Il Maestro e Margherita, capolavoro di Michail Bulgakov, prende finalmente forma sul grande schermo. C’è un momento raro in cui la letteratura si fa carne. Questo è il caso de Il maestro e margherita, che arriva nei cinema italiani dal 19 giugno 2025, grazie alla distribuzione di Be Water Film. Altro che streaming: questo è un film da vedere in sala, con il buio che avvolge lo spettatore come le ombre di Mosca negli anni ’30. La pellicola promette di essere un evento unico e indimenticabile, un’esperienza cinematografica che combina l’arte visiva con una narrazione potente, esplorando temi universali come l’amore, la libertà e il conflitto tra il bene e il male.
Il maestro e Margherita: il film evento finalmente in sala
Dopo anni di attese, tentativi falliti, adattamenti incompiuti o timidamente televisivi, la versione firmata da Michael Lockshin si impone come la più coraggiosa. È la più visionaria e politica. Con un cast internazionale che include August Diehl, Yulia Snigir, Evgeniy Tsyganov e Claes Bang, il film non solo rende giustizia all’opera, ma ne esalta i significati più profondi.
Ha già creato scompiglio in Russia, dove è stata accolta con entusiasmo da parte di critici e pubblico. Gli attori, con le loro performance eccezionali, riescono a catturare l’essenza dei personaggi, rendendo giustizia alla complessità delle loro emozioni e delle loro esperienze. La scenografia e la colonna sonora, curate nei minimi dettagli, contribuiscono a creare un’atmosfera che trasporta lo spettatore direttamente nella Mosca di Bulgakov.
La storia comincia in una Mosca cupa, ostile, strangolata dal controllo ideologico del regime staliniano. Un giovane scrittore, il Maestro, accusato di umanizzare troppo Cristo in una sua opera teatrale, viene ostracizzato e internato. Ma proprio nel momento più buio incontra Margherita, donna bellissima e già sposata. Lei gli restituisce la forza di creare.
Il film non si limita a raccontare una storia; si immerge in un’epoca e in un contesto storico complesso. La Mosca degli anni ’30, con il suo clima di paura e repressione, diventa un personaggio a sé stante, contribuendo a creare una tensione palpabile. La figura del Maestro, che lotta contro le forze del regime, rappresenta la lotta di ogni artista contro la censura e l’oppressione. Margherita, d’altra parte, simboleggia la speranza e la resilienza, mostrando come l’amore possa essere una forza di salvezza e di ispirazione anche nei momenti più bui. In questo contesto, la loro relazione diventa un faro di luce in un mondo altrimenti oscurato dalla disperazione.
Come si sviluppa
Le tre linee narrative del romanzo si intrecciano: la Mosca degli anni Trenta, l’antica Gerusalemme con Ponzio Pilato e il regno surreale di Woland. Nel film, queste dimensioni si fondono in un continuo gioco di specchi tra realtà, immaginazione e follia.
Le tre linee narrative del romanzo si intrecciano: la Mosca degli anni Trenta, l’antica Gerusalemme con Ponzio Pilato e il regno surreale di Woland. Nel film, queste dimensioni si fondono in un continuo gioco di specchi tra realtà, immaginazione e follia. La capacità di Lockshin di passare fluidamente da una trama all’altra è una delle chiavi del successo del film. Il pubblico è invitato a esplorare la dualità e l’ambiguità delle storie, riflettendo su come la verità possa essere soggettiva e dipendere dall’interpretazione di ciascun individuo. Questo approccio narrativo invita anche a considerare le ricadute contemporanee del romanzo, rendendolo attuale e rilevante per le nuove generazioni.
Distribuito in Russia a gennaio 2024, il film ha incassato oltre 20 milioni di euro. Ha attratto più di 5 milioni di spettatori. Un trionfo, nonostante, o forse proprio grazie, alla sua carica dissidente. Molti hanno sottolineato come il film riesca a catturare lo spirito del romanzo originale, rimanendo fedele a temi e personaggi, pur donando una nuova vita alla storia.
Le reazioni del pubblico e della critica sono state entusiastiche, con molti che lodano la capacità della pellicola di affrontare temi complessi in modo accessibile e coinvolgente. Questo successo ha aperto la strada a nuovi progetti cinematografici ispirati alla letteratura russa, dimostrando l’interesse crescente per storie che affrontano questioni di libertà e oppressione.
Il Maestro ha il volto malinconico di Evgeniy Tsyganov, Woland quello magnetico e glaciale di August Diehl. Yulia Snigir è una Margherita luminosa e risoluta, mentre Claes Bang, già noto per ruoli da villain, è un perfetto Ponzio Pilato, simbolo eterno di compromesso e vigliaccheria. Ogni interpretazione lavora per mantenere l’ambiguità fondamentale dell’opera: chi è il buono? Chi è il diavolo? Il film non ha paura di sporcarsi con la storia, anzi: affonda le mani nella censura staliniana e la accosta alle dinamiche oppressive della Russia contemporanea.
Secondo Anton Dolin, celebre critico russo in esilio, Il Maestro e Margherita “somiglia più alla Russia di Putin che a quella di Stalin”. Le performance degli attori, unite a una sceneggiatura incisiva, pongono domande provocatorie, spingendo il pubblico a riflettere su temi di moralità e giustizia, rendendo il film una vera e propria esperienza di riflessione.
Il romanzo
Scritto tra il 1928 e il 1940, Il Maestro e Margherita ha visto la luce solo dopo la morte dell’autore. La prima pubblicazione parziale avvenne nel 1966 su una rivista sovietica, mentre l’edizione integrale vide la stampa a Francoforte nel 1969. La storia della pubblicazione è essa stessa un racconto di resistenza contro il regime, riflettendo le lotte che il romanzo affronta al suo interno. Ogni lettore può cogliere un pezzo di questa lotta e interpretarlo in modi diversi, rendendo l’opera di Bulgakov un classico senza tempo, capace di parlare a ogni nuova generazione.
Questa nuova versione de Il Maestro e Margherita non è un semplice film in costume. È una denuncia vestita da epopea sovrannaturale, una riflessione sulla libertà artistica, sull’amore che salva, sulla follia come forma di resistenza. La sua capacità di affrontare temi universali attraverso una lente storica e culturale rende il film un’opera d’arte che trascende i confini nazionali. I temi di oppressione e liberazione che permeano la storia sono più attuali che mai, invitando gli spettatori a considerare il loro significato nel contesto del mondo odierno. Con la sua narrazione avvincente e i suoi personaggi complessi, il film mira a lasciare un’impronta duratura nel panorama cinematografico contemporaneo.