Sei qui: Home » Intrattenimento » “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi, una lettera d’amore alla madre

“Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi, una lettera d’amore alla madre

Scopriamo insieme il significato del testo "Quando sarai piccola" di Simone Cristicchi in gara al Festival di Sanremo 2025.

La canzone “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi, in gara al Festival di Sanremo 2025, affronta con delicatezza e profondità il tema della vecchiaia e della malattia, probabilmente l’Alzheimer. Il testo racconta il rapporto tra un figlio e la madre che, invecchiando, torna fragile e bisognosa di cure come un tempo lui lo era stato per lei. Un ribaltamento dei ruoli che evidenzia la bellezza e la difficoltà dell’amore filiale.

Cristicchi, noto per la sua sensibilità artistica e per la capacità di affrontare tematiche profonde con delicatezza e poesia, regala al pubblico un brano che tocca il cuore, invitando a riflettere sul valore della memoria, sul tempo che passa e sulla responsabilità che si assume nei confronti delle persone amate. Attraverso parole semplici ma cariche di significato, il cantautore dipinge un quadro intimo e struggente della relazione tra madre e figlio, sottolineando come l’affetto e la cura reciproca possano resistere alle difficoltà della vita.

Il testo si sviluppa su immagini dolci e malinconiche, mostrando il figlio che si prende cura della madre anziana come lei aveva fatto con lui da bambino. Questa dinamica familiare, pur dolorosa, viene descritta con grande tenerezza, enfatizzando il valore del tempo condiviso e dell’amore che trascende la memoria e la consapevolezza. Il brano si configura così come un inno all’amore incondizionato e alla bellezza della fragilità umana.

Quando sarai piccola di Simone Cristicchi

Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,
ti starò vicino come non ho fatto mai.
Rallenteremo il passo se camminerò veloce,
parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola,
a ritrovare la strada di casa.
Ti ripeterò il mio nome mille volte
perché tanto te lo scorderai.

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato
e sorridere del tempo che non sembra mai passato.

Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono,
a capire che tuo figlio è diventato un uomo.
Quando ti prenderò in braccio e sembrerai leggera
come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena,
io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte
fino a quando lo ricorderai.

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.

Ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria che non so dimenticare

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutta questa vita che mi hai dato
e sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.

Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte
che non avrai paura nemmeno della morte
Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte
Adesso è tardi, fai la brava
buonanotte.

Significato della canzone

Il ritorno all’infanzia: il ciclo della vita

Nel primo verso, Cristicchi canta:

Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei, ti starò vicino come non ho fatto mai.

Qui emerge l’idea della regressione: l’anzianità rende la madre vulnerabile e confusa, come una bambina che ha bisogno di essere guidata. Il figlio si assume la responsabilità di proteggerla e accompagnarla in questo nuovo stadio della vita.

Prosegue poi con:

Rallenteremo il passo se camminerò veloce, parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.

Questi versi sottolineano l’attenzione del figlio nel rispettare i ritmi della madre, adattandosi alle sue difficoltà fisiche e cognitive.

Il valore della memoria e dell’identità

Un passaggio particolarmente toccante riguarda la perdita della memoria:

Giocheremo a ricordare quanti figli hai, che sei nata il 20 marzo del ’46.

Attraverso il “gioco del ricordare”, il figlio cerca di mantenere vivo il passato della madre, provando a contrastare l’oblio della malattia.

Ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai.

Questo verso trasmette tutta la sofferenza di chi vede la persona amata dimenticare persino l’identità dei propri cari, evidenziando la frustrazione e il dolore, ma anche la pazienza e l’amore incondizionato.

Un amore che si ribalta e si rinnova

Nel ritornello:

Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te, per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato.

Cristicchi esprime la gratitudine del figlio che ora si prende cura della madre come lei aveva fatto con lui da bambino. Il tempo, pur avendo cambiato i ruoli, non ha alterato l’affetto profondo tra i due.

La fragilità dell’essere umano

Nel secondo ritornello la madre, diventata fragile e leggera, viene paragonata a una bambina:

Quando ti prenderò in braccio e sembrerai leggera come una bambina sopra un’altalena.

Questa immagine poetica enfatizza la tenerezza e la delicatezza di questo nuovo legame tra madre e figlio, in cui le cure ricevute da piccoli vengono restituite in un ciclo senza fine.

L’ineluttabilità del tempo

In un momento di consapevolezza e dolore, il testo recita:

Ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare.

Il tempo passa, le persone cambiano, ma certi gesti d’amore restano indelebili. Il figlio riconosce l’importanza di ogni istante vissuto accanto alla madre, anche se difficile.

Un addio dolce e rassicurante

Il brano si chiude con parole di profonda dolcezza e accettazione:

Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte che non avrai paura nemmeno della morte.

L’amore del figlio diventa una barriera contro la paura dell’ignoto. Infine, le ultime parole:

Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte. Adesso è tardi, fai la brava, buonanotte.

Richiamano il momento in cui un genitore mette a letto il proprio bambino, ma qui i ruoli si sono invertiti: è il figlio che accompagna dolcemente la madre verso l’ultima notte, con la stessa cura e amore che lei gli ha sempre donato.

Scopri le frasi più belle tratte dalle canzoni in gara a Sanremo 2025

“Quando sarai piccola” è una canzone struggente e poetica che racconta con delicatezza la fragilità della vecchiaia e la bellezza del legame tra genitore e figlio. Simone Cristicchi, con il suo stile unico, ci regala un inno all’amore incondizionato, che supera il tempo e la memoria, accompagnandoci fino all’ultimo respiro.

© Riproduzione Riservata