“Prima di noi” la serie Rai Fiction tratta dal romanzo di Giorgio Fontana, la storia ha memoria, che a volte si ferma, si fissa nelle immagini, nei volti, nei silenzi che restano dopo le parole.
“Prima di noi” è una serie tv italiana, 5 episodi da 60’, che sceglie di risvegliare queste memorie. Tratta dall’omonimo libro di Giorgio Fontana (Premio Campiello 2014) e adattata per lo schermo da Giulia Calenda e Valia Santella, la produzione, realizzata da Wildside in collaborazione con Rai Fiction in associazione con Rai Com, promette un racconto corale, stratificato, che attraversa generazioni, ambientazioni e memorie familiari.
“Prima di noi”: quando il passato si fa racconto e memoria collettiva Il titolo stesso
“Prima di noi” non è solo una serie da guardare comodamente sul divano: è un invito a fermarsi, guardare, riflettere. Le storie che racconta non finiscono nel finale di stagione. Restano nei corridoi della memoria, nei gesti quotidiani che diamo per scontati, nelle scelte che crediamo invisibili. Perché il “prima” non è mai solo passato: è ciò che ci costruisce. E riconoscerlo, è forse il primo passo per scegliere chi vogliamo essere.
“Prima di noi”, suggerisce uno sguardo rivolto verso ciò che ci ha preceduto: i padri, le madri, i nonni, i luoghi, le scelte, le eredità silenziose. E questa serie intende indagare quel legame: cosa significa essere “figli di” quando quel “prima” porta con sé gioie, ferite, domande non risolte.
Un cast corale, una scrittura che intreccia storie
“Prima di noi” vanta un cast numeroso, che si muove tra protagonisti e figure di contorno, in un panorama ricco di voci e generazioni. Tra gli interpreti figurano Andrea Arcangeli (Maurizio Sartori, il capostipite), Linda Caridi (la moglie Nadia Tassan), Alessandro Bedetti (il figlio Renzo Sartori), Ilaria Genatiempo (Iris Berni) e molti altri nomi che compongono una “famiglia allargata” della serie.
Con una struttura in cui la scenografia (Giada Calabria, Sergio Tribastone), i costumi (Marina Roberti) e la fotografia (Ivan Casalgrandi) contribuiscono a dare corpo a uno spazio-tempo che è insieme reale e simbolico, la produzione porta avanti l’idea di un universo narrativo “popolare” senza cadere nel cliché. Lo sceneggiatore e montatore Silvia De Rose (per Luchetti) e Valentina Girodo (per Santella) assicurano un editing che contribuisce a dare ritmo e profondità.
Temi e orizzonti: il racconto delle vite ordinarie che parlano al grande schermo
Luce particolare è posta sul “prima”: quel momento che precede l’oggi, che era già una scelta, un peso, un’opportunità. Prima di noi non punta a ricostruire solo la cronaca familiare, ma a far emergere interconnessioni, decadenze , resistenze, passaggi generazionali. La serie chiede: cosa resta del sogno di chi ha costruito? Cosa trasmettiamo involontariamente? Quali silenzi ereditiamo? E soprattutto: come conviviamo oggi con le tracce, materiali e immateriali, del passato?
Nel mezzo di tutto questo ci sono le vite dei personaggi: il padre che porta sulle spalle il peso dell’eredità, la moglie che custodisce, il figlio che cerca la propria strada. Ma ci sono anche ambienti che diventano protagonisti: la città, il casale, l’Aurelia Antica, il tempo che scorre. Lo sguardo di Luchetti e Santella punta sui dettagli: un tavolo che si logora, un orologio, una finestra che riflette un cambiamento.
Perché la serie vale una visione
Radici e contemporaneità : Sebbene la storia sia già cominciata “prima di noi”, chi guarda oggi si riconosce nei nodi, nei conflitti, nelle domande.
Una scrittura corale: Non c’è solo un protagonista. C’è un “noi” allargato, e questa tensione dà forza alla narrazione.
Alta qualità produttiva italiana: Con Wildside, Rai Fiction e supporto di Film Commission Torino Piemonte, la serie mostra che in Italia si possono raccontare storie familiari con mezzi e respiro internazionale.
Racconto visivo e come racconto sociale: Non solo “una famiglia”, ma “la famiglia italiana” di ieri e oggi, in un contesto di mutamenti sociali, economici e personali.
