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Paolo Sorrentino, 5 film iconici del regista partenopeo

Oggi Paolo Sorrentino compie gli anni. Per l'occasione, ripercorriamo insieme la carriera del grande regista partenopeo riscoprendo 5 pellicole iconiche, da "L'uomo in più" a "È stata la mano di Dio".

Buon compleanno a Paolo Sorrentino, che oggi compie 53 anni! Per l’occasione, ripercorriamo la carriera del pluripremiato regista partenopeo attraverso 5 delle sue pellicole più iconiche, da “L’uomo in più” al recente successo “È stata la mano di Dio”!

5 film imperdibili di Paolo Sorrentino

1. “L’uomo in più”, 2001

Non potevamo cominciare senza citare “L’uomo in più”, lungometraggio d’esordio di Paolo Sorrentino nonché pellicola che sancisce il duraturo sodalizio del regista napoletano con il talentuoso Toni Servillo.

Con “L’uomo in più”, Sorrentino si immerge in una realtà fatta di corruzione, criminalità, avidità e giochi di potere attraverso la vita di due personaggi apparentemente molto diversi, accomunati dall’omonimia: Antonio Pisapia – ispirato ad Agostino Di Bartolomei – è un calciatore di successo timido ed impacciato che, tirandosi fuori da un pericoloso giro di scommesse, provoca l’ira dei compagni di squadra che gli causano un tragico infortunio.

Tony Pisapia è, al contrario, un celebre cantante che, socievole ed amante della vita, non si lascia scappare un’occasione per godersi donne, fama e ricchezza. Caduto in disgrazia a causa di una condanna per abuso su minori, Tony incontra per caso il suo omonimo e ne rimane folgorato, tanto da decidere di cercare un incontro che, mai avvenuto, costituirà l’inizio di un piano drammatico.

2. “Le conseguenze dell’amore”, 2004

Non è fra i più conosciuti film diretti da Paolo Sorrentino, ma “Le conseguenze dell’amore” è senza ombra di dubbio una delle pellicole più raffinate mai concepite dal regista.

Protagonista del film è Titta De Girolamo, salernitano di mezza età che vive, quasi del tutto isolato, in un albergo di Lugano, in Svizzera. Sembra un uomo facoltoso, ma anche un po’ misterioso. Gli unici contatti che ha li intrattiene con il direttore dell’albergo e con una coppia di anziani, gli antichi proprietari dello stabile, che adesso vivono in una delle stanze.

Titta chiama spesso al telefono i suoi figli, che però non gli vogliono parlare, e si premura di vivere distante da ogni contatto umano, soprattutto femminile, per evitare le conseguenze dell’amore. Soltanto dopo tempo scopriamo che il nostro personaggio ha dei motivi particolari per essere così distaccato e solitario, e che la ricchezza in cui è immerso è in realtà frutto di loschi giri d’affari.

3. “Il Divo”, 2008

Come non citare, fra i film più iconici e meglio riusciti di Paolo Sorrentino, “Il Divo”?

Questa pellicola, a dir poco meravigliosa, viene fuori da una delle pagine più tristi della storia italiana. La vicenda ha inizio, infatti, con alcune morti tragiche e illustri – MoroDalla ChiesaPecorelliFalconeCalviSindonaAmbrosoli – e segue, in particolare, la vita di Giulio Andreotti nel periodo tra 1991 e 1993, a cavallo fra la presentazione del suo VII governo e l’inizio del processo di Palermo per collusioni con la mafia.

Ne “Il Divo”, che vede ancora una volta protagonista un abile Toni Servillo, Sorrentino racconta Giulio Andreotti come mai era stato fatto prima, sottolineando la sete di potere della personalità politica e le sue azioni più controverse.

4. “La grande bellezza”, 2013

Ci spostiamo verso tempi più recenti con “La grande bellezza“, pellicola pluripremiata ed apprezzata nel mondo che racconta, ancora una volta, la futilità e la disillusione proprie del nostro tempo attraverso un personaggio che è già diventato un cult del cinema italiano. Jep Gambardella è un giornalista e critico teatrale che in giovinezza ha anche scritto un libro abbastanza apprezzato.

Adesso vive in una Roma sfavillante di feste e gente allegra, e si districa fra un evento mondano ed un altro con il solo scopo di divertirsi e stare al centro del mondo. Il cambiamento, tuttavia, è dietro l’angolo, e scaturisce da una tragica notizia che porterà Jep a rivalutare la sua vita e, soprattutto, le sue priorità.

Le immagini di Roma in cui si mescolano ricchezza e squallore, le atmosfere da “Grande Gatsby” dentro cui si muovono personaggi grotteschi, così come la stessa figura caricaturale di Jep, rendono “La grande bellezza” uno dei capolavori più iconici di Paolo Sorrentino.

5. “È stata la mano di Dio”, 2021

Andiamo, infine, all’ultimo e più recente pellicola di Paolo Sorrentino, “È stata la mano di Dio”. Uscito nel 2021, questo film, vincitore di numerosi premi internazionali e candidato all’Oscar come migliore film straniero, rappresenta l’opera più intima mai concepita dal regista partenopeo.

Il protagonista, il giovane Fabietto Schisa, vive nella Napoli degli anni ’80 circondato da personaggi affettuosi e conviviali, attorno cui ruotano vicende tragiche.

La zia Patrizia, per esempio, bella da morire, affascinante e sinuosa, che viene picchiata dal marito a causa di una condotta poco dignitosa e che ben presto finisce in una casa di cura; Marchino, il fratello di Fabietto, che si illude di poter lavorare come attore ed invece viene brutalmente stroncato da Federico Fellini; Maria, la mamma, che scopre una relazione extraconiugale del marito…

Nulla è come appare. E Paolo Sorrentino ama raccontarcelo coi suoi personaggi che, stavolta, accanto al gusto del grottesco e dell’ironico, diventano veicolo di un racconto che ha dell’autobiografico e che vede, fra i protagonisti, anche Diego Armando Maradona, da cui anche il titolo del film.

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