Settembre è il mese della ripartenza, quello che segna la fine dell’estate e ci porta nell’autunno. Settembre che piace ad alcuni e invece detestato da altri. Settembre che divide ma capace allo stesso tempo in grado di ispirare musicisti e parolieri che a questo nono mese dell’anno hanno dedicato alcune delle loro canzoni più riuscite..
Queste le 5 canzoni più belle dedicate a settembre, sia dalla musica italiana che da artisti internazionali
Le 5 canzoni più belle dedicate a settembre
1 – Impressioni di settembre – della PFM
La prima canzone scelta va un po’ fuori dagli schemi abituali. Ma è un capolavoro. La PFM al suo meglio, il “Progressive-Rock” degli anni ’70 al suo meglio. Un inciso di tastiera indimenticabile, un arrangiamento che nemmeno le grandi band del genere inglesi sono forse arrivate ad avere.. Una canzone da ascoltare e riascoltare.
Una canzone dal testo profondo (di Mogol) e dalle note uniche. Lontana dalla musica “mordi e fuggi” di oggi. Forse troppo difficile per le orecchie di molti, della massa (senza alcuna mancanza di rispetto, sia chiaro…) ma senza tempo. Anche oggi lascia le stesse emozioni di allora.
Fu il primo singolo pubblicato dalla Premiata Formerai Marconi nel 1971.
2 – Settembre – di Alberto Fortis
Pensando a questa canzone la prima cosa da dire è l’ammissione di colpa per la scarsa notorietà dedicata ad Alberto Fortis, cantautore di Domodossola che negli anni ’70 ed ’80 ha scritto alcuni dei brani più belli e “totali” della musica italiana. E Settembre è proprio uno di questi.
Al di la del suo significato, dedicato alle atmosfere autunnali di fine estate, di un amore finito ma con la voglia di sperare in un futuro diverso, migliore, Settembre è una grande canzone dal punto di vista musicale. I primi 88 secondi del brano sono infatti un assolo di pianoforte e voce dai ritmi blues, amplificati dall’arrivo di una voce femminile portandola alla giocosità di una canzone quasi Gospel, come se ci trovassimo a batter Ele mani in una chiesa di Harlem.
Cambi di ritmo, pochi strumenti, grandi musicisti e la voce unica di Alberto Fortis fanno il resto. Una canzone da riascoltare, magari in macchina, tra i filari del Piemonte op della Toscana in piena vendemmia
3 – 29 settembre – dell’Equipe ’84
Qui bisogna cominciare con il ribadire che questo brano, a dir poco celebre, venne si scritto da Mogol con Lucio Battisti ma i primi ad inciderla e a cantarla è stata l’Equipe 84. Battisti però ne fu così legato ed innamorato dal volere in qualche maniera riprendersela, reinterpretandola a modo suo.
La canzone racconta di una notte di passione, di un tradimento di una sera ma soprattutto del risveglio, e del senso di consapevolezza della differenza tra l’amore anche esplosivo di una serata folle e quello duraturo e profondo verso la proprio compagna. “L’idea era di mostrare la differenza tra quello che ti prende per una persona, una sera ed il confronto con il bene profondo di anni. Due cose che non possono essere messe a confronto. Uno è un lampo, l’altro è la luce”, ha spiegato Mogol qualche anno dopo averla scritta.
4 – Wake me up when September ends – dei Green Day
Questa ballata punk-rock dei Green Day, divenuta successo planetario all’interno dell’imperdibile album “America Idiot”, parla del dolore, anzi del tentativo di superare ed elaborare il trauma della morte. Quella del padre del frontman dei Green Day, Billie Joe Armstrong che proprio a settembre perse quando era solo un bambino di 10 anni il padre ucciso dal cancro. Trauma rimasto dentro il cuore e la testa di Armstrong con una frase che lui stesso, allora, disse alla mamma: appunto quel “Svegliami quando settembre è finito”, ammissione di debolezza, di voler cancellare dal calendario il mese in cui avvenne il decesso del padre.
“Come la memoria si riposa
Ma non dimentica mai quello che ho perso”
5 – September Morn – di Neil Diamond
Nel mese in cui le foglie cominciano ad ingiallire o ad arrossarsi, in cui le giornate si accorciano e si dice addio al ritmo dell’estate, tutto feste e divertimento con buona pace dei problemi e dell’orologio, Neil Diamond (nel suo 13° album, tredicesimo, tanto per raccontare la produttività e la troppo poco conosciuta forza di questo cantante) ci riporta nel pieno della malinconia. La malinconia di una storia d’amore finita con tutto quello che ne consegue.
“Resta ancora un po’, resta e lascia che ti guardi…” è l’inizio della canzone che narra di un addio, di un viaggio nella memoria di un amore finito. Atmosfera triste ma allo stesso tempo calda, come un abbraccio, di quelli che a settembre forse servono più che in altri mesi