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“Non dirmi che hai paura”, il fenomeno editoriale di Giuseppe Catozzella diventa un film

Arriva una bella notizia per chi ama le trasposizioni cinematografiche: il best seller di Giuseppe Catozzella, “Non dirmi che hai paura”, è diventato un film. Riscopri con noi questo meraviglioso romanzo.

Samia era una giovane, talentuosa sognatrice. Aveva il diritto di inseguire i suoi desideri, di volare alto e vivere con gioia e pienezza. Non è andata esattamente così.

Giuseppe Catozzella ha raccontato la sua storia in “Non dirmi che hai paura”, un romanzo struggente, intimo, doloroso e profondo che, tradotto in tutto il mondo, ha espresso con voce accorata e moderna il dramma delle migrazioni e delle morti in mare.

Oggi, “Non dirmi che hai paura” è diventato un film, e per l’occasione è stato ristampato con un nuovo volto per la collana Le Stelle di Feltrinelli.

Nell’attesa di ricevere qualche anticipazione sul nuovo prodotto cinematografico, riscopriamo il magnifico libro di Giuseppe Catozzella.

“Non dirmi che hai paura” di Giuseppe Catozzella

La sinossi del libro

Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore.

Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale.

Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L’appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012.

Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Rimanere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi.

Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l’odissea dei migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.

La genesi dell’opera

Giuseppe Catozzella, proprio in occasione della presentazione del nuovo film ispirato a “Non dirmi che hai paura”, ha raccontato la genesi e la gestazione del suo romanzo più importante.

Il libro, che poi è diventato il primo della Trilogia dell’Altro, è uscito nel 2012, in un’epoca in cui il dramma delle migrazioni non era ancora un tema sentito come emergenziale in Europa, almeno non dall’opinione pubblica. L’idea, racconta Catozzella, nasce durante il suo soggiorno in Africa, mentre l’autore è impegnato nella conoscenza di un altro giovane africano di cui vuole raccontare la storia – lo farà in seguito, con il secondo volume della trilogia, “Il grande futuro” -.

Mentre i giorni scorrono inseguendo Alì, scoprendo i territori fra Somalia e Kenya nei suoi indicibili contrasti, Catozzella si imbatte in un servizio televisivo che racconta, in vista delle Olimpiadi di Londra, di Samia, la giovanissima atleta somale che, dopo aver partecipato a Pechino 2008 e sognando di vincere i giochi di Londra, aveva rischiato – e perso – la vita in mare.

Da qui, riflettendo sulla sua condizione di “privilegiato” e su quella terribile di Samia, una vita che ne simboleggia tante, innumerevoli, altre, inizia il percorso che porta a “Non dirmi che hai paura”.

Un mito moderno

Per Giuseppe Catozzella è stato semplice decidere di scrivere di Samia. Non lo è stato altrettanto trovare le modalità giuste attraverso cui farlo.

Ha cercato sue notizie, ha infine incontrato la sorella, con cui dopo un momento di difficoltà ha instaurato un dialogo importante, fatto di lacrime e risate, per ricordare la giovane promessa della Somalia. Dopo aver raccolto tutto ciò che poteva, l’autore ha sentito nel cuore l’urgenza di dare voce a Samia attraverso la narrazione interna.

Così, nel romanzo, è proprio lei che racconta la sua storia. È con i suoi occhi che la guardiamo. In un libro che lo stesso autore definisce un poema epico moderno, con eroi ed eroine coraggiosi, che cercano la libertà e la realizzazione dei loro sogni, spesso spezzati troppo presto dalla realtà crudele.

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