La musica italiana ha regalato negli ultimi 80 anni album, canzoni, autori, cantanti, complessi capaci di lasciare un’impronta indelebile nella storia della nostra musica, anzi, forse sarebbe più corretto dire che hanno lasciato qualcosa di indelebile nella vita di ciascuno di noi. Chi infatti non ha un disco, un album, un cantante o un complesso speciale, che ci portiamo nel cuore. Chi non ha un singolo da ascoltare nei momenti difficili o una canzone da gridare a squarciagola da soli o con gli amici.
Detto questo come ogni classifica anche questa si presta a critiche; impossibile infatti accontentare tutti con soli 10 posti a disposizione; impossibile anche solo dare spazio ai diversi generi musicali con 10 posti a disposizione. La musica infatti fa da sempre parte della cultura dell’Italia con tutte le sue sfaccettature e differenze.
I 10 album più belli della musica italiana
Sono diverse le classifiche su quali siano stati i dischi più belli della storia della musica italiana. Radio, riviste specializzate, esperti, gli stessi cantanti e addetti ai lavori hanno provato a dire la loro ed il risultato finale non è mai stato univoco.
Rolling Stones, ad esempio, ha pubblicato anni fa la sua “Top Ten” redatta dopo aver interpellato 100 esperti:
1 – “Bollicine”, di Vasco Rossi, del 1983
2 – “La voce del padrone”, di Franco Battiato, del 1981
3 – “Una donna per amico”, di Lucio Battisti, del 1978
4 – “Crêuza de mä”, di Fabrizio De André, del 1984
5 – “Lorenzo 1994”, di Jovanotti, del 1994
6 – “Ovunque proteggi”, di Vinicio Capossela, del 2006
7 – “Siberia”, dei Diaframma, del 1984
8 – “Linea Gotica”, del Consorzio Suonatori Indipendenti, del 1996
9 – “Arbeit macht frei”, di Area, del 1973
10 – “Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra”, di Adriano Celentano, del 1960
La lista ha scatenato più di una critica. Basti pensare che nei primi 100 manca un mito come Claudio Baglioni ed invece hanno trovato spazio dischi di autori decisamente meno conosciuti. C’è inoltre chi sostiene come, ad esempio per quanto riguarda Vasco Rossi, ci siano dischi suoi meglio riusciti di “Bollicine”, ad esempio “Vado al massimo” del 1982.
Sempre riguardo al rocker di Zocca ed al suo Bollicine, questi i brani che componevano il lato A e quello B dell’antico vinile 33 giri:
Lato A
Bollicine – 5:36
Una canzone per te – 3:14
Portatemi Dio – 3:19
Vita spericolata – 4:42 (musica: Tullio Ferro)
Lato B
Deviazioni – 4:35
Giocala – 5:23
Ultimo domicilio conosciuto – 3:27
Mi piaci perché – 3:19
Da notare, cosa che forse non tutti sanno, in “Una canzone per te” la chitarra non è quella di Massimo Riva o di Maurizio Solieri ma quella di Dodi Battaglia, lo storico chitarrista dei Pooh.
Altre classifiche vedono alcune conferme, come Bollicine di Vasco, De André, Battiato e Lucio Battisti. Ma entrano anche dei dischi indimenticabili. Ad esempio:
“Nuvole bianche”, dell’indimenticabile Pino Daniele
“Oro, incenso e Birra” di Zucchero
“Il cielo è sempre più blu”, di Rino Gaetano
“Aria”, di Alan Sorrenti
“Squérez…”, dei Lunapop
“Nel blu, dipinto di blu”, di Domenico Modugno
Gli Album italiani più venduti di sempre
A farla da padrone c’è Claudio Baglioni. Il cantautore romano infatti è in testa alle classifiche di vendita di sempre con i 4,5 mln di vendite del suo “La vita è adesso”, del 1985 ma ha anche la sesta posizione con “Strada facendo”, altro disco storico, del 1981 che ha venduto 1,85 mln di copie per chiudere con la 9^ posizione di “Io sono qui” del 1995 che ha venduto 1,5 mln di dischi.
In questa classifica c’è un altro assoluto dominatore. Stiamo parlando di Adriano Celentano che è secondo, insieme con un’altra grande della musica italiana, Mina, in “Mina Celentano” del 1998, con 2 milioni e 365 mila copie vendute, terzo con “Io non so parlar d’amore”, uscito nel 1999 e che ha venduto 2 milioni e 360mila copie; non solo. Il “molleggiato” è anche sesto con “Esco di rado e parlo ancora meno” del 2000, che ha venduto 1mln ed 820 mila dischi.
Da ricordare che il primo album a superare la barriera del milione nelle vendite fu “La Voce del padrone” di Franco Battiato del 1981.