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In Tv la pastasciutta meglio di Dante e Michelangelo

La nostra Tv sembra diventata ''affamata'', colpita da una smisurata voglia di spingere tutti a dover mangiare e degustare piatti di ogni genere...

La nostra Tv sembra diventata “affamata”, colpita da una smisurata voglia di spingere tutti a dover mangiare e degustare piatti di ogni genere. Non c’è canale televisivo che, a qualsiasi ora del giorno e della notte, non faccia che mettere in scena ricette e manicaretti, interpretati da chef, blogger, Vip e persone comuni.

Niente di male, certo, ma non si comprende perché la stessa attenzione non viene dedicata ai libri e alla cultura. Forse i nostri editori e scrittori dovrebbero esibirsi maggiormente in cucina, sostituendo penne, computer e inchiostro con piatti, salse, pentole e posate, per farsi notare maggiormente.

Tante volte abbiamo rivolto questa domanda ad alcuni protagonisti dei palinsesti televisivi italiani e la risposta è sempre la stessa. In Italia i libri non piacciono,  la gente non legge, quindi  programmi dedicati ai libri e alla cultura non avrebbero audience. Ne segue che, almeno secondo la convinzione di questi geni del marketing televisivo, non ci sarebbe la pubblicità necessaria per sostenere programmi del genere.

Da parte nostra non pensiamo sia così, più semplicemente  manca la fantasia per far diventare i libri piacevoli al grande pubblico, e anche alla stessa pubblicità. Lo abbiamo già affermato in un precedente articolo parlando della serata televisiva dedicata al Premio Strega, uno dei più importanti eventi dedicati ai libri in Italia, che non è riuscito a sfruttare uno dei pochi momenti che la nostra televisione regala ai libri, per farli apparire quali essi sono: poesia, emozione, sentimento, fantasia, creatività.

Non si può non tener conto che la televisione rappresenta ancora la più importante Istituzione pedagogica del nostro Paese, forse più che la stessa scuola e la famiglia. Quindi, ciò che il piccolo schermo mette in scena non può che condizionare gusti, comportamenti e stili di vita della popolazione italiana. Ecco perché poi l’Italia, stando ai numeri, è agli ultimi posti nelle classifiche mondiali di consumatori di libri e noi aggiungiamo di cultura, come denunciato anche da Gian Antonio Stella in un articolo sul Corriere. Eppure, un maggior interesse verso i libri, la lettura e la cultura migliorerebbe le nostre vite, ci educherebbe a comportamenti più rispettosi e civili, combatterebbe tanti malcostumi – come la cattiva abitudine, purtroppo diffusa, all’abbandono degli animali, contro cui Libreriamo ha lanciato la campagna “Books & Pets”.

Non riusciamo in nessun modo a comprendere come i libri non siano oggetto della fascinazione televisiva. Grandi artisti della scrittura e dell’arte in genere, del passato così come quelli del presente, per il loro stesso genio potrebbero diventare delle star al pari di quelli del cinema, della musica, dello sport e della televisione.

Non è in nessun modo accettabile che nessuno dei politici italiani si accorga di ciò. Ci viene il dubbio che, forse, tenere il “popolo” in uno stato di semi ignoranza e di poca alfabetizzazione, possa essere funzionale allo status quo. Uno stato con una buona alfabetizzazione, sensibile alla cultura e alla lettura, certo è meno gestibile. Le persone grazie alla cultura sviluppano una grande coscienza civica, sono meno propensi a sostenere la continua cattiva gestione del Paese. Cittadini illuminati non sono disposti ad accettare la corruzione o la raccomandazione per avere un posto di lavoro. Le persone che in genere leggono tanto sono più critiche, meno propense ad accettare che il Paese vada allo sfascio e malgrado ciò non si faccia nulla per cambiare. Persone sensibili al leggere non possono sopportare il fatto di dover vivere in città dove la spazzatura viene lasciata in strada, dove esistono le discariche abusive, pericolose per la salute, vicino alle proprie case, dove le industrie possono inquinare come vogliono senza far niente a favore della salvaguardia del territorio, dove i depuratori che dovrebbero salvaguardare fiumi, laghi e mari molte volte non funzionano o addirittura non esistono. In uno Stato dove la gente fa un forte consumo di cultura, il popolo non accetta le mafie, i soprusi della delinquenza, la violenza sulle donne e sui bambini, le estorsioni, le speculazioni che riguardano la gestione della cosa pubblica.

Forse adesso abbiamo capito anche noi perché in Italia si fa sempre poco a favore della cultura e dei libri, e perché la Tv non riesca a trovare la formula per far di più favorire questi processi.

 

Saro Trovato

10 luglio 2013

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