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“Eterno visionario”, il film di Michele Placido omaggio a Luigi Pirandello

Arriva al cinema "Eterno visionario", un film capace di avvicinare il pubblico a una delle figure più complesse e affascinanti della letteratura italiana: Luigi Pirandello

“Eterno visionario” è il titolo del nuovo film di Michele Placido, che racconta la vita intima e complessa di Luigi Pirandello. Presentato in anteprima ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo durante le Giornate nazionali del cinema per la scuola, il film celebra uno dei più grandi drammaturghi e scrittori del Novecento italiano, in occasione del novantesimo anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura, avvenuto nel 1934.

Con l’uscita ufficiale nelle sale il 7 novembre, Placido mira a far riscoprire al grande pubblico il lato umano e meno conosciuto di Pirandello, al di là del monumento letterario che spesso viene tramandato dalle istituzioni scolastiche.

Come spiega Placido, il titolo “Eterno visionario” riflette l’essenza stessa di Pirandello: “Può essere tutto, un santo o un grande letterato, come lo è stato Pirandello che ha rivoluzionato il teatro in Europa.” Il film celebra dunque un artista che ha osato mettere in discussione le convenzioni della realtà e dell’identità, che ha portato sul palcoscenico un teatro capace di dialogare con la vita, abbattendo i confini tra realtà e finzione.

“Eterno visionario” si preannuncia quindi come un film capace di avvicinare il pubblico a una delle figure più complesse e affascinanti della letteratura italiana, restituendo al Pirandello uomo l’attenzione che merita per comprendere fino in fondo il genio del Pirandello scrittore.

Eterno Visionario: un ritratto privato tra amori e drammi familiari

La trama

Il film scava nelle pieghe più intime della vita di Pirandello, ritraendone non solo la carriera ma anche la turbolenta sfera familiare. Al centro della narrazione vi è il suo tormentato rapporto con la moglie, Antonietta Portulano, una donna dal carattere difficile e sofferente, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi. Il film esplora anche il suo legame affettivo e artistico con l’attrice Marta Abba (Federica Luna Vincenti), musa ispiratrice del drammaturgo. Questo rapporto, complesso e profondo, viene raccontato con sensibilità, sottolineando quanto Marta sia stata per Pirandello una “luce” in un momento di crisi personale e artistica.

Pirandello appare non solo come un intellettuale tormentato ma come un uomo che vive intensamente il legame con i propri figli, Stefano, Lietta e Fausto, interpretati rispettivamente da Giancarlo Commare, Aurora Giovinazzo e Michelangelo Placido. Questo aspetto familiare è centrale nel film, arricchendo il ritratto di Pirandello di sfumature che ne evidenziano l’umanità e i conflitti interiori.

La Sicilia come scenografia dell’anima

Gran parte del film è ambientata in Sicilia, terra natale di Pirandello, con riprese nelle suggestive location della Valle dei Templi, della Scala dei Turchi e di Realmonte. Questi luoghi non sono scelti solo per la loro bellezza, ma anche per il loro significato culturale e simbolico. La Sicilia, con i suoi paesaggi aridi e drammatici, fa da sfondo al viaggio interiore di Pirandello, esaltando i temi della sua opera e il tormento che lo attraversa.

Michele Placido ha spiegato di aver voluto immergere la narrazione in questi luoghi iconici per sottolineare l’indissolubile legame tra Pirandello e la sua terra d’origine, una connessione che permea la sua arte e la sua visione del mondo.

Fabrizio Bentivoglio e l’umanità di Pirandello

Fabrizio Bentivoglio, che veste i panni di Luigi Pirandello, racconta di aver voluto ritrarre l’uomo dietro il mito. “Il tentativo,” spiega Bentivoglio, “è stato quello di rendere Pirandello meno pirandelliano, di rivelare l’uomo dietro il monumento”. Con un’interpretazione intensa e profonda, Bentivoglio cerca di trasmettere al pubblico un Pirandello autentico, libero dalle interpretazioni accademiche che spesso lo presentano come un intellettuale distante.

In questa prospettiva, Pirandello non appare come un intoccabile premio Nobel, ma come un uomo in lotta con le sue fragilità e i suoi ideali, alla ricerca costante di una verità che si rivela sempre più sfuggente.

Il cast

Accanto a Bentivoglio e Bruni Tedeschi, il cast include anche la celebre cantante e attrice Ute Lemper, che interpreta una star internazionale coinvolta nella vita di Pirandello. Lo stesso Michele Placido interpreta Saul Colin, agente e collaboratore del drammaturgo, una figura che rappresenta il mondo intellettuale e cosmopolita con cui Pirandello interagiva. La presenza di attori di questo calibro dona al film una dimensione internazionale, rendendolo accessibile a un pubblico oltre i confini italiani.

Una riscoperta del Pirandello privato

Con questo film, Placido regala al pubblico un’opera che non è solo un tributo alla grandezza letteraria di Pirandello ma anche un viaggio nella sua interiorità, nei suoi tormenti e nelle sue passioni. La pellicola, che trae ispirazione dagli incontri tra il cast e gli eredi di Pirandello, vuole offrire una visione autentica della vita privata del drammaturgo. Come sottolinea Federica Luna Vincenti, “abbiamo raccontato ciò che accadeva realmente,” restituendo un Pirandello che è sì un grande intellettuale, ma anche un uomo capace di grandi emozioni e debolezze.

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