“The Stranger” di François Ozon tratto da “Lo straniero” di Camus

3 Settembre 2025

Scopri come "The Stranger" di François Ozon interpreta il famoso romanzo "Lo straniero" di Camus, riflettendo su temi esistenziali e umani.

“The Stranger” di François Ozon tratto da "Lo straniero" di Camus

Albert Camus definì Lo straniero ( L’Étranger , 1942) non è solo il suo romanzo più celebre, ma una delle voci profonde della letteratura del Novecento. Ora, a 83 anni dalla sua pubblicazione, il celebre testo filosofico-letterario approda sul grande schermo diretto da François Ozon . Il film The Stranger ha conquistato una prestigiosa ribalta in concorso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia con una fedeltà rara e una forza visiva magnetica.

Curiosità

Lo straniero fu pubblicato nel 1942 per Gallimard ed è considerato il capolavoro di Camus e un pilastro dell’esistenzialismo.

L’adattamento di Visconti (1967), con Marcello Mastroianni, fu il primo film tratto dal romanzo; ora Ozon riprova con una visione più fedele.

È la prima volta che Ozon presenta un film tratto da un classico della letteratura francese in concorso a Venezia.

“The Stranger” di François Ozon: l’opera camusiana che risuona nel presente

Con The Stranger, François Ozon porta al cinema un’opera che è insieme romanzo e manifesto filosofico. Il suo film non vuole risolvere i dilemmi di Meursault, ma mostrarli in tutta la loro ambiguità.

Il risultato è un racconto che parla a generazioni diverse, che interroga la società di oggi con la stessa forza con cui Camus interrogava quella del suo tempo.

Guardare questo film, oggi, significa non solo scoprire o riscoprire un capolavoro della letteratura francese, ma anche confrontarsi con le domande più radicali sulla vita, sul senso e sulla libertà. Perché, come insegna Camus, accettare l’assurdo è l’unico modo per essere davvero uomini.

Dalla pagina al set: un adattamento minuzioso e contemporaneo

Ozon si affida al romanzo di Camus in un’operazione di rara integrità narrativa: la trama è quella nota, muta l’epoca, ma risuonano con forza i temi dell’indifferenza, dell’assurdo, dell’alienazione.

L’opera è stata girata in Marocco, con Tangeri che rievoca la Costiera algerina degli anni Trenta. Il protagonista Meursault, interpretato da Benjamin Voisin, è un giovane impiegato la cui apatia accompagna la notizia della morte della madre, il suo assassinio “casuale” di un uomo arabo sulla spiaggia e un processo dove l’indifferenza sostituisce la parola.

Ozon resta sorprendentemente fedele alla narrazione di Camus, evitando riduzioni moralistiche: Meursault non è mostro né vittima, ma un uomo che rifiuta sentimenti convenzionali.

Perché Ozon ci regala il film giusto

The Stranger di Ozon si distingue da precedenti adattamenti, come quello di Visconti del 1967: mentre Visconti enfatizzava il pathos e l’emotività (con un Marcello Mastroianni meno distaccato), Ozon punta sul vuoto morale di Meursault, sull’avversione per le maschere sociali.

Qui il personaggio rifiuta il fatto che  la vita e l’amore possano guidare le sue azioni, come se la morte fosse una conclusione perfettamente logica.

Critici e spettatori hanno accolto il film come un tributo riuscito al romanzo, e persino un’opera autonoma, capace di rispettarne l’anima pur traducendola in immagini sobrie e inquietanti.

Il cast e la produzione che fanno la differenza

Accanto al protagonista Voisin, il cast include attori affermati come Rebecca Marder (Marie), Pierre Lottin , Swann Arlaud e Denis Lavant.

Il cameraman Manu Dacosse ha dato al film una fotografia raffinata, in bianco e nero, che sembra scandire il tempo interiore di Meursault.

Prodotto da FOZ (la casa di Ozon), Gaumont, France 2 Cinéma, Scope Pictures e Lions Production, è stato presentato in anteprima mondiale il 2 settembre 2025 a Venezia , e uscirà in Francia il 29 ottobre 2025.

Che cos’è Lo straniero di Camus

Il romanzo di Albert Camus, pubblicato nel 1942, racconta la vicenda di Meursault, un giovane impiegato di Algeri che vive senza passione, guidato solo da abitudini quotidiane.

Quando la madre muore, non versa lacrime né mostra dolore, suscitando scandalo. Poco dopo, uccide un uomo arabo “per caso”, accecato dal sole sulla spiaggia.

Al processo, più che per l’omicidio, viene condannato per la sua indifferenza: la società non perdona la sua mancanza di emozioni, la sua estraneità ai codici morali condivisi.

Lo straniero non è solo un romanzo esistenzialista, ma anche una riflessione filosofica sull’assurdo: la vita è priva di senso e solo accettando questa condizione l’uomo può essere veramente libero.

L’opera rimane una delle più radicali messe in discussione del concetto di verità, giustizia e appartenenza sociale.

Perché vale la pena vederlo (e leggerlo)

The Stranger non è un film per tutti. La freddezza del protagonista, la sua indifferenza, creano distanza e provocano angoscia. Ma è proprio questa capacità di disturbare che rende il film un’esperienza rara: un adattamento letterario che resiste alla banalizzazione, che ci mette di fronte all’assurdo e all’assenza di senso nella vita quotidiana.

Per chi conosce il romanzo, è un’opportunità di rinnovare la lettura; per chi lo scopre ora, è una porta verso uno dei testi più provocatori del Novecento.

In sala si può vedere un uomo che non piange, non reagisce, eppure ci interroga sulla nostra necessità di trovare un senso, una motivazione, un perché.

 

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