Venerdì 7 novembre 2025 , alle ore 18:30, il cinema torna ad accendere i riflettori sull’impegno civile con la proiezione gratuita del film “Non odiare” di Mauro Mancini, secondo appuntamento della rassegna “Buona la prima!” , promossa dalla Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté.
L’evento si svolgerà presso lo spazio SCENA, in Via degli Orti d’Alibert 1 (Roma), con ingresso libero fino a esaurimento posti. La rassegna, giunta alla sua quarta edizione, è un progetto pensato per offrire al pubblico l’occasione di scoprire, o riscoprire, alcune tra le opere prime più significative del cinema italiano contemporaneo, promuovendo il dialogo diretto tra autori, interpreti e spettatori.
Dopo l’apertura affidata a “La terra dell’abbastanza” dei fratelli D’Innocenzo, la seconda serata vede protagonista un film intenso e necessario, che ha raccolto importanti riconoscimenti e suscitato ampio dibattito. Una storia che interroga la coscienza “Non odiare” trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente accaduto in Germania e racconta la vicenda di Simone Segre, un chirurgo ebreo figlio di un sopravvissuto all’Olocausto, che si ritrova a dover scegliere se salvare, o meno, la vita di un uomo gravemente ferito, dopo aver scoperto che porta tatuaggi nazisti sul corpo.
Una scelta che diventa un nodo morale insostenibile, che tocca le radici più profonde della responsabilità, dell’identità e della giustizia. Il film mette in scena un’Europa attraversata da tensioni antiche e nuove, dove la memoria collettiva si confronta ogni giorno con il presente.
La storia è anche una riflessione lucida sulle ferite ereditate, sul perdono possibile e sull’incombenza di un odio che si tramanda silenziosamente. Regista e interprete a confronto con il pubblico La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista Mauro Mancini e l’attore Luka Zunic, interprete del giovane Marcello.
Entrambi dialogheranno con il pubblico per raccontare genesi e significati di questo film che, già dalla sua anteprima alla Settimana Internazionale della Critica della 77ª Mostra del Cinema di Venezia, si è imposto per rigore e impatto.
“Non odiare” ha ricevuto, tra gli altri, il Premio Nuovo Imaie come miglior attore esordiente e la Stella d’Argento al Festival di San Vito Lo Capo. A moderare l’incontro sarà Boris Sollazzo, curatore della rassegna e responsabile delle attività della Scuola Volonté presso SCENA.
Un’opera etica che lascia il segno Interpretato anche da Alessandro Gassmann, Sara Serraiocco e lo stesso Luka Zunic, Non odiare è stato girato interamente nella Sinagoga di Trieste e in altre location simboliche. La regia sobria e lo sguardo etico di Mancini ne fanno uno degli esordi più importanti del cinema italiano degli ultimi anni, capace di lasciare un segno profondo nella riflessione pubblica sui concetti di responsabilità individuale e memoria storica.
“Non odiare” Il film
Simone Segre è un affermato chirurgo di origine ebraica che vive a Trieste, nel Borgo Teresiano, in una vita apparentemente tranquilla. Suo padre è un superstite dell’Olocausto, e quel passato irrisolto grava sul suo presente. Una notte, mentre rientra dall’allenamento di canottaggio, Simone assiste a un incidente stradale.
Accorre per soccorrere l’uomo, ma quando lo scopre con un tatuaggio a forma di svastica sul petto, simbolo evidente di ideologia nazista, decide all’ultimo momento di non intervenire, pur essendosi già attivato. L’uomo muore senza che Simone lo soccorra.
Travolto dai sensi di colpa, Simone decide di rintracciare la famiglia dell’uomo deceduto: scopre che ha tre figli, la maggiore Marica, un adolescente Marcello con idee neonaziste, e il più piccolo Paolo. Per espiare o forse per affrontare il proprio rimorso, Simone assume Marica come collaboratrice domestica nella sua casa.
Ma questo gesto lo porta ad avvicinarsi pericolosamente al nucleo familiare che quell’uomo lasciò. Marcello, il figlio adolescente, è anch’egli immerso in un ambiente di odio e razzismo, coerente con l’ideologia del padre, e non sopporta la presenza di Simone, un ebreo, in casa loro.
Si innesca così un contrasto che mette a rischio la già fragile stabilità di Simone. Il film segue dunque il percorso di Simone fra rimorso, colpa, responsabilità e desiderio di redenzione. Non promette risposte facili, né offre una catarsi semplice: piuttosto mostra un uomo che deve fare i conti con le proprie scelte e con le motivazioni che lo hanno portato a compierle.
Temi principali
Senso del colpa e responsabilità morale: Simone è costretto a confrontarsi con la sua decisione, che è stata tanto istintiva quanto radicale. Il film esplora come il passato (il padre sopravvissuto all’Olocausto) imponesse a lui un registro morale gravoso. Odio,
memoria e identità: Il tatuaggio nazista sull’uomo ferito è un simbolo potente che richiama l’antisemitismo storico e contemporaneo. Il conflitto non è solo personale ma anche culturale. Incontro tra vittime e carnefici, o almeno fra mondi opposti: Attraverso la famiglia dell’uomo morto Simone si confronta con ideologie che rifiuta e con comportamenti ai quali ha partecipato, anche se non concretamente, con la sua omissione.
Impossibilità di semplice redenzione: Il film non mostra un percorso lineare verso la salvezza, ma più un percorso interiore, fatto di silenzi, gesti sospesi, domande senza risposta.
Note sul film
Il film è ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto in Germania nel 2010: un chirurgo ebreo si rifiutò di operare un paziente con tatuaggi nazisti. È stato presentato alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, nella Settimana Internazionale della Critica. Il titolo “Non odiare” diventa espressione di un monito: riflettere sulle catene dell’odio e sulla possibilità, difficile, della riconciliazione.
