Non abbiamo intenzione di spaventarvi, ma tra poco è Halloween e siamo certi che qualcuno sarà qui, col cellulare in mano — o davanti al computer — a cercare qualche storia dell’orrore; per questo ci siamo decisi: andare per primi, seguire la scia rosso sangue, indicarvi la strada.
Una storia già scritta, una storia da scrivere
Oggi parleremo di pelle: l’organo più grande del corpo umano, quello più esterno e per il quale molti vengono discriminati; il suo colore dipende dalla melanina, le sue pieghe dall’età, dall’esposizione al sole e da altri fattori genetici. Quando nasciamo, sui polpastrelli abbiamo una mappa tutta nostra, un labirinto che ci rende unici e riconoscibili — l’impronta. Ed è su quest’organo che ci piace lasciare il segno della nostra personalità. Ci tatuiamo.
Tuttavia, in questo articolo, la pelle umana diventa un simbolo non solo di vita, ma anche di morte, un tema ricorrente durante Halloween…
L’horror e la pelle
Quest’anno, molti hanno conosciuto per la prima volta Ed Gein, il “macellaio di Plainfield” che ispirò “Psycho”, “Il silenzio degli innocenti” e “Non aprite quella porta” grazie alla terza stagione della serie “Monster” su Netflix; e non solo, alcuni hanno avuto il loro primo incontro anche con una figura storica realmente esistita, la “cagna di Buchenwald” (Ilse Koch), che nella serie si presentava sia sotto la veste di fumetto americano, sia sotto la veste di una bellissima donna bionda — molto diversa dalla Ilse Koch reale che venne trascinata a processo.
L’ossessione per la pelle umana, tuttavia, è ricorrente negli horror. Possiamo citare “Cadavere squisito”, il romanzo di Agustina Bazterrica — che ha scosso il booktok tra il 2024 e il 2025 con le sue tematiche disturbanti — e Urami, lo squartatore immaginato presente nelle sue pagine.
Ed Gein: l’origine del mito moderno
Prima che il termine serial killer esistesse, c’era Ed Gein. Ruben De Luca, nel suo saggio “Ed Gein. Il Macellaio di Plainfield” (Newton Compton), ne ricostruisce la vita con precisione: un uomo solitario, cresciuto in una fattoria isolata del Wisconsin, ossessionato dalla madre bigotta e dal corpo femminile al quale non aveva accesso. Gein squartava cadaveri per “riportare in vita” la figura materna in una parodia di resurrezione. Un delitto osceno, che sapeva di morte e tombe profanate, ma anche di corpi femminili rubati, odiati e amati.
In lui la realtà e il mito si saldano: non è più solo un uomo, ma un archetipo dell’orrore americano, il punto in cui il puritanesimo implode nel desiderio di possesso.
Urami e la distopia della carne
Nel romanzo “Cadavere squisito” di Agustina Bazterrica, l’orrore diventa sistemico. Si tratta di una distopia — una critica sociale — dove gli animali sono stati colpiti da un virus e l’essere umano è la sola carne rimasta. Taluni sono i fortunati “sopravvissuti alla selezione”, altri vengono allevati come destinati al macello.
Urami è un uomo ricco che si permette di ordinare lotti di pelle umana, che la smercia e la colleziona. Il colore, la consistenza, la provenienza. Tutto, per Urami, è possibile indicatore di qualità e consistenza.
La “cagna di Buchenwald”: il corpo come trofeo
Tra mito e documento storico, Ilse Koch rappresenta l’orrore più incredibile di un. Momento già troppo buio della storia: una persona così incredibile che perfino gli uomini del campo avevano soprannominato “cagna di Buchenwald”.
Moglie del comandante del campo di Buchenwald, Ilse Koch collezionava oggetti creati con la pelle degli sfortunati prigionieri, perché attratta principalmente da nei e tatuaggi.
Quando la realtà supera la finzione di Halloween
Da Ed Gein a “Cadavere squisito”, dal true crime alla distopia, l’orrore non è più il mostro che ci assale, ma sintomo di un’ossessione malata per la pelle e per la trasformazione della stessa in oggetto.
In particolare, Halloween 2025, avrà come simbolo la figura di Ed Gein, la quale riemerge come simbolo dell’orrore silenzioso, mentale e nascosto nei cimiteri. Halloween è il momento dell’anno in cui ci si confronta con le proprie paure, per questo vi proponiamo temi tanto oscuri… e vi lasciamo con una domanda aperta: attraverso le cure psichiatriche, sarebbe stato possibile evitare qualche suo crimine?
