La 82ª Mostra del Cinema di Venezia non è solo una vetrina per le produzioni più attese dell’anno, ma anche un laboratorio in cui letteratura, libri e cinema dialogano, si contaminano e si rinnovano.
L’edizione 2025 lo dimostra con forza: tra i titoli che hanno già acceso i riflettori della critica e del pubblico spiccano No Other Choice di Park Chan-wook, tratto da “Cacciatore di teste” ( The Ax ) di Donald E. Westlake, e “Il mago del Cremlino” di Olivier Assayas, ispirato all’omonimo bestseller di Giuliano da Empoli, un esempio di come i libri influenzino il mondo del cinema.
Curiosità sulla mostra
Westlake al cinema: Donald E. Westlake, oltre che romanziere, è stato sceneggiatore (anche di The Grifters ). Molti suoi romanzi hanno avuto versioni cinematografiche: celebre Point Blank (1967) di John Boorman, tratto dal ciclo Parker.
Da Empoli scrittore e consigliere politico: prima di diventare autore, Giuliano da Empoli è stato consigliere di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Il suo romanzo Il mago del Cremlino è nato dall’osservazione diretta dei meccanismi del potere.
Venezia e la letteratura: non è la prima volta che il Lido accoglie adattamenti letterari. Basti pensare a Il giovane favoloso di Mario Martone (su Leopardi) o a Il gattopardo di Luchino Visconti, capolavoro che proprio a Venezia fu accolto trionfalmente nel 1963.
Libri e cinema: cosa ci propone la mostra di Venezia
Alla Mostra di Venezia 2025, i riflettori si accendono dunque non solo sul cinema, ma anche sulla letteratura che lo ispira. Cacciatore di teste di Westlake e Il mago del Cremlino di Empoli trovano sul grande schermo nuove vite, nuove interpretazioni, nuovi pubblici.
È la dimostrazione che i romanzi, se ben letti e reinterpretati, possono ancora diventare i motori di storie universali capaci di conquistare le platee di tutto il mondo.
Due film diversissimi, eppure accomunati dalla capacità di tradurre in immagini il cuore nero della nostra epoca.
“No Other Choice”: Park Chan-wook reinventa Donald E. Westlake Quando nel 1997 Donald E. Westlake pubblicò The Ax (in Italia edito come Cacciatore di teste), il romanzo sembrava una feroce parabola sulla crisi occupazionale americana.
La storia ruotava attorno a Burke Devore, manager disoccupato che, per riconquistare il proprio posto di lavoro, decide di eliminare fisicamente i suoi concorrenti.
Una satira sociale travestita da thriller, capace di mostrare fino a che punto l’uomo moderno può spingersi se ridotto all’angoscia della precarietà.
Park Chan-wook, maestro coreano già autore di capolavori come Oldboy e Decision to Leave, porta ora questa storia al Lido con No Other Choice, inserendola in un contesto globalizzato.
Non è più solo la disoccupazione americana a pesare, ma l’intero sistema neoliberista che divora i suoi figli. Il regista trasforma il romanzo di Westlake in un thriller cupo, satirico e visivamente ipnotico, con sequenze di violenza calibrate e un’ironia tagliente che ricorda i momenti più corrosivi del suo cinema.
La critica parla già di un’opera in grado di dialogare con i tempi: se Westlake denunciava la crudeltà del capitalismo degli anni Novanta, Park la declina alla luce delle ansie del XXI secolo, in cui intelligenza artificiale, precarietà diffusa e cultura della performance esasperata.
“Il mago del Cremlino”: dal romanzo di Giuliano da Empoli allo schermo
Diversa ma altrettanto affascinante la parabola di Il mago del Cremlino, il film di Olivier Assayas che nasce dal romanzo omonimo di Giuliano da Empoli, vincitore del Prix du Premier Roman in Francia e tradotto in oltre 20 lingue.
Il libro racconta l’ascesa di Vadim Baranov, consigliere immaginario ma ispirato a figure reali che hanno orbitato attorno a Vladimir Putin.
Un uomo di spettacolo, abile nel manipolare immagini e simboli, che diventa il “mago” capace di costruire e mantenere il potere del Cremlino attraverso la propaganda.
Assayas, regista francese raffinato ( Irma Vep, Personal Shopper ), trasforma la prosa elegante di da Empoli in un film politico di grande respiro.
Jude Law veste i panni del protagonista, restituendo un Baranov magnetico e ambiguo, sospeso tra la seduzione del potere e la consapevolezza della sua corruttibilità.
Con lui, un cast internazionale che contribuisce a dare al film una dimensione globale, in linea con la materia trattata: la politica contemporanea come teatro e come spettacolo manipolato.
La scelta di presentarlo fuori concorso a Venezia non ha tolto nulla all’attenzione mediatica: anzi, il film è stato accolto come una delle riflessioni più lucide sul rapporto tra verità, immagine e potere, con inevitabili rimandi all’attualità geopolitica.
Due adattamenti, due specchi della nostra epoca
No Other Choice e Il mago del Cremlino dimostrano quanto la letteratura possa ancora oggi fornire strumenti potentissimi al cinema per leggere il presente.
Da una parte, la satira di Westlake sulla violenza implicita nel mondo del lavoro, riattualizzata da Park Chan-wook in una cornice che parla alle ansie globali.
Dall’altra, l’affresco di da Empoli sul potere putiniano, che Assayas rende universale mostrando come la manipolazione delle masse sia la vera arte del nostro tempo.
Questi due film non sono semplici adattamenti: sono riscritture, interpretazioni, dialoghi aperti con i romanzi di partenza. E confermano quanto la Mostra di Venezia continui a essere un palcoscenico privilegiato per le grandi storie che, passando dai libri allo schermo, riescono a scuotere le coscienze.