step Sister è una favola nichilista e moderna. La morale non è “vince l’amore”, ma “vince chi si piega meglio, anche se si spezza” . La protagonista non trova la felicità.

Agnes, la vera Cenerentola, è costretta a un matrimonio infelice con un principe che non ama. Elvira è la vittima e il carnefice di un’ossessione che non le apparteneva, ma che ha finito per inghiottirla.

Il film rifiuta la redenzione e l’happy ending, scegliendo un tono più cupo ma anche più onesto. E ci ricorda quanto, ancora oggi, la fiaba sociale della bellezza come valore di scambio sia viva e pericolosa.

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