Il manoscritto perduto di Dante il film evento che conquista Venezia

4 Settembre 2025

Scopri il film evento "In the hand of Dante", che ha conquistato Venezia con la sua straordinaria narrazione su Dante.

Il manoscritto perduto di Dante il film evento che conquista Venezia

“In the Hand of Dante”: il manoscritto perduto, il cinema visionario e la rinascita di un classico A Venezia 2025, fuori concorso alla 82ª Mostra del Cinema, arriva: In the Hand of Dante!, l’adattamento dell’omonimo romanzo di Nick Tosches (2002) diretto e co-sceneggiato da Julian Schnabel, artista e regista tra i più originali del panorama odierno.

Un’opera ambiziosa, stratificata e visivamente avvolgente, con un cast da sogno e un’eco intellettuale che attraversa secoli.

Curiosità sul film

Johnny Depp aveva acquisito i diritti già nel 2008, ma il progetto si è concretizzato solo ora con Oscar Isaac al posto suo.

Martin Scorsese, di solito regista d’eccezione, qui si trasforma in attore: il suo look “alla Gandalf” lo rende quasi irreale sullo schermo.

La pellicola ha subito una fuga online poco prima della première: uno spoiler anticipato di un mondo per altro ricchissimo di segreti.

In the Hand of Dante”: il manoscritto perduto, il cinema visionario e la rinascita di un classico

In the Hand of Dante è un film che vuole essere un ponte tra epoche, un dialogo tra l’arte eterna di Dante e l’urgenza del presente.

Schnabel mette in scena un romanzo che riflette sull’origine, la sopravvivenza e l’identità dell’opera d’arte, in un racconto che è allo stesso tempo thriller e iniziazione metafisica.

La Mostra di Venezia ha accolto una delle proposte cinematografiche più audaci e personali dell’anno, una di quelle che chiede allo spettatore di non limitarsi a guardare, ma di lasciarsi attraversare.

Dal libro al set

Il romanzo intreccia due epoche distanti: il XIV secolo, con Dante Alighieri impegnato a comporre La Divina Commedia durante un viaggio in Sicilia, e l’autunno del 2001, con il critico letterario Nick Tosches (versione romanzata dello stesso autore) coinvolto nella ricerca di un presunto manoscritto autografo della Commedia.

Schnabel trasforma questa struttura in un film di circa 153 minuti , un “racial tapestry” visivo che fonde il crimine noir con la riflessione filosofica, l’epica storica con l’introspezione moderna.

Un cast da antologia

Protagonista è Oscar Isaac, in un doppio ruolo: quello contemporaneo di Nick Tosches e quello storico di Dante Alighieri. A fianco di lui, una costellazione stellare Al Pacino, John Malkovich, Jason Momoa, Martin Scorsese, che interpreta il mentore di Dante, Isaiah – Benjamin Clementine, Franco Nero, Sabrina Impacciatore, Paolo Bonacelli, Lorenzo Zurzolo.

La storia sullo schermo

La trama cinematografica ruota attorno a un manoscritto della Divina Commedia, rubato e passato tra mafiosi, studiosi e personaggi misteriosi.

Nick, scosso dalla morte della figlia, viene richiamato dalla sua reclusione autoreferenziale per autenticare l’opera e, sommerso dalla tentazione, la sottrae, innescando una cascata di conseguenze violente e simboliche.

Parallelamente, s’innesca un confronto tra il poeta medievale e lo scrittore moderno, entrambi alla ricerca di bellezza, perfezione, redenzione.

Schnabel stesso ha dichiarato: “Credo che Dante sia tornato sulla Terra perché qualcuno ha manomesso il suo lavoro. Senza saperlo, Nick è Dante e può riparare gli errori di 700 anni fa… diventare il poema” .

Una visione profondamente metaforica che attraversa il film come un’occasione esistenziale.

Estetica, ritmo e musica

Il film schizza tra passato e presente, tra colore e bianco e nero, atmosfere epiche e tensioni metropolitane.

La fotografia di Roman Vasyanov e il montaggio condiviso con Louise Kugelberg restituiscono un’opera densamente visiva e sensoriale.

La colonna sonora, a cura di Benjamin Clementine, che appare anche nel film nei panni di Mefistofele, aggiunge un ulteriore strato emotivo.

Julian Schnabel: l’artista premiato

In occasione dell’anteprima, Julian Schnabel ha ricevuto il Cartier Glory to the Filmmaker Award, riconoscimento alla sua carriera cinematografica e al suo stile (definito “abbondante, traboccante, vibrante di vita” da Martin Scorsese). Un tributo che suggella la sua identità tra pennelli e cinepresa.

 

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