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Giuseppe Tornatore, i 5 film più iconici del grande regista

Dal capolavoro, all'inizio incompreso, "Nuovo cinema paradiso" alla pellicola che rappresenta quasi un testamento spirituale, "Baarìa", ecco i 5 film più rappresentativi della carriera di Giuseppe Tornatore, che oggi compie 67 anni.

Oggi compie 67 anni Giuseppe Tornatore, grande regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. Nato in Sicilia, per l’esattezza a Bagheria, Tornatore ha scritto pagine importanti nella storia del cinema italiano – e non – con capolavori unici nel loro genere. Oggi scopriamo i 5 titoli più belli ed iconici della sua carriera.

I 5 film più iconici di Giuseppe Tornatore

“Nuovo cinema Paradiso”, 1988

Cominciamo, ovviamente, dalla pellicola che ha decretato il successo di Giuseppe Tornatore, tanto in Italia quanto all’estero. Stiamo parlando di “Nuovo cinema Paradiso”, uscito nelle sale cinematografiche nel 1988 e diventato – non subito – un film da record.

“Nuovo cinema Paradiso” è ambientato nella Sicilia dell’infanzia di Tornatore. Protagonista è Salvatore, affermato regista che vive il presente avvolto da una patina di infelicità e insoddisfazione. La sua esistenza viene sconvolta, all’improvviso, dalla notizia della scomparsa di Alfredo, proiezionista nel cinema del paese in cui Salvatore non torna da decine di anni. Da qui si innesta il flashback che ci riporta all’infanzia del regista, momento in cui il giovane scopre la sua passione per il cinema e vive la sua unica vera storia d’amore.

Non tutti sanno che quando uscì, “Nuovo cinema Paradiso” non riscosse alcun successo. Pochissimi ticket al botteghino. La fortuna arrivò mesi dopo, con l’ottenimento dei premi esteri che preannunciarono l’Oscar. Il cinema, la Sicilia, la nostalgia, l’amore e il processo di crescito sono i protagonisti assoluti di questo splendido film, che vi consigliamo assolutamente di guardare!

“Una pura formalità”, 1994

È la prima coproduzione italo-francese di Giuseppe Tornatore, nonché un gioiello nascosto della sua produzione cinematografica: “Una pura formalità” è un noir in cui Gérard Depardieu e Roman Polanski interpretano rispettivamente uno scrittore di fama internazionale ed un commissario, che sta indagando su uno strano omicidio commesso nel cuore della notte e che si imbatte, proprio nelle vicinanze del luogo del delitto, nello scrittore. Il noir si sviluppa tutto all’interno dell’avamposto di polizia, che diventa quasi un luogo metafisico, in cui realtà e finzione sembrano inscindibili l’uno dall’altra.

“La leggenda del pianista sull’oceano”, 1998

“La leggenda del pianista sull’oceano” arriva nel 1998, settima pellicola di Giuseppe Tornatore, nonché primo kolossal della sua carriera. Ci sarebbero molti motivi per guardare questo film, dalla colonna sonora firmata da Ennio Morricone alla trama, dalla sceneggiatura alla fotografia…

“La leggenda del pianista sull’oceano” nasce dall’appassionante monologo teatrale di Alessandro BariccoNovecento, e da una storia che affascina sin dal primo istante, quando il trombettista Max Tooney entra in un negozio di articoli musicali per vendere il suo strumento e, per dirgli addio, suona per l’ultima volta una melodia che trasporta, commuove, comunica emozioni ineffabili.

Da qui ha inizio la storia raccontata da Tornatore nella pellicola, quella di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il pianista sull’oceano.

“Malena”, 2000

Non potevamo non includere “Malena” fra i film più iconici di Giuseppe Tornatore. La pellicola uscita nelle sale cinematografiche nel 2000 vede protagonista un’ammaliante Monica Bellucci, che grazie a questo ruolo si afferma nel mondo del cinema, nel ruolo di Malena, al secolo Maddalena Bonsignore Scordia.

Malena è la ragazza più bella del paese. Tutti gli uomini la sognano, tutte le donne la invidiano e la temono. Vive da sola, in attesa di un marito che non farà mai ritorno dalla guerra. La vita della donna si dipana allora fra calunnie, invidie, desideri ossessivi; nemmeno la timida relazione instaurata con un giovane aviatore la salva dalla solitudine e dal tracollo finale.

“Malena” è la pellicola più criticata di Tornatore. Definito da alcuni grottesco, erotico e fin troppo spinto, il film segna una tappa fondamentale della carriera del regista, che qui si serve dell’immagine di Malena per raccontare la sua amata Sicilia, terra meravigliosa, ammaliante, eppure solitaria, luogo straripante di contraddizioni.

“Baarìa”, 2009

Non potevamo non citare “Baarìa”, la pellicola che costituisce forse più di tutte il testamento di Giuseppe Tornatore. Qui, l’amore per il cinema, quello per la terra natìa, la nostalgia così come la tematica della formazione, si mescolano dando vita ad un capolavoro senza eguali.

Sin dal titolo, che indica il nome dialettale di Bagheria, ci scopriamo intenti a guardare l’opera più intima di Tornatore, una retrospettiva dell’infanzia e dei ricordi di un uomo che ha sempre nutrito un forte attaccamento nei confronti della sua terra, che infatti costituisce un punto fermo della sua produzione cinematografica.

“Baarìa” ha inizio negli anni Trenta, in una Bagheria che fa i conti con l’arrivo del fascismo e con l’indigenza. Protagonista è il piccolo Peppino Torrenuova, figlio di un antifascista, che per aiutare la famiglia inizia a lavorare come bracciante e in seguito come pastore, sviluppando un carattere ribelle e nutrendo le sue giornate del desiderio di cambiare le cose in famiglia come in paese.

Toccante ed intimo, “Baarìa” è un film-testamento, che con il suo finale simbolico ci induce a riflettere e ci infonde la voglia di provare anche noi, nel nostro piccolo, ad essere diffusori di crescita e cambiamento.

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