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“La bicicletta verde”, storia di sogni, donne e libertà

Andrà in onda questa sera su Tv2000 alle 21.10 "La bicicletta verde", meravigliosa pellicola saudita che racconta una storia di donne e libertà con rispetto e delicatezza.

Ci sono film che ci rimangono dentro, emozionandoci e facendoci guardare alla realtà da nuovi punti di vista. “La bicicletta verde” è uno di questi. Come un seme che si innesta dentro di noi in attesa di germogliare, la pellicola saudita di Haifaa al-Mansour ci lascia una piccola eredità da coltivare e da far crescere dentro e attorno a noi.

In onda questa sera su Tv2000 alle 21.10, “La bicicletta verde” racconta di libertà negate, di donne che hanno il coraggio e la forza di inseguire i propri sogni, di un paese ancora troppo chiuso e conservatore ma, soprattutto, di solidarietà fra esseri umani, amicizia e amore.

“La bicicletta verde”, la trama

“La bicicletta verde”, il cui titolo originale è “Wadjda”, è una pellicola del 2012 scritta e diretta da Haifaa al-Mansour ed ambientata in Arabia Saudita, dove la piccola Wadjda frequenta una scuola femminile e nel tempo libero gioca con un amico e, di nascosto, con la bicicletta posseduta dal giovane, che lei non potrebbe assolutamente guidare, viste le regole imposte dalla legge islamica in vigore nel Paese.

Wadjda, però, coltiva il sogno di possedere e guidare una bicicletta tutta sua. Così ne parla ai genitori, che naturalmente sono contrari all’idea che la figlia si serva di un oggetto proibito alle donne, e che non hanno nemmeno i mezzi per acquistarla. Da qui inizia il percorso della bambina, che inseguirà il suo sogno lottando contro il volere della famiglia, le regole imposte dalla religione e dalla società e le difficoltà economiche.

Alle vicende della piccola Wadjda fanno da sfondo quelle della madre, preoccupata dalla decisione del marito di voler sposare una seconda donna per poter avere il figlio maschio da sempre desiderato e mai avuto dalla donna.

Storia di donne e libertà

Non vogliamo anticiparvi molto altro di questo splendido film. Vi consigliamo caldamente di guardarlo e di soffermarvi su tutte le libertà che a noi sembrano normali e socialmente ovvie, mentre in altri luoghi del mondo, nemmeno tanto lontani da quello in cui viviamo noi, sono soltanto miraggi.

“La bicicletta verde” ci mette dinanzi ad una verità che non tutti siamo pronti a guardare negli occhi: nulla è scontato quando si parla di diritti e libertà. Sin dall’inizio, il film di Haifaa al-Mansour ci trasporta in un universo lontano anni luce dal nostro, raccontandoci di vite di cui probabilmente non avremmo mai saputo niente.

La chiave della pellicola si cela nel finale che, sebbene di primo acchito possa sembrare una vera e propria chiusura, cela la grande importanza del legame fra madri e figlie e, soprattutto, della solidarietà femminile, che può davvero fare la differenza in un mondo in cui sembra esserci spazio solo per gli uomini.

La delicatezza del film e la grandezza del tema

Il tema delle libertà negate non è di certo semplice da trattare in un film. Haifaa al-Mansour riesce a farlo con grande delicatezza, scegliendo di mostrare il volto della problematica attraverso la semplicità di una bambina e del suo gioco preferito.

Lo spettatore è incuriosito, intenerito, affascinato dalla visione del mondo di Wadjda, che insegue il suo sogno con coraggio e determinazione, quella che spesso noi adulti perdiamo strada facendo.

Ed il film risulta ancora più straordinario se pensiamo che Haifaa al-Mansour è riuscita a creare un lavoro tanto straordinario in un Paese in cui le donne non hanno libertà e in cui non esistono le sale cinematografiche. Una piccola rivoluzione, insomma, che parte da una donna rivoluzionaria.

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