Il segreto del successo degli adattamenti TV che mettono d’accordo tutti

5 Novembre 2025

Scopri come successi globali come "The Last of Us" e "One Piece" hanno saputo conquistare un pubblico vastissimo grazie ai loro adattamenti.

Il segreto del successo degli adattamenti TV che mettono d'accordo tutti

Per anni, il passaggio di opere molto amate, che si trattasse di romanzi, fumetti, o, peggio ancora, videogiochi, dal loro formato originale al piccolo o grande schermo è stato un percorso irto di insidie. La storia del cinema e della serialità è lastricata di tentativi falliti, di adattamenti che hanno deluso i fan più accaniti e confuso il pubblico generalista, portando a definire la trasposizione da videogioco quasi come una “maledizione” produttiva.

Eppure, in tempi recenti, qualcosa è cambiato. Con l’ascesa delle piattaforme di streaming e l’enorme aumento di budget e ambizione nella produzione seriale, abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione culturale.

Due titoli in particolare, entrambi sbarcati sui servizi di streaming con un impatto fragoroso, hanno dimostrato che il “connubio perfetto” è non solo possibile, ma può generare fenomeni di massa: parliamo di “The Last of Us” (tratto dal celebre videogioco post-apocalittico di Naughty Dog) e “One Piece” (il live-action ispirato al manga cult di Eiichiro Oda).

Queste serie non si sono limitate a tradurre una storia; hanno elevato il materiale di partenza, trovando un punto d’incontro quasi magico tra il rispetto filologico per le fonti e la necessità di creare un prodotto televisivo autonomo e accessibile a tutti. Ma qual è il segreto dietro questo “boom di adattamenti” che è riuscito a far esultare in egual misura gli spettatori più esigenti e quelli che si approcciano a questi mondi per la prima volta?

Adattamenti Tv: il loro successo e la passione dei fan

“The Last of Us” e “One Piece” hanno stabilito un nuovo paradigma per l’adattamento seriale. Il loro successo dimostra che la chiave non è la mera riproduzione, ma l’ integrità emotiva e tematica unita alla flessibilità narrativa. Queste produzioni ci insegnano che l’autore originale deve essere coinvolto: La presenza di Neil Druckmann e Eiichiro Oda ha rassicurato il fandom e garantito che lo spirito dell’opera non venisse tradito.

Il nuovo formato va abbracciato

La serie TV ha un respiro diverso dal gioco o dal fumetto. Sfruttare la durata extra per espandere le sottotrame (come in “The Last of Us”) o per condensare e snellire archi narrativi complessi (come in “One Piece”) è fondamentale per la riuscita. La qualità è trasversale: Investimenti massicci e standard produttivi elevati (la cosiddetta Quality TV ) sono ormai necessari per portare in vita mondi complessi e fantastici, superando i limiti che avevano afflitto le produzioni passate.

Questi successi hanno aperto un’autentica miniera d’oro per l’industria: l’enorme catalogo di videogiochi e manga di successo è ora visto come un bacino inesauribile di idee collaudate, pronte per essere trasformate in fenomeni televisivi. Il messaggio è chiaro: se fatto con rispetto, coraggio e intelligenza, l’adattamento può essere non solo un successo commerciale, ma un’opera d’arte a sé stante, capace di creare ponti tra generazioni di fan e di conquistare un pubblico completamente nuovo, riscrivendo la storia dell’intrattenimento contemporaneo.

Fedeltà espansiva e cuore pulsante

Il vero punto di svolta di “The Last of Us” e di “One Piece” non è stata semplicemente la disponibilità di grandi capitali, ma l’approccio intellettuale e narrativo adottato dai loro showrunner.

Entrambi i progetti hanno compreso che un adattamento non deve essere una mera fotocopia, ma una reinterpretazione fedele nell’anima, ma coraggiosa nella forma.

Nel caso di “The Last of Us”, il videogioco è già considerato un capolavoro narrativo, incentrato sul legame emotivo tra Joel ed Ellie in un’America devastata da un fungo parassita. La serie TV, co-creata dall’autore del gioco, Neil Druckmann, ha abbracciato la trama principale con una fedeltà visiva impressionante, tranquillizzando subito i fan.

Tuttavia, il capolavoro della serie sta nell’aver saputo sfruttare il linguaggio seriale per espandere il contesto e la caratterizzazione dei personaggi secondari. Episodi come il commovente “Long, Long Time”, che approfondisce la storia d’amore tra Bill e Frank, sono un esempio emblematico.

Nel gioco, Bill è un personaggio solitario e cinico, e la relazione con Frank è suggerita, ma lasciata sullo sfondo. La serie, liberandosi dalle interazioni tipiche del gameplay, ha dedicato un’intera ora a esplorare il loro passato, offrendo un messaggio universale sull’amore in un mondo disperato.

Questo tipo di “fedeltà espansiva” offre ai neofiti un contesto emotivo immediato e profondo, permettendo loro di comprendere le dinamiche del mondo post-apocalittico senza dover conoscere ogni dettaglio del gioco, mentre per i fan rappresenta un arricchimento inaspettato del lore che amano, rendendo l’esperienza della visione totalmente nuova, pur mantenendo intatta l’essenza dell’opera originale.

La magia visiva e il rispetto della tonalità in “One Piece”

Passando all’adattamento live-action del manga di Eiichiro Oda, la sfida era ancora più ardua. “One Piece” è un’opera mastodontica, caratterizzata da un tono grottesco, un’estetica esagerata e una mitologia complessa che rendevano la trasposizione in “carne e ossa” un’impresa quasi impossibile.

I precedenti tentativi di adattare manga e anime in live-action (spesso fallimentari) avevano generato un forte scetticismo tra il pubblico. Il successo dello show Netflix è merito, innanzitutto, della qualità produttiva e della scelta del cast, ma soprattutto della profonda e costante partecipazione di Eiichiro Oda, che ha agito come produttore esecutivo e garante. La serie ha saputo distillare i primi 100 capitoli del manga (la saga dell’East Blue) mantenendone intatto lo spirito avventuroso e la tonalità leggera e scanzonata, bilanciata da momenti di profonda serietà.

A differenza di altri adattamenti che hanno tentato di “normalizzare” i personaggi sopra le righe o le ambientazioni fantastiche, “One Piece” ha accettato e celebrato l’eccesso e la stravaganza del mondo piratesco di Rufy. L’estetica è rimasta fedele ai costumi e alle ambientazioni originali, rendendo il mondo di Rufy credibile all’interno delle sue stesse regole, invece di tentare un realismo forzato che ne avrebbe snaturato il fascino.

Per i neofiti, la serie è un’introduzione colorata e dinamica a un’avventura epica, facile da seguire pur essendo complessa nella sua ricchezza di personaggi e luoghi.

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